lunedì 13 luglio 2015

UMILIATI E OFFESI

Umiliati e offesi: ovvero, la decadenza di una nazione nobile e fiera che ci ha dato la poesia, il teatro, la filosofia. Che ha introdotto, per prima nella storia del mondo, l’idea di “democrazia”.
Una nazione che sta passando da una posizione di grande ricchezza culturale ad un deplorevole stato di miseria e prostrazione. Atene, umiliata e offesa, che, come la Pietroburgo dostoevskijana, vive le contraddizioni dell'animo e delle vicende umane.

E’ chiaro, è evidente, lo avevamo già capito, detto e scritto prima dell’ultimatum che aveva portato al referendum: della Grecia, del suo valoroso popolo e delle sue gagliarde tradizioni, a questa asettica Europa delle banche non gliene frega niente.
Vogliono far fuori Tsipras, sostituirlo con un governo tecnico domato, rassegnato e remissivo che accetti riforme capestro da fare in tre giorni: pensioni, Iva, reintroduzione dei licenziamenti collettivi, modifica dell'intero codice civile e pignoramento di beni di Stato, da trasferire in un Fondo per 50 miliardi. 
Un “piano lacrime e sangue”. Questo il ricatto dell’eurogruppo. 
Oppure fuori dall’euro e da questa Europa che impone condizioni umilianti e disastrose.
Per il premio Nobel, Paul Krugman, si tratta di richieste "folli" che tradiscono il progetto europeo"
“Adesso basta, ci vogliono schiacciare”. Tsipras, dopo aver detto "negozio per la dignità della Grecia", preso dalla disperazione si è sfilato la giacca per offrirla agli interlocutori, come a dire: prendetevi pure questa!
"Le proposte dell'Eurogruppo sono il catalogo delle crudeltà". Spiegel on line battezza così il documento uscito dal vertice dei ministri delle Finanze dell'eurozona. 

L’ Europa, che qualcuno ha definito “un parco giochi per banchieri, tecnocrati e finanzieri globali”, può forse fare a meno della Grecia. 
Se invece Europa significa ancora storia e civiltà al cui centro stanno l’uomo, la conoscenza, la libertà e la bellezza, allora no. 
Senza la Grecia, l’Europa perderebbe la memoria delle sue origini e dei principi più alti su cui si fonda. 
La decisione non è stata ancora presa, ma si vuole innegabilmente l’umiliazione della Grecia e la punizione di Tsipras - novello Spartaco che capeggia la rivolta degli schiavi dell'austerità - che ha osato coraggiosamente sfidarla.
13 luglio 2015  (Alfredo Laurano)




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