giovedì 7 agosto 2014

IN AULA DI GIUSTIZIA ? NO, IN AULA MAGNA

Diceva Enzo Biagi: "Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione che viene intervistato dice la sua e anche quella degli altri".

In questo incredibile Paese delle comiche, chiunque abbia acquisito - nel bene o nel male, per meriti o demeriti, per onore o per infamia - un minimo di popolarità mediatica (accade sempre e con grande facilità) può erigersi a esperto, a luminare, a opinionista o addirittura a maestro di vita, a prescindere dalle sue reali competenze, dalle capacità e dalla propria valenza culturale.
Automaticamente, conquista stima, affidabilità e gratuita considerazione e ottiene il diritto di sparare cazzate in Tv, sui giornali e di pontificare anche dalle aule universitarie. 

In questa finta società dell'apparenza, dove tutto, anche le tragedie fanno spettacolo e producono pubblicità - la più squallida e la più volgare - chiunque può farlo: che sia dotto, preparato, studioso, vuoto a rendere o re degli ignoranti, diventa, magicamente, attendibile, valente specialista, autorevole docente.
Anche chi, condannato o meno dalla legge, è comunque responsabile morale di un terribile naufragio e della morte di trentadue persone.  Leggasi Schettino.


7 agosto 2014                            (Alfredo Laurano) 

                                                                           

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