martedì 3 settembre 2013

SIAMO CIO’ CHE SAPPIAMO



L'informazione, come afferma la sociologia attraverso le scienze della comunicazione, dà forma alla mente, disciplina e insegna. Cioè, agisce su di noi, ci condiziona e ci modella.  
Ogni giorno siamo bombardati, e spesso confusi, da un flusso continuo di notizie vere, verosimili, false o costruite. Che si inseguono, si accavallano, si smentiscono.
Informazione è qualunque notizia, dato, messaggio o testimonianza  di cronaca, politica, costume, arte, sport, gastronomia, gossip che riceviamo attraverso la comunicazione (di massa), sotto qualsiasi forma: stampa, radio, Tv, internet o, anche relazioni non verbali e interpersonali.
E’ ciò che capiamo e percepiamo del mondo intorno a noi, degli eventi e delle tracce che lasciano.
E’ conoscenza, intuizioni e scoperte che facciamo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto.

Tutto questo, però, non costituisce e non rappresenta la realtà vera ed assoluta, ma una o buona parte di essa: cioè quella che rientra nell’inquadratura della virtuale macchina da presa del regista-operatore della comunicazione che ci mostra ciò che lui sceglie e ritiene utile e opportuno, o gli fa comodo, e trascura, esclude o nasconde il resto. Il cosiddetto fuori campo che invece, spesso, aiuterebbe a capire molto e di più.
Una porzione di verità, quindi,  che egli identifica secondo esigenze politiche, individuali, di tempo, di spettacolarità.
Non aspettiamoci la tanto sbandierata oggettività: non esiste. Anche se raccontiamo un banale fatto a un amico, siamo portati, per natura, a interpretarlo.

Come fa, peraltro, un altro classico strumento audiovisivo per alterare il vero: il montaggio, in postproduzione. Lo dimostrò per prima la scuola cinematografica sovietica con il regista Pudovkin e con il grande Eisenstejn. Cioè, disponendo (“montando”) quadri e sequenze di un girato in un ordine tale che conferisca al prodotto finito un significato anziché un altro: spostare, anticipare o posporre una inquadratura, una soggettiva o un piano d’ascolto cambia o inverte totalmente il senso della narrazione.
Anche nell’informazione, il montaggio - raffinata tecnica che esalta la personale creatività del comunicatore - incide significativamente nel confezionamento dei fatti da riferire. E si può effettuare anche in diretta, con una diversa scelta temporale delle inquadrature, dei campi e dei dettagli (v. dirette televisive).

Nelle società democratiche, fondate sulla libertà di pensiero e di espressione, l’industria culturale, per esigenze economiche e di gestione del potere, e avvalenosi di questi mezzi, esercita una forma di persuasione sottile e indiretta dell’opinione - una volta si diceva occulta - orientando il pubblico ad una visione del mondo e delle cose quanto più possibile pianificata e guidata, in modo da suggerirgli ciò che deve volere o credere di volere.
Dunque, la realtà è ciò che vede, crede di vedere o vuol vedere la maggioranza delle persone.
Esempio classico sono gli spot pubblicitari e certi telegiornali filogovernativi (alla Minzolini), spesso molto simili fra loro. E’ difficile e improbabile che il TG uno, principale notiziario nazionale, si metta a remare contro il governo, destabilizzi le istituzioni o faccia un'informazione che disturbi la maggioranza. Il CDA della  Rai è di nomina politica.
O che i canali Mediaset diano addosso a Berlusconi.

Certo, questa conclusione è amara, ma, come scrisse Italo Calvino, “Se si comincia a dire che l’umanità è votata all’idiozia per via della televisione, della pubblicità e degli elettrodomestici, si finirà per concludere che l’umanità era più vicina alla saggezza e alla grazia quando, al posto della televisione, c’era il parroco del villaggio, al posto della pubblicità la superstizione, al posto degli elettrodomestici il vaso da notte”. 

Forse, dipende da noi e dalla nostrà volontà non essere troppo manipolati.
Dobbiamo sforzarci di trovare conferme e fonti alternative, denunciare l’inganno, svelare la frode, scorgere la verità nel dubbio costante e tra le pieghe. E nel non dare mai nulla per scontato e vero solo perché…........ “...l’ha detto la televisione! ”
3 settembre 2013                                    (Alfredo Laurano)

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