mercoledì 20 aprile 2016

MARCIUME E NOIA ESISTENZIALE

Dietro l’atroce omicidio del giovane Luca Varani, di cui poco si parla per motivi oscuri (al grande pubblico), si nasconde uno spicchio di società malata che si riflette, però, in una vasta vetrina di abusi, discriminazioni e prepotenze. Una società capace anche di “formare” potenziali assassini, nella quale è facile cogliere un conflitto di contraddizioni e contrapposizioni, tra chi lavora onestamente e spende energie per trovare il pane quotidiano e sentimenti - la cosiddetta normalità (per fortuna, la stragrande maggioranza delle persone) - e chi deturpa il senso della vita, ben oltre l’istintiva bestialità asociale, anaffettiva, aculturale.                      
Sono quei pusillanimi narcisi che, rifiutando l’impegno e il senso del dovere, prima del piacere, alleggeriscono il peso della propria inutile esistenza, vagando tra i richiami della perversione e i fumi delle droghe. Vivono di un mondo finto e parallelo, di fatto inesistente, in uno stato di incoscienza permanente, dove le avventure di una mente depravata diventano allucinazioni, fra false storie e facili obiettivi, tra realtà, finzione e fantasie bacate.
“E’ l’evoluzione maligna di questa epoca” - aveva detto la fascinosa e onnipresente criminologa Bruzzone, prima di accettare l’incarico di consulente della famiglia di uno degli assassini - “In un’epoca flagellata dall'onnipotenza dell’io si arriva a uccidere per la curiosità di vedere l’effetto che fa: logica aberrante, siamo alla trasgressione della trasgressione. E’ il classico omicidio per noia esistenziale”.

E’ sicuramente un delitto assurdo e di una gravità inaudita, che dimostra quanto sia facile, oggi, dare libero sfogo a qualunque tipo di impulso, sia sotto l’aspetto sessuale, che sotto quello del dominio e del delirio di onnipotenza. 
Si può fare tutto e il contrario di tutto.       
Chi non sa come impiegare il proprio tempo ha bisogno di continui e nuovi stimoli, anche i più malvagi, e non si priva certo di calpestare la vita, le speranze e i bisogni degli altri. Magari, offrendo a cose fatte un cospicuo risarcimento economico alla famiglia di chi ha ucciso, per lavarsi la coscienza e guadagnarsi sconti di pena o una ridicola benevolenza.
Lo dimostrano e lo confermano anche i social network dove la maggiore e più diffusa attività nei vari profili è scagliare e moltiplicare l’insulto, la denigrazione, l’offesa e le minacce. Anche se arrivare a praticare atti violenti, aggressivi e persecutori è qualcosa di molto più grave e di più estremo, il passo non è poi così difficile o distante.

E’ certamente un aspetto connaturato alla dimensione umana, la più violenta e primitiva, ed è per questo che l’evoluzione e le sovrastrutture sociali e culturali ci hanno imposto limiti e regole di civile convivenza. Per non essere tutti contro tutti, per avere compagni di viaggio e non solo nemici o antagonisti. Per condividere libertà, valori ed amicizia. 
Per avere diritto alla giustizia, facendo pagare il giusto prezzo a chi ha scelto il crimine più orrendo.                    
20 aprile 2016 (Alfredo Laurano)


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