sabato 19 luglio 2014

L'IPOCRISIA DI DAVIDE E GOLIA



Oggi, il Manifesto titola, con la consueta efficacia:
“ Ultima spiaggia”, in riferimento ai quattro bambini uccisi ieri da un ennesimo raid israeliano mentre giocavano sulla spiaggia. 
Ma, in effetti, non è certo “l’ultima”, oltre a non essere, ovviamente, la prima.
Lo stesso giornale sottolinea, e ci invita a non dimenticare, che in Siria, in Iraq e ora, di nuovo, in Palestina, la pax americana in quell’area non ha proprio funzionato. 
E, forse, ...mi permetto di aggiungere, con questo stato di Israele - arrogante, armatissimo, invincibile, potente e prepotente non ci sarà mai.

Chi si ricorda più che la prima guerra del golfo contro l’Iraq (1991) di Bush senior era stata motivata e giustificata, tra l’altro, proprio dall’obiettivo di assicurare stabilità e pace in Medio Oriente. E che la stessa motivazione e giustificazione fu data alla seconda guerra del golfo (2003) di Bush junior?


Risorse, controllo strategico dell’area, necessità di reali equilibri e di gestione del potere, petrolio e motivazioni economiche sono stati completamente sottratti all’attenzione e al sospetto della pubblica opinione mondiale.

Quelle dichiarazioni, perentorie e persuasive, servivano solo a legittimare, orientare, rassicurare, creare consenso intorno alle varie operazioni.
Erano parole al vento, ipocrisie politiche di fronte agli obiettivi molto meno nobili che erano a fondamento di quelle guerre contro Saddam Hussein.

E così, gli americani, di fronte a quello che succedeva nell’area medio-orientale, dopo qualche inefficace e fallimentare tentativo di alimentare il «processo di pace», espressione ormai screditata, hanno assecondato nei fatti i governi israeliani in tutte le loro operazioni più condannabili: l’incremento delle colonie, la costruzione del muro, la violazione dei diritti umani, l’attendismo tattico per giustificare il rinvio di ogni soluzione definitiva.
L’Europa è stata a guardare, e così l’Italia.


Ora, la ripresa della guerra in Palestina, diciamo occasionale, è anche figlia di quella politica, dell’inazione e dell’ipocrisia delle scelte americane ed europee.
In Palestina non c’è una guerra tra due stati, ma una guerra asimmetrica - tra Davide con la fionda e Golia coi missili e gli aerei - dove una delle due parti è al massimo una entità virtuale, alla quale il governo israeliano non vuole riconoscere lo status e la dignità di popolo.
I mondiali sono finiti. E ancora, stiamo tutti a guardare!
17 luglio 2014                                (Alfredo Laurano)
 

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