lunedì 4 marzo 2013

SORDITA'

La sordità di Grillo, sempre più divinizzato, è direttamente proporzionale all’intensità delle sue urla. E’ sempre e solo un no, gridato e preventivo. Nessun  accordo, nessuna intesa. 
E non sembra sentire nemmeno l’ipotesi di una soluzione alla “siciliana” (appoggio su specifiche leggi e programmi a un governo Bersani), come già accade in quella regione e come suggerisce anche Dario Fo.
E' commovente lo spessore culturale di molti suoi fans che pensano di fare politica con i cori, i vaffa e motti da stadio o con accese dispute da bar e sul web. Tutto ben condito con la presunzione e l’arroganza  di chi ha ragione e basta.
Che recitano, ripetuti alla noia come un mantra, i soliti quattro slogan imparati a memoria (…apriamo come scatolette…tutti a casa...) a chiunque voglia solo tentare e argomentare un ragionamento.
Che non rispettano nessuno…“tanto so’ tutti uguali”.
Che, con i paraocchi del fanatismo distruttivo,  non sanno distinguere chi guarda con attenzione al movimento, da chi lo disprezza e lo condanna senza appello. 
Che non sanno, non vogliono e non devono dialogare civilmente con gli altri perché così ha deciso e imposto il messia-predicatore.
Che idolatrano il loro nuovo profeta che non conosce il futuro, ma sa distruggere il presente, senza  suggerire pragmatiche soluzioni.

Come pensano di cambiare e salvare l’Italia se non conoscono nemmeno i preliminari della democrazia? Con l’odio, la rabbia, l’insulto? O continuando a protestare al vento da invasati?
Prima o poi, dovranno pur provare a fare! Ora sono in Parlamento!

Incoraggiamo l’inciucio e laviamoci le mani. Lasciamo che si ammazzino fra loro. Poi, rifacciamo le elezioni e raddoppiamo le stelle in questo decadente paradiso?
È questo che vuole il moralizzatore?
E’ questa la strategia per arrivare alla maggioranza?
Questo paese ha bisogno di essere governato, subito: ha il debito pubblico alle stelle, tre milioni di disoccupati e un esercito di nuovi poveri che mangiano alla Caritas. Imprese cancellate, tasse da usurai, pensionati al minimo e alla fame e giovani senza futuro.

Ma se la classe politica e i partiti hanno certamente tutte le colpe e la totale responsabilità dello sfacelo, anche chi - per proprio tornaconto - sceglie il cinismo, l’indifferenza,  il calcolo e l’ostruzionismo, pur avendo la possibilità di cominciare a muovere qualcosa, diventa altrettanto complice e colpevole. Ammette e palesa l’incapacità di rinnovare, di riformare e di assumere impegni con serietà e coraggio. Sconfessa la volontà di agire, rinnega la coerenza che fino ad oggi aveva vantato e riaffermato nelle piazze e perde di  credibilità. Quella che più di otto milioni di persone gli hanno espresso con fiducia nelle urne.

E ciò vorrebbe dire che quel movimento non ha e non aveva a cuore le sorti del paese e degli italiani, ma alimentava solo un forte vento populista che soffiava sul dissenso e distruggeva tutto, anche il buono e le speranze. Come un uragano, appunto: lo tsunami a cinque stelle!
Forse dobbiamo cominciare a preoccuparci o a chiamare l’esorcista.
3 marzo 2013
                                                                                    AlfredoLaurano                                           

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