domenica 8 novembre 2020

PRESAGIO TRISTE

Premesso che non credo affatto nella metapsichica e nei fenomeni paranormali, nelle suggestioni e nelle interpretazioni magiche di segni, fatti e misteriosi accadimenti (anzi li combatto da sempre, come forme di oscurantismo irrazionale e medioevale), c’è qualcosa che mi perplime e che non so proprio come definire.
Non so se è stato un caso, una coincidenza, un presagio come accadeva nell’antichità, un presentimento o una specie di sogno premonitore ad occhi aperti e forchette in mano, fatto sta che domenica scorsa, mentre eravamo a pranzo con due cari amici, nel rasserenante giardino di Tiziana, abbiamo parlato a lungo di Gigi Proietti, della sua genialità, delle sue storie, delle sue straordinarie interpretazioni, che abbiamo ricordato, ridendo, con infinita ammirazione.
Lo abbiamo magnificato, abbiamo ricordato i suoi straordinari personaggi, le sue caricature, i miti, i racconti, le battute: un mondo di comicità, di bravura, di abilità e virtuosismo, di ironia e romanità, di impetuosa, travolgente, ma naturale comicità, manco fosse, o stessimo recitando, un istintivo, involontario e spontaneo coccodrillo, inconsapevolmente predisposto.

Solo la sera, sul tardi, abbiamo appreso del suo ricovero e del suo grave stato di salute. E, all’alba, ci ha lasciato, spegnendo ogni ricordo, ogni sorriso.
Qualcuno, o forse proprio lui stesso, potrebbe dire: “ a oh, m’avete portato jella, m’avete tanto incensato da famme morì proprio er giorno del mio compleanno!
3 novembre 2020 (Alfredo Laurano)

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