Stasera, all’Olimpico di Roma si gioca per la pace.
Anche il calcio, al di là del campanilismo, del tifo
ossessivo e dell’endemica violenza che spesso l’accompagna, può avere una
funzione nobile e importante, soprattutto perché, come diffuso fenomeno sociale
e di costume, veicola messaggi forti e diretti e incide sulla mentalità di
tantissime persone.
Tra poco, campioni e vecchie glorie, di
diverse fedi sportive e religiose, scenderanno in campo su invito di papa
Francesco, per disputare una partita interreligiosa per la pace e raccogliere
fondi.
Oltre a Maradona: “vogliamo far
terminare il calvario che vediamo ogni giorno in tv", ci saranno Totti,
Del Piero, Zidane, Eto'o, Lavezzi, Baggio e tanti altri.
Nell'incontro con i calciatori, Francesco ha sottolineato il
significato dell'evento:
"La partita di questa sera sarà certamente occasione
per raccogliere fondi per progetti di solidarietà, ma soprattutto sui valori
universali che il calcio e lo sport in generale possono favorire: lealtà,
condivisione, accoglienza, dialogo, fiducia nell'altro.
Si tratta di valori che accomunano ogni persona, a prescindere
da cultura e credo.
La partita è’ un gesto altamente simbolico che può aiutare a
costruire una cultura della pace, dove i credenti di religioni diverse
conservano la loro identità, vivendo nel reciproco rispetto.
La gente vi guarda con ammirazione.
E' importante dare
sempre il buon esempio, sia dentro che fuori dal campo.
Nelle gare siete chiamati a dimostrare che lo sport è
gioia di vivere, ma anche con i vostri atteggiamenti quotidiani, carichi di umanità
e altruismo, potete rendere una preziosa testimonianza a favore di una pacifica
convivenza civile e sociale, fondata sull’ amore”.
Questo è un altro gran goal del fuoriclasse argentino Bergoglio.
1 settembre 2014 (Alfredo Laurano)
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