domenica 10 marzo 2013

IL DOLORE DI UN POPOLO



Qualunque sia la valutazione politica che la storia darà a Hugo Chávez, presidente del Venezuela appena scomparso, non c'è dubbio, se si è in buona fede, che il suo rapido passaggio in questo mondo non sia stato un evento banale. Per questo credo stia suscitando una commozione collettiva in tutta l'America Latina, anche in quelle nazioni meno abituate ad approvare le strategie di cambiamento di questo seguace di Bolivar che sognava un continente affratellato.(G. Minà)

Hugo Chávez è la spiegazione del perché, in tutta l’America Latina, la parola socialismo ha ancora un profondo significato, mentre in Europa lo ha perduto quasi del tutto.
Questa spiegazione è, prima di tutto, nei numeri. Nei circa 20 anni in cui Chávez fu al potere in Venezuela, con alterne vicende, quel paese si portò al primo posto del continente nella riduzione della povertà; la mortalità infantile fu dimezzata; la rivoluzione educativa fece del Venezuela uno dei paesi più alfabetizzati del Sud America. Un paese che ha meno disoccupazione di tutti gli altri; che ha un’assistenza sanitaria senza confronti (con l’aiuto di Cuba).

Avversari, americani  e certa stampa lo chiamavano Dittatore socialista. Strano dittatore è colui che vince, con larghissimo margine, tutte le elezioni cui partecipa. Strano dittatore colui che, rovesciato da un colpo di stato benedetto da Washington, nel 2002, viene riportato al comando da una sollevazione di popolo. Chávez fu socialista perché amava il suo popolo.
Ovvio che, adesso che non c’è più, s’intensificheranno le manovre per cancellare il suo lascito politico. La capacità di corruzione e di violenza dell’Impero occidentale è immensa e resistervi non sarà facile. Le riserve petrolifere del Venezuela, che si dice siano le più grandi del pianeta, sono un obiettivo cruciale. Washington vuole fare del Venezuela l’Arabia Saudita che si affaccia sui Caraibi. 




Il Venezuela di Chávez ha ora dunque molti amici in America Latina e molti nemici fuori. Si vedrà da che parte penderà la bilancia. Noi, qui in Europa, possiamo fare poco per aiutare quei popoli. Ma possiamo imparare da loro molte cose.(G. Chiesa)


















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