giovedì 18 dicembre 2014

BELVE UMANE


Non passa giorno che l’orrore non si imponga alla cronaca del mondo.
La crudeltà della bestia umana non finisce mai di sorprendere e di sconvolgere la vita e i sentimenti dell’altra parte dell’umanità.
Omicidi, femminicidi, infanticidi, stragi familiari e dell’assurdo sono il pane quotidiano che sazia la nostra fame di conoscenza.

In America, la polizia ogni tanto ammazza un nero per futili motivi, così, tanto per ricordare che certe forme di razzismo e di discriminazione non si possono dimenticare.
In Pennsylvania un uomo ha ucciso sei persone tra cui la moglie e suoi parenti.
A Sidney, uno squilibrato sequestratore ha tenuto in ostaggio per diciassette ore, in una cioccolateria, decine di persone, di cui tre sono rimaste uccise, durante il blitz della polizia.
In Pakistan, poche ore fa, un commando di nove kamikaze talebani ha massacrato 130 bambini e una decina di insegnanti in una scuola per figli di militari.
Il vile atto di terrorismo è stato così motivato: “Colpire i più piccoli, per vendicare il dolore con il dolore.
Secondo quanto raccontato da una fonte dell'esercito, i terroristi, in un delirio di sadismo e perversione, avrebbero dato fuoco ad un insegnante e costretto i bambini a guardarlo mente moriva. "Sono entrati in classe e gli hanno gettato della benzina su tutto il corpo e gli hanno dato fuoco".

Atrocità, cattiveria, ferocia, malvagità, fanatismo.
Qual è la vera natura umana che si manifesta e dilaga quando cadono i freni della ragione e della coscienza? Quando i valori della democrazia, della pace, della civiltà giuridica e della convivenza non hanno alcun senso? Qual’ è la folle idea che spinge a scegliere la violenza e la barbarie contro un altro uomo, un altro popolo e contro chi è semplicemente diverso? Perché l’altro deve essere sempre un nemico, un obiettivo da colpire?

16 dicembre 2014     (Alfredo Laurano)

“…Ancora tuona il cannone,
Ancora non è contenta
Di sangue la belva umana
E ancora ci porta il vento,
Io chiedo quando sarà
Che l'uomo potrà imparare
A vivere senza ammazzare…”
(Auschwitz, Francesco Guccini)



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