venerdì 15 agosto 2014

PER SAPERE, PER CAPIRE



Nulla più delle immagini per raccontare, per descrivere, per comprendere. E grazie a chi le realizza, rischiando salute, incolumità e la propria vita.
Un popolo in fuga verso la Turchia. Questa è la sorte degli Yazidi, una minoranza religiosa che da secoli vive nel nord dell'Iraq. Con la nascita dello Stato Islamico del Levante hanno iniziato a subire persecuzioni a causa della loro fede.

Come molti, penso, fino a ieri non sapevo chi fossero gli Yazidi: uno dei tanti popoli della terra, una  delle tante etnie e minoranze che affollano il Medio Oriente.

Gli Yazidi, i seguaci dell'"Angelo-Pavone", stanno morendo.
Una intera popolazione sta per scomparire da quell’area, sterminata dall'avanzata dei miliziani sunniti dell'Isis.

In Iraq hanno già colpito migliaia di sciiti e di cristiani, ma adesso nel mirino ci sono i membri di questa misteriosa comunità millenaria che da dieci giorni è in fuga tra le montagne e nei deserti ai confini con Siria e Turchia.

E' in atto un genocidio di un popolo che non è conosciuto da nessuno e quindi non è protetto da nessuno. 

Gli Yazidi non sono anti-islamici, sono semplicemente autonomi e diversi: venerano sia la Bibbia che il Corano, adorano il sole e rispettano i culti della luce e della notte dello zoroastrismo.  

Pregano 5 volte al giorno quasi come i musulmani, dividono il pane fra i fedeli come i cristiani.
I loro bambini vengono battezzati da un "pir", un sacerdote, ma i fedeli praticano anche ancora sacrifici di animali e circoncisioni come alcuni ebrei ortodossi.

Sono 200 mila in fuga, assieme ai cristiani.
Strade intasate di pick up carichi di cose e persone. 

Una massa caotica di materassi, bustoni di vestiti, borsoni, bombole del gas e qualche pentola. 

Gente accampata un po' ovunque. Parchi e chiese, soprattutto.
Dentro ai camioncini ci sono intere famiglie. Sono tutti stanchissimi e i più dormono.

Tanti sono per terra, nelle aiuole, sui cartoni.
In una piccola chiesetta, tutti gli ambienti sono stipati di persone: una umanità spaventata, stanca per il viaggio e debilitata dai 45 gradi in questa stagione. 

Sono stati anche cinque ore in auto ai check point per entrare a Erbil. 
Molti, per fare prima, hanno fatto scendere donne e bambini per attraversarli a piedi. Gli uomini in auto a fare la fila sotto il sole.

Yazidi perseguitati, donne rapite e schiavizzate, cristiani cacciati dalle case e costretti alla conversione. È questo lo scenario da cui stanno fuggendo.

A due mesi dall'inizio dell'avanzata del gruppo jihadista l'Iraq conta, secondo l'alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa 1,2 milioni di sfollati interni di cui, la maggior parte, sono diretti a nord, verso il Kurdistan iracheno, una zona già provata dall'afflusso di circa 200mila profughi siriani.

Ieri si è diffusa la notizia del massacro di almeno 500 Yazdidi a Sinjar, dove molte vittime sono state sepolte vive dagli integralisti.

Circa 50 bambini muoiono ogni giorno per mancanza di acqua e di cibo tra le migliaia di rifugiati Yazidi in fuga dallo Stato islamico e ancora bloccati sulle montagne e molti altri moriranno, se non saranno raggiunti dagli aiuti umanitari.

E’ ferragosto. Un’altro crimine contro l’umanità si sta consumando sotto i nostri occhi e sotto gli ombrelloni.
15 agosto 2014                                (Alfredo Laurano)                                     

(Fonti Repubblica e Il Globo)

 

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