lunedì 15 settembre 2014

PRIMA PAGINA






Tra le notizie di oggi sui giornali:
- ennesimo naufragio di migranti al largo delle coste maltesi, con morti e dispersi;
- papa Francesco, tra i luoghi dei caduti della grande guerra, a Redipuglia, condanna ancora una volta la guerra “è una follia, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l'essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli, il suo piano di sviluppo è la distruzione!"
- Latorre è tornato a casa per quattro mesi, per cure mediche, dopo l’ischemia che l’aveva colpito in India;
- Matteo Renzi in slalom tra i problemi della Puglia - le popolazioni colpite dal nubifragio a Peschici, l’Ilva di Taranto, la Fiera del Levante di Bari - parla di “riformite”, la malattia che non consente di fare le riforme da 20 anni, e promette, come fa già da sei mesi, le sue, attraverso l’altra ormai nota sua malattia dell’ “annuncite”, tra contestazioni e sit-in di protesta, ma senza slide.

Ma ce ne sono altre tre che, forse,  colpiscono il lettore e il cittadino, sempre più smarrito e congestionato dal bombardamento mediatico, perché esprimono un significato più intimo e profondo, al di là della cruda evidenza dell’evento.

La prima, per l’orrore e la violenza che veicola e rinnova - cui ci stiamo peraltro abituando come pane quotidiano della comunicazione - ma che pur lascia ancora un esile spiraglio di sdegno umanitario e di stupore, nel cinico panorama di un mondo che ha smarrito la pietà.
E’ l’ultimo atto di ferocia della Jihad proclamata dallo Stato Islamico nei confronti di cittadini stranieri tenuti prigionieri: l'Is ha decapitato in Siria il terzo ostaggio, lo scozzese David Haines, dopo i due giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff.
Il solito rituale, la solita location nel deserto, i soliti costumi e la tuta arancio, il solito boia armato di coltellaccio, che mostra poi la foto del prossimo ostaggio che sarà scannato: la spettacolarizzazione della mostruosità, la recita del terrore a fini propagandistici.
Tutto, rigorosamente in video, come in una fiction di successo.

La seconda, per l’assurda motivazione, fondata su un’altra forma di delirante fanatismo religioso-medioevale, che l’ha prodotta.

Ghoncheh Ghavami di 25 anni è in carcere da due mesi per aver tentato di vedere la partita di pallavolo maschile Italia-Iran del 20 giugno scorso. Ghonceh è una ragazza anglo-iraniana, studentessa di legge a Londra e di madre inglese, condannata per essere andata allo stadio dove era stato srotolato uno striscione per protestare contro il divieto alle donne di assistere ai Mondiali di pallavolo a Teheran.
Era stata inizialmente rilasciata, ma essendole stati trattenuti oggetti personali, quando è tornata per ritirarli, è stata rinchiusa in cella, nella malfamata prigione iraniana di Evin.
Molte le iniziative a suo favore. 
La famiglia e i social hanno iniziato una campagna per chiederne la liberazione e hanno diffuso appelli in tutto il mondo, sostenendo che la giovane è stata tenuta in isolamento per i primi 41 giorni, senza poter vedere un avvocato e senza accuse formali. 

La terza, quasi per contrasto con le precedenti, per l’alto valore lirico e per l’intensità poetica del fatto. 
Naomi Elishuv si è sottoposta a un'operazione al cervello. Ma lo ha fatto suonando Mozart con il suo adorato violino. 
La famosa violinista israeliana, dopo aver interrotto la sua carriera per una malattia che le procurava tremore, ha deciso di operarsi e lo ha fatto con l’ausilio del suo grande amore per la musica.
Non ha tenuto, certo, un concerto, ma durante l’intervento ha eseguito alcuni  brani per verificare il momento in cui il tremore si sarebbe attenuato, consentendo alle mani di scivolare sullo strumento. L'operazione è riuscita e Naomi presto tornerà a suonare.

Tre notizie assai diverse, tre fatti incredibili e distanti nelle loro particolare drammaticità, accomunati soltanto dalla assolutà inesplicabilità della condizione umana e della sua perenne condanna alla contraddittorietà.

14 settembre 2014                        (Alfredo Laurano)                    
                                                

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