martedì 18 febbraio 2014

E' FORTE, E' FIGA, E' LA BULLA DI BOLLATE

La ragazzina bionda che alcuni giorni fa - incoraggiata dai compagni che si sono ben guardati dall’intervenire - era stata dagli stessi ripresa in un filmato, mentre pestava una coetanea, è diventata, la "bulla di Bollate": Giovi, la protagonista di un videogioco che inneggia alla violenza e alle sue gesta: calci, pugni, arti marziali e frasi deliranti.
E’ descritta come un'eroina, un esempio da seguire: “è forte, è figa" e giù parolacce. "E' bona, è brava: mazzate, mazzate"… “ci piace, ci piace”.
Un giochetto macabro per ottusi e decerebrati. Raccapricciante più dell’episodio che lo ispira e del genio informatico che l’ha creato.

Intanto, la madre della bulletta di periferia si dice prostrata e addolorata: “Quello che ha fatto mia figlia è indescrivibile. Io mi sento una nullità come genitore, in questo momento. La nostra famiglia vive un incubo. Quando sarà possibile incontrarci, io cercherò di scusarmi con la famiglia dell’altra ragazza. Ma quello che mi ha fatto più male è stato il comportamento degli amici presenti: loro dovevano fermarla.”

Non è certo il primo caso, né l’ultimo di questo genere. Basta navigare sul web e sui social.
E solo un altro sintomo patologico del degrado formativo e culturale del Paese.
A proposito…. ma Barbara D’Urso ancora non l’ha invitata?

18 febbraio 2014                                                           (Alfredo Laurano)

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