sabato 15 novembre 2014

CHE CI AZZECCA?

Lo scopo è sicuramente raggiunto. Da oggi se ne parlerà, per giorni e settimane, sulla stampa, sul Web, su tutte le TV, nei talk di intrattenimento domenicali, pomeridiani e di prima serata. Immagino già il mellifluo Vespa, il paraculo Giletti, la veggente Madonna D’Urso, il populista Del Debbio, Striscia e il sempre compiacente Studio Aperto. Non mancheranno, ovviamente, le reprimenda e i predicozzi della curia vescovile.
Ognuno dirà la sua, con enfasi o malevolenza, a favore, indignato, ostile, convinto o contrario. Laici contro credenti, razionalisti contro clero, libertari contro integralisti, maschilisti contro femministe.
L’occasione è ghiotta, il tema è attuale e molto popolare e Francesco, il papa che non tace e rompe l’etichetta vaticana, fa notizia sempre.

anch'io non mi sottraggo e dico la modesta mia, anche se so, e me ne dolgo, che faccio il gioco di chi strumentalizza per fare ascolti e per pubblicità.
Ma queste sono oggi le regole del gioco quando si fa o si discetta di media e di comunicazione. Ignorare o far finta di non vedere, non sentire o non sapere non paga la coscienza critica e non aiuta la causa della dell’antibanalità.
 Anno Uno, ieri sera.
Sul finire, irrompono le Femen, in tenuta da combattimento, calzoncini e tette ignude e pennellate, usate per lavagna: “Attenzione, i nostri diritti sono in pericolo: siamo qui per rivendicare laicità, la separazione tra Stato e Chiesa”.
Una esibizione completamente fuori luogo, surreale e senza senso.
In una trasmissione in cui si discuteva di lavoro e disoccupazione, dei diritti di studenti e di operai e del ruolo del sindacato, la stridula conduttrice Giulia Innocenti - che si è detta “orgogliosa”, ma di che non si è capito - ha ospitato a sorpresa un coup de theatre, un proclama-pagliacciata, a seni al vento, delle note attiviste femministe che ci avvertivano dell’imminente attacco ai valori della laicità, che porterebbe il papa, con la sua annunciata visita a Strasburgo, il prossimo 25.

Con tutto il rispetto per le tante iniziative delle coraggiose ragazze ucraine, che in passato ho condiviso ed approvato, l'idea di preoccuparsi per la tenuta laica di una istituzione politica come il Parlamento europeo - della quale nemmeno fanno parte - per il solo fatto che il papa ci terrà un discorso, è piuttosto singolare e un anche po’ comica.
Hanno la guerra vera in casa, il loro Paese è diviso e dilaniato dall’orrore e dalla violenza, i governi brutalmente rovesciati, la popolazione in miseria, l’economia in caduta libera, schiacciata dalla Russia... e loro che fanno? Usano il corpo per protestare contro la minaccia alla laicità?
E non di meno, fanno scappare, offeso, dallo studio anche l’illuminato imprenditor Brambilla che, fino a quel momento, non s’era scandalizzato nemmeno per le sue stesse cazzate che aveva sparato, per attaccare l’ ”arcaico” Landini e il sindacato.

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Ferme restando tutte le ovvie considerazioni sulla separazione fra stato, chiese e religioni, sui tanti danni che queste fanno in tutto il mondo e hanno sempre causato nella storia umana, sul controllo e sull’orientamento delle coscienze, nonché sulla potenza politico-finanziaria del Vaticano o di ogni altro sistema basato su un credo e sulla fede, non credo che un intervento del papa (o, per meglio dire, di questo papa) in un parlamento possa costituire un pericolo, né per la democrazia, né per la laicità delle istituzioni.
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Pur rappresentando un miliardo di persone, non ha nessun potere decisionale in quella sede, ma svolge solo la funzione di diffondere un messaggio, che può essere condiviso o meno, a livello individuale o internazionale. Ne leggiamo tutti i giorni, anche da parte di ebrei, islamici, musulmani moderati e di Jihadisti.
Ciò che mette davvero in pericolo la democrazia è il voler impedire di parlare a chi la pensa diversamente da noi. 
Come succede proprio alle Femen, sempre represse nella loro sete di protesta e di denuncia.
Stavolta hanno usato la stessa arma che incombe su di loro.

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Dopotutto, siamo uno stato laico per modo di dire, o solo quando ce ne ricordiamo, visto che la Chiesa mette bocca su tutto: dalla politica, all’economia, alla scuola, alle leggi, alle elezioni e non paga l’Imu.
Certe patetiche sceneggiate, percepite dai più come grossolane trovate alza share, non servono al dibattito e non aiutano il confronto.
Andrebbero evitate, anche per non dar luogo alla immediata, inevitabile caterva di proteste, di reazioni, di insulti e di facili ironie da parte dei bigotti e di chi non vede l’ora di scotennare il miscredente.

14 novembre 2014                      (Alfredo Laurano)

***Il giorno dopo, a piazza S. Pietro

Video del Corriere della Sera al seguente indirizzo:
http://video.corriere.it/femen-invadono-piazza-san-pietro-portate-via-peso-polizia/9635aa76-6bee-11e4-ab58-281778515f3d


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