lunedì 1 giugno 2020

CHE TEMPI /2054

Prima del Coronavirus e del Governo Conte si stava benissimo.
Eravamo il Paese più ricco del mondo, dalla Svizzera i frontalieri venivano in Italia a lavorare. I bar guadagnavano 200.000 euro al mese e i ristoratori non facevano in tempo a contare i soldi. Tutti pagavano le tasse e non c’era quasi debito pubblico.
Non c'era la disoccupazione, nascevi, crescevi e ti veniva assegnato un lavoro.
Si andava in pensione quando volevi tu.
La mafia era stata eliminata da Berlusconi e tutti i mafiosi erano in carcere. Ma Silvio aveva abolito anche il bollo auto, il canone Rai, l'Imu, l'Irpef, l'Iva, l'alopecia e il captcha, cioè il "Test di Turing pubblico e automatico, per determinare se l'utente fosse un umano e non un computer o, più precisamente, un robot.
Renzi si era quasi dimesso, dopo la sconfitta nel Referendum. Anche se oggi, resiste ancora al 2% in Italia (quasi) Viva.
Non c'erano suicidi, non c'era più la povertà, perché essere povero era illegale.
La benzina, grazie alla cancellazione voluta da Salvini delle diciassette accise, era praticamente gratis a giorni alterni e il sabato si vincevano ricchi premi e cotillons.
La domenica, la Madonnina di Medjugorje era ospite di Madonna D’Urso e appariva in piena luce antirughe, sottraendola a Carmela.
La lega cantava “O surdato 'nnammurato” e offriva mojito a tutti sulle spiagge.
Lo Stato era sempre presente, lo chiamavi al telefono e ti rispondeva lo Stato in persona. Quando poteva e riusciva, veniva a casa tua, perché anche la burocrazia era stata abolita.
Tutti i problemi del mondo li risolvevano Calenda, la Meloni, Brunetta, la Boschi e la Santanchè, dopo aver consultato il comitato tecnico di pagliacci, costituito da Sgarbi, Porro, Giordano, Cruciani, Mentana, Senaldi e Capezzone.
Gli Italiani andavano in vacanza e al ristorante tutti i giorni, nei centri estetici e casinò. Quasi tutti avevano la Ferrari e un paio di case al mare.
Ci prendevamo tutti per mano e facevamo il girotondo intorno al mondo.
Che tempi!

Poi, con la scoperta di un coronavirus, incubato dai pipistrelli del mercato di animali vivi e selvatici di Wuhan, arrivò la pandemia, che infettò oltre sei milioni di persone e provocò circa 400mila morti. Ancora oggi, in sud America, ci sono 52mila casi in un solo giorno per oltre 50mila decessi.
Trump, Bolsonaro e Putin che avevano negato a lungo l’epidemia, adesso si ritrovarono a guidare i paesi più colpiti al mondo, con decine di migliaia di morti sulle spalle. Boris Johnson che, inizialmente, non voleva chiudere nessuna attività, puntando sull’immunità di gregge, è finito in terapia intensiva, a un passo dalla morte.
In Italia, ci fu una strage silenziosa di ventimila anziani, lasciati morire nelle case di riposo, oltre quelli negli ospedali, nelle terapie intensive e nelle proprie abitazioni.

Dopo quasi tre mesi di emergenza, di quarantena e limitazioni, la nostra vita è cambiata. Profondamente. Pervasa e costretta da un senso di insicurezza diffuso.
Il primario del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi, afferma candidamente che il virus clinicamente non esiste più, scatenando l’ira di virologi e infettivologi, che invitano alla massima prudenza, soprattutto in questa fase di riapertura.
Il modello Lombardia è stato un fallimento, ma non si può dire, se no si incazzano i leghisti e Chicco Mentana. Quella efficientissima regione ha speso più di venti milioni di euro per fare un grottesco spot alla sua giunta di incapaci, costruendo un ospedale che finora ha ospitato, in tutto, 25 persone e che a giorni verrà smantellato. E’ tuttora la regione con il più alto numero di nuovi malati di Covid e di decessi. Numeri che, secondo la fondazione Gimbe, sono ampiamente “aggiustati” in modo da far sembrare la situazione meno grave di quanto in effetti non sia.
Intanto, in America, non cessa il razzismo: i sadici poliziotti bianchi continuano ad uccidere neri indifesi e disarmati, senza motivo, scatenando l’ira degli afroamericani, che mettono a fuoco e fiamme le città.
Da noi, sono spuntati e si sono riprodotti come conigli i complottisti e i negazionisti, variamente camuffati e colorati, uniti dal comune dal grido: “Il virus non esiste, è tutto un disegno politico, economico e sociale perché vogliono venderci alla Cina facendoci fare il vaccino e schedandoci tutti.
Travestiti da lavoratori Anas, i Gilet Arancioni, aizzati dal generale Aperol-Pappalardo (quello che voleva arrestare l’usurpatore Mattarella), vestito come Nino Frassica ai tempi di “Indietro Tutta”, sono scesi in piazza ieri, insieme a Casa Pound e ai Marci su Roma (altro manipolo di fascisti) al solo scopo di demolire il governo e le sue scelte, vaneggiando di lira italica, di Soros, di Bill Gates che vuole iniettare i microchip a tutti, di 5G, di vaccini che fanno diventare autistici e virus che non esistono o si curano con lo Yoga.

Ma non è finita qui. 
Domani è il due giugno e, invece della parata militare, ci sarà la sfilata dei coglioni. Di tutti questi, insieme al cazzaro verde, alla donna italiana e cristiana Giorgia, al Tajani delegato da Berlusca, che soggiorna beato in Costa Azzurra.
Tutti, con tanto di mascherina tricolore.
 1 giugno 2020 (Alfredo Laurano)


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