venerdì 2 novembre 2012

'A LIVELLA


Per ricordare oggi mio padre e mia madre, che se n’è andata solo due mesi e mezzo fa, voglio rifarmi  alla lapide di marmo che porta inciso il testo della famosa poesia  “A Livella” di Totò, posta ieri sulla facciata della sua cappella, nel 'Cimitero del Pianto a Napoli.

Mio padre amava tanto questa poesia, la rileggeva spesso e la citava in ogni occasione perché la riteneva, come in effetti è, vera metafora della vita, ma soprattutto della morte che, come una livella,  non fa distinzioni  sociali e tratta tutti, quando giunge l'ora, allo stesso modo.

A spiegarlo, negli ultimi versi, è Esposito Gennaro netturbino che, rivolgendosi al defunto ricco marchese irritato per la eccessiva vicinanza delle loro tombe gli dice:
"...Suppuorteme vicino - che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive: nuje simmo serie...appartenimmo à morte!".

Ciao Mamma, ciao Papà. Vi penso sempre e vi voglio bene.
2 novembre 2012                                                                                    Alfredo
                                                                                                                                                       





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