venerdì 3 luglio 2015

ALLA PROVA DEL NO

OXI  O NAI?
Tutti contro l'estremista di sinistra che rigetta le "ragionevoli proposte" dell'euro-gruppo finalizzate al benessere del popolo greco!
L'Europa chiede ai greci la testa di Tsipras. Angela Merkel riapre ai greci, ma non a Tsipras e non accetta controproposte: parla di possibili trattative, solo dopo il referendum. Juncker si dice tradito e anche Puffo Renzi stronca Tsipras “Non pensi di essere più furbo degli altri".
“L’intera società greca è a pezzi. La gente non ha più fiducia nel governo". Sono le parole di Dijsselbloem, Presidente dell'Eurogruppo, a commento del Piano umanitario varato da Alexis Tsipras per dare sostegno alle 300.000 famiglie greche che non hanno nemmeno l'elettricità in casa, quando ce l'hanno, una casa. Una frase che più di altre racconta del livello subdolo di pressione e di ricatto, cui è sottoposto il governo greco e con esso il suo popolo.
In queste ore, il ribaltamento della realtà e la riscrittura della storia superano ogni limite di moralità del discorso pubblico.
Andrebbe ricordato agli intellettuali organici della grande finanza - dice Fassina - che i prestiti di salvataggio alla Grecia sono stati dati per salvare le banche tedesche e francesi, creditrici disinvolte, per far acquistare alle cicale elleniche le Mercedes prodotte dalle formichine renane.
Andrebbe ricordato, anche, che i crediti sono diventati inesigibili perché i programmi della Troika hanno determinato, per la stupida ferocia dell'austerità e degli interventi di svalutazione del lavoro, un crollo del Pil del 25%, l'esplosione della disoccupazione al 27%, una caduta di stipendi e pensioni oltre il 35%.

Come ho già ripetutamente scritto, UE, FMI, BCE hanno paura di Syriza e di Tsipras, non del debito greco. Il contagio che temono è quello democratico, non quello dei titoli di Stato. Lo scontro in atto è politico e si sta consumando, con inaudito accanimento, a colpi di ricatti finanziari con i quali la Troika cerca di obbligare il governo Tsipras a venir meno al proprio mandato, mediante l’attuazione di riforme contrarie all’impegno assunto con il popolo ellenico, già messo in ginocchio dalle precedenti politiche di austerità che hanno divorato diritti ed eliminato pezzi importanti dello Stato sociale.
Vogliono disarcionare Syriza dalla guida del paese, insistendo su altre impossibili "riforme strutturali".
Per uscire dalla crisi, la Grecia dovrebbe compiere un piano durissimo di tagli e austerità, e perfino l’uscita dall’Euro, con effetti a catena sull’Italia e su tutta l’Europa: aumento dell'Iva, ulteriori licenziamenti, tagli alla spesa sociale (servizi e sanità), ai salari, alle pensioni e privatizzazione dei servizi essenziali.
I greci hanno già pagato il prezzo degli incredibili tagli alla spesa: oggi 4 bambini su 10 vivono in povertà, la mortalità infantile è aumentata del 43% e un giovane su due è disoccupato. Ma è stato tutto inutile: il debito greco è aumentato, non diminuito. Continuare su questa strada porterà agli stessi fallimentari risultati.

Ad opera del grande capitale e della finanza internazionale, è in atto - attraverso stampa e media internazionali - una vera e propria campagna di dichiarazioni, di accuse, di bugie, di minacce, per manipolare le coscienze e per condizionare e convincere i sempre più disorientati cittadini greci.
"E allora decide il popolo", ha detto Alexis Tsipras, brandendo l'arma del referendum di domenica prossima. “La storia non è finita, esiste un'altra strada che prevede le scelte politiche e libere dei popoli, e quella strada si chiama democrazia”.
Il senso del referendum greco sta qui e racconta a tutta l'Europa che le decisioni sul proprio futuro e sulle politiche da intraprendere, spettano al popolo, non ai tecnocrati e ai sacerdoti del capitale. E l'importanza della partita dovrebbero comprenderla i governi di tutti i Paesi di questa finta Unione, il cui ignobile balletto sulla gestione dei migranti avrebbe dovuto aprire gli occhi anche al presuntuoso Renzi - arrogante con i deboli e ossequiente con i forti - che potrebbe smetterla di fare il valletto della Merkel e di suggerire a Tsipras di accettare quei ricatti. Fossi Alexis, la famosa cravatta regalata gliela metterei a mo’ di cappio!

Siamo di fronte ad un conflitto di classe su scala internazionale che mira a scardinare l’equilibrio di poteri fra capitale e lavoro. Per questo dobbiamo sostenere la resistenza greca e smascherare il vero volto dell’Europa.
OXI (no) o NAI (si) domenica la Grecia si gioca il futuro, ma se lo gioca anche l’Europa.  
Votare Oxi per rifiutare le politiche dell'austerità e i diktat della troika. Non l’euro e la volontà di restare nella sua area.
Tra oggi e domani, con il popolo greco, tantissime città d'Italia saranno la grande piazza Syntagma, per manifestare solidarietà al popolo greco e per vincere questa guerra dei ricchi contro i poveri.
3 luglio 2014  (Alfredo Laurano)

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