martedì 18 febbraio 2014

VUOTI A PERDERE: ATTENTI A QUEI DUE!

Cruciani, quello de “La Zanzara”, è un essere rivoltante. Come pure il suo degno compagno David Parenzo, che finge di intervistare le persone, prevaricandole, togliendo loro il microfono appena accennano un’opinione personale e imponendo solo il suo gratuito punto di vista.
Provo schifo per entrambi e per chi “li campa”, concedendo loro troppo inutile spazio nei mezzi di comunicazione, nell’ambìto reparto “dileggio e derisione”. Le loro provocazioni sono miserabili.
Estorcere con l'inganno commenti e dichiarazioni, celandosi dietro la presunta innocenza di uno scherzo telefonico, potrà sembrare buffo ma, in realtà, è un esercizio pavido e meschino. E’ una forma di sciacallaggio mediatico che sfruttano a fini teatrali, per acquisire consensi e immeritata popolarità.

Tre o quattro mesi fa, lo ricordiamo tutti, questi avvoltoi provarono a migrare le loro gesta in una immonda trasmissione televisiva,  “Radio Belva”, su Rete Quattro, chiusa, per fortuna,  praticamente prima di cominciare.
Una vera giostra del trash, infarcita di oscenità e animata da grida, in un’escalation di insulti e parolacce, che aveva come obiettivo il caos, la rissa che fa salire l’ audience.
Per raggiungere questo premeditato scopo, avevano mescolato – in un unico sconcio contenitore - Alba Parietti, Alba Dorata (i nazfasciscti), Mario Borghezio in camicia verde, Cicciolina, gli altri fascisti di Forza Nuova, in  camicia sociale d’ordinanza, Vittorio Sgarbi, Marco Rizzo, Maria Giovanna Maglie, Paolo Villaggio, Emilio Fede. E, per finire in bellezza, l’arzilla Nannarella, che davanti a Montecitorio, e su you tube, bacchetta i politici.
Proprio Sgarbi, come da prassi, fu protagonista della telerissa in diretta con Giuseppe Cruciani, che portò alla inevitabile  soppressione del programma.


Uno scontro acceso iniziato con gli insulti e finito quasi alle mani dopo una sequela di accuse reciproche. "Tu dici cose diffamatorie… ti spacco la faccia….io ti piscio in testa, faccia di merda…mi avete rotto il c..., non sono qua a farmi offendere da due spiantati… Cruciani, tu volevi farti candidare da An, Fini mi ha detto che gli leccavi il culo, e tu Parenzo, con la Lega. Leccaculi, vi ho visti io". 
La fiera della volgarità. Una rara, indimenticabile pagina di laidume televisivo.

Dopo Onida, Giovanardi, Dario Fo, Guido Barilla, Razzi, Campanella dei Cinque Stelle ed altri, stavolta è toccato a Fabrizio Barca, presunto candidato ministro all’economia, essere vittima del cosiddetto scherzo telefonico.
 “Non voglio fare il ministro dell’economia - dice al finto Vendola - è una cosa che è priva... Non c'è un'idea, c'è un livello di avventurismo. Non essendoci un'idea, siamo agli slogan... Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perchè vedo uno sfarinamento veramente impressionante, Nichi". 
Gli spregevoli professionisti dello sputtanamento hanno colpito ancora.

Michele Serra,  già nel caso della telefonata a Onida (della finta Margherita Hack), si era chiesto quanto fosse lecita un'azione del genere: “costoro pensano che il Potere è oscuro, quindi bisogna illuminarlo a qualunque costo, anche quando il microfono o la telecamera hanno la stessa invasività di una rettoscopia fatta senza il consenso del paziente.
Occorre rivendicare il diritto alla privacy, al rispetto della volontà di ogni individuo, Cruciani è un terrorista mediatico che non solo si burla dei malcapitati, ma ne viola i diritti costituzionali. Prendere in ostaggio una persona nolente, le sue parole, i suoi pensieri, non è cattivo gusto,  è mobbing mediatico.”

Aggiungerei, soltanto, che mi sembra del tutto improprio e falso  parlare di scherzo: un conto è prendersi gioco di qualcuno creando una situazione  comica, per il solo gusto del divertimento; un altro è tendere un agguato, carpire la buona fede con un vile sotterfugio, per screditare una persona.
In quest’arte volgare e dozzinale, i due cialtroni sono raffinati specialisti: ingranaggi squallidi della degradata macchina dell’informazione che si fa spettacolo, asservita ad esigenze commerciali e di cassetta. Vuoti a perdere.
Fece bene Bigazzi, il gastronomo toscano, a mandare affanculo Cruciani.
Ancora meglio, Pannella a distruggergli lo studio.
18 febbraio 2014                                                              AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         

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