giovedì 28 marzo 2019

UN BALLO A TAVOLA

Fiero di se stesso, il popolo del liscio è ovunque ci sia la voglia di danzare, di sentire e farsi conquistare dalla musica: valzer, tanghi, polche, sambe, rumbe e mazurche, ma anche cha cha cha, hully gully e rock and roll, come saltarello.
Da decenni, il liscio è il ballo della festa e dell’allegria e non solo per i romagnoli.
Dame e cavalieri senza età, in coppia o in gruppo, scendono in pista per guadagnare il proprio metro quadro tra le note. E non è “roba da vecchi”, come qualcuno cinicamente afferma, apponendo una stupida, quanto sbrigativa etichetta che non tiene conto né della sua storia, né delle mille sfumature che l’accompagnano.
E’ più di un semplice ballo, è un modo straordinario di comunicare, abbracciando qualcuno. Non è esibire il corpo, bensì farlo dialogare con quello di un altro, indipendentemente dal calendario, con capacità ed armonia. Ci sono coppie ultraottantenni che stupiscono e lasciano di stucco.
Terza e quarta età possono vivere una seconda primavera, tutta freschezza e divertimento, come quando si era giovani. Ma solo se si è convinti.
È meglio della palestra, di qualsiasi massaggio o cura dimagrante, fa bene al cuore, al cervello e anche allo spirito. Da praticare almeno una volta alla settimana, è la cosiddetta terapia della balera, consigliatissima da tutti i medici per rimanere in forma, perché farsi due risate in compagnia e ascoltare musica è un toccasana più efficace dei farmaci contro la solitudine e la depressione di cui soffrono parecchi over. E poi perché il movimento fa bene ovunque: alle ossa, al tono muscolare, alla schiena, alla circolazione.

La danza è un’arte antica che descrive da sempre un movimento armonico, scandito da un ritmo. Appartiene a tutte le culture e accompagna la storia della civiltà, fin dall'epoca preistorica, quasi sempre in associazione ad altre espressioni umane, come la musica, il teatro e il canto.
Nella tradizione popolare, è parte integrante di rituali, dii preghiere, di momenti sacri e di aggregazione. La ritroviamo nelle feste popolari e in tutti quei luoghi deputati all’intrattenimento e allo spettacolo. In molti Paesi ha un forte significato mistico-religioso.
E forse per questo che ci si abbandona spesso e volentieri, che non si può “star fermi” quando una certa musica ti rapisce l’anima e ti fa dondolare testa e mani, anche se stai seduto su una sedia o una poltrona.

Per chi a questa passione cede, per chi subisce il fascino ammaliante di Tersicore, c’è un ristorante storico in zona Cassia/Cortina D'Ampezzo, a Roma, frequentato soprattutto da amanti del ballo. L’impronta è anni sessanta, tipo storica Sala Pichetti, riveduta e modernizzata.
Si svolgono serate danzanti, anche con scuola e maestri di Tango argentino, tra grandi sale rinnovate e una cucina tradizionale, senza troppe pretese, senza piatti spettacolari o voli pindarici di gastro-fantasia.
Qui il cibo non è al centro dell’attenzione, fa da optional o da contorno.
Conta la musica, la passione per il ballo, la partecipazione, la voglia di inclusione e la vicinanza umana.
Conta stare insieme, rivivere ricordi, tuffarsi in una magica atmosfera, un po' nostalgica e retro, e condividere una lunghissima emozione. 
24 marzo 2019 (Alfredo Laurano)



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