venerdì 19 aprile 2013

C'E' DELLA LOGICA IN QUESTA FOLLIA?

A conferma di quanto pensano quegli italiani che, come dice il filosofo Cacciari, usano un minimo di logica per valutare i fatti della politica, arriva questo chiaro pezzo di Peter Gomez che avvalora e condivide quanto anche da me espresso in queste ore. Senza dimenticare poi la straordinaria, lucida e impietosa analisi di Marco Travaglio, ieri sera a Servizio Pubblico, che consiglio, a chi l’avesse persa, di rivedere, in Rete. Semplicemente eccezionale, puntuale e ironica come sempre. (Alfredo Laurano)



“Più osservi Pierluigi Bersani nella corsa per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e più ti convinci che pure sul suicidio aveva ragione Voltaire. “Non che ammazzarsi sia sempre follia” scriveva nel ’700 il filosofo francese, “Ma in genere non è in un eccesso di ragione che ci si toglie la vita”.

Sprezzante della logica, delle richieste degli elettori (i suoi) e di un pezzo importante del partito, Bersani ha scelto la strada dell’accordo con Silvio Berlusconi e si è schiantato.

La candidatura al Colle di Franco Marini, non è bastata al segretario per dare il colpo di grazia ai democratici. Dalle parti del Pd c’è ancora vita. Non si per quanto, ma il caro estinto non è ancora tale. 

E anzi basterebbe poco per rivitalizzarlo e tentare di rivitalizzare con lui il Paese.
Il fatto è però che una soluzione non va trovata, perché c’è già. E si chiama Stefano Rodotà.
Capirlo non è difficile e dovrebbe arrivarci anche un futuro ex segretario in apparente stato confusionale. Rodotà è stimato dagli elettori di centro sinistra, è invocato a gran voce dalla base, è un giurista di caratura internazionale, ha insegnato nelle università di mezzo mondo(dalla Sorbona a Stanford), ha un lontano passato di politico – spesso critico nei confronti dell’apparato – e per la gioia della maggioranza dei piddini è stato addirittura presidente del Pds. Certo è molto anziano, ma visto che Bersani aveva detto di sì a Marini, non si capisce perché per lui ora la cosa possa costituire un problema.
Non basta. Il Partito Democratico, nelle prime due votazioni per il Colle, si è pure reso conto che Rodotà, di suo, ha più di 200 grandi elettori (M5S e Sel). Per farlo salire al Quirinale, visto che il Pd di voti ne ha quasi 500, ci vuole davvero poco. E subito dopo, Beppe Grillo lo ha detto pubblicamente martedì 16 aprile, il dialogo per far partire un governo comincerà.
Insomma, qui è la ragione che dovrebbe spingere Bersani e i suoi a votare Rodotà. A questo punto qualunque altra scelta (a partire da Massimo D’Alema, che tanto piace a Berlusconi, fino a Piero Grasso o Sabino Cassese) non può più essere giustificata con l’intelletto

Per questo, se il segretario nelle prossime ore muoverà altri passi verso l’assassinio del suo partito, o ammette di essere uno stupido, o annuncia finalmente agli elettori che c’è qualcosa che non sanno. Che tra i vertici del Pd (nelle loro varie forme) e quelli del Pdl (nella loro unica forma) c’è almeno un patto, un ricatto, un accordo magari ventennale. Un qualcosa che possa rendere, non diciamo accettabile, ma almeno ragionevole questa follia.”  


19 aprile ore 10,15  - Apprendo ora che il PD, in conclave al Capranica, ha scelto la nuova strategia: il candidato è Prodi, il più odiato da Berlusconi che, solo pochi giorni fa diceva a Bari, "lasceremo tutti l'Italia se Prodi sarà PdR". Nella speranza che sia vero (ma non mi faccio illusioni), resta lo sconcerto per come, in poche ore, si sia passati dal candidato condiviso a quello più inviso all'altra parte. Da quello che ha spaccato il partito, a quello che dovrebbe ricompattarlo. Nonostante il fraterno abbraccio ad Alfano.... Sono d'accordo con Andrea Scanzi: avrei preferito di gran lunga Rodotà, ma Prodi (considerando i nomi che giravano) è una scelta dignitosa, che non dispiace neanche a buona parte del M5S. Siamo la Repubblica del Menopeggio, del resto. Rimane sconfortante l'ostracismo subito da Rodotà, colpevole di piacere a Grillo: se si è scelto alla fine un uomo inviso al Caimano, non aveva più senso scegliere quello più amato e autorevole? Perchè appoggiare la seconda scelta e non la prima? Perché il Pd ogni volta prende la strada più tortuosa e discutibile. (A. La.)


Mentre è in corso il quarto scrutino, non si può non osservare la consueta finezza della vajassa Alessandra Mussolini che sfoggia in aula, con orgoglio, una pietosa maglietta che fa ridere solo gli impresentabili come lei, già mangiatori di mortadella in Parlamento. 
A proposito, un pensiero riconoscente a Franco Battiato!

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