martedì 25 febbraio 2014

'O GUAPPO

Nel suo debutto al Senato, più che un discorso programmatico da presidente del Consiglio che chiede la fiducia, quello di Renzi - un po' guappo, un po' guascone e con la mano, spesso, in tasca, è sembrato un comizio in piazza, come quelli di una volta. O un discorso fatto al bar, alla Verdone, fra amici e attoniti avventori. 

Toni suadenti, promesse impegnative, aria di sfida e ostentata sicurezza in una serie di spot, di slogan annunciati, senza l'ombra di una giustificazione economica alla base: "Questo è il momento della svolta radicale e immediata...sul lavoro, voglio un Paese semplice coraggioso...salderemo tutti i debiti della Pubblica Amministrazione...ridurremo il cuneo fiscale almeno del 10%...investiremo sulla scuola...". 

All'inizio della sua ambiziosa esposizione, a braccio, aveva dichiarato di non avere l'età per stare nel Senato. Ora dovrà dimostrare di avere le capacità di dare un senso a quel governo che ha brutalmente trafugato. Dovrà guadagnarsi quella "campanella" di cui si è sfacciatamente impadronito, strappandola dalle mani del suo esterrefatto "compagno" di partito, al quale, prima o poi, qualche anima buona spiegherà cos'è successo!
24 febbraio 2014   (Alfredo Laurano)

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