giovedì 9 luglio 2015

IL RE DEI PAGLIACCI

"Ecco qui, come ogni sera, chi coi gesti fa la gente divertire, questo Re dei Pagliacci, che ride e piange nel suo mondo senza amor. Per un Re senza regno, che ha perduto la regina del suo cuore, per guarire il suo dolore, lui regala a tutti un po' d'ilarità."
La cantava Neil Sedaka, un po' di anni fa, a quelli della mia generazione.
Ora, il tema del "Buffone", mai tramontato o dimenticato, anche e soprattutto in ambito politico, è tornato di grossa attualità, in relazione alla dolorosa vicenda greca.

Come sostiene Travaglio, con la consueta arguzia, dipinta d'ironia, l’apoteosi l’ha toccata “Panorama”, dipingendo Tsipras e Varoufakis come due clown da circo. Il che, per il settimanale di proprietà del più grande pagliaccio che, a memoria d’uomo, abbia mai calcato la scena politica italiana - appena condannato a tre anni per corruzione (compravendita deputati) - non è davvero male. Del suo degno erede buffone, il bulletto fischiettante e disinvolto e con le mani in tasca , stavolta, evito di parlarne, per cristiana carità.
Ma la rappresentazione del governo greco come un branco di dilettanti allo sbaraglio, vanesi e soprattutto “populisti”, è un leitmotiv di tutta la grande stampa, italiana ed europea.
Varoufakis è quello che tiene la camicia fuori dai pantaloni, indossa la T-shirt in conferenza stampa, studia teoria dei giochi e gira in moto. Vuoi mettere i nostri politici che circolano su auto blu, aerei blu ed elicotteri blu senza mai toccare terra?
Tsipras è il magliaro piacione e inaffidabile che rimpiange o fa rimpiangere Stalin, difende le pensioni d’oro e la temibile corsa agli armamenti greca, e in Europa fa il gioco delle tre carte.
L’idea che questi signori siano stati democraticamente eletti da un popolo che le ha viste e provate tutte (la dittatura dei colonnelli, i socialisti, i conservatori, i centristi, i tecnici) non sfiora più nessuno, in un paese – il nostro – piuttosto disabituato alla democrazia.
Ma ciò che più sfugge ai nostri trincia-giudizi in casa d’altri è la serietà, la dignità dei nuovi politici di Atene. Che magari sbagliano ricetta economica (ma vai a sapere qual è quella giusta: hanno fallito tutte, ma proprio tutte), però hanno il sacrosanto diritto di essere messi alla prova: perché, nel disastro greco, non hanno alcuna colpa, non avendo mai governato prima. 
Chi dà loro lezioni da Bruxelles o da Berlino ha colpe molto più grandi di loro, visto che l’austerità ha peggiorato la vita e l’economia della Grecia, esattamente come quella di quasi tutto il resto dell’Eurozona.
9 luglio 2015                           (Alfredo Laurano).


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