martedì 23 aprile 2013

ALLA STAZIONE DELL'INCIUCIO

Din, don!
Si avvertono i signori viaggiatori che Superbone, il puffo fiorentino, è in arrivo alla stazione dell'inciucio. Salgono le sue quotazioni a Palazzo Chigi.
Ben visto dall'amico cavaliere, ma anche da La Russa e, trasversalmente, da tantissimi della sua generazione. 
Uno di quelli che più ha brigato per la caduta di Bersani, che più ha lacerato il PD e fatto sbandare suoi sostenitori, in nome della rottamazione, è teoricamente pronto alla scalata del Palazzo accanto al Monte (Citorio).
 
Ma non credo però che Napolitano gli darà l’incarico. Né che lui, furbo e ed ambizioso come pochi, vorrà bruciarsi troppo presto in un’avventura incerta, transitoria e ad alto rischio.
E' un azzardo temerario, pieno di evidenti insidie, che potrebbe mettere a repentaglio la conquista del partito e in pericolo la sua già discussa credibilità di primo della classe.
Spavaldo, insolente e spregiudicato, ma anche sottile e attento calcolatore.
Come i bravi giocatori che sanno bleffare a poker e simulare un full!
23 aprile 2013                                                           (Alfredo Laurano)


RISPOSTA ALLA LETTERA DI CRISTIANA ALICATA A MATTEO RENZI

Molto bella la lettera di Cristiana, soprattutto, molto romantica e piena di speranza. Ma, a mio parere, è sbagliato il destinatario.
La condividerei totalmente se fosse rivolta a un uomo di sinistra, per esempio a Niki Vendola, le cui non comuni qualità morali e intellettuali sono al di sopra di ogni calcolo e ambizione, ma soprattutto autentiche e votate alla coerenza.  Ovviamente di parte, di una parte che ha una visione del mondo e delle cose ben definita e che non può, non vuole e non deve essere confusa o interscambiata, con disinvolta indifferenza, con quella di chi pensa in modo opposto. La politica è fatta di idee e di principi e non è sempre e soltanto l’arte dell’utile e del compromesso, con chiunque. Anche con chi sta palesemente in mala fede e rappresenta l’antitesi del proprio pensiero.
“Serve pacificare il Paese in più punti. Serve pace tra le generazioni. Serve pace tra le classi sociali. Serve pace tra le aziende e i lavoratori. Serve pace tra nord e sud. Serve pace tra i cittadini e la politica e tra i contribuenti e lo Stato.”
E’ vero, verissimo. Ma cara compagna Cristiana, con chi vuoi cercare, concordare e firmare questa pace?
Con Renzi, che piace tanto al cavaliere, ma assai meno a quelli di sinistra? Che è certamente il nuovo ma non rappresenta quell'idea, vecchia e superata in cui crediamo e che vuole rottamare tutti e tutto con un pragmatismo in perfetto stile arcoriano? 
Con quelli che attaccano la magistratura tutti i giorni, che manifestano al Palazzo di Giustizia di Milano, che hanno certificato in parlamento che Ruby è la nipotina di Mubarak, che hanno fatto della corruzione un’arte (oggi, tanto per cambiare, hanno arrestato il tesoriere della Lega Belsito e due assessori in Basilicata), che hanno approvato solo leggi pro domo sua (Falso in bilancio, legittimi impedimenti, Lodo Schifani, Lodo Alfano, Rogatorie, Cirami, Cirielli, salva Fininvest, condoni vari ecc.)?

Forse la vecchia DC e i Fanfani, gli Andreotti e, soprattutto, i Moro di un tempo sarebbero oggi – come lo furono allora, in certi momenti – possibili e più degni alleati per l’emergenza nazionale. Con gli avversari di oggi, nulla è possibile ottenere proprio perché appartengono a un altro mondo, fatto di egoismo, falsità e menefreghismo. Cercano complicità e alleanze solo quando, sconfitti o in forte crisi, si devono aggrappare al primo scoglio per non affogare miseramente.
E noi, buon samaritani masochisti, anziché annegarli definitivamente, li salviamo ancora. Come un anno e mezzo fa (con la rinuncia alle elezioni e alla vittoria facile e certa) o come due-tre mesi fa, quando Silvio era quasi evaporato.

Tutti insieme allora, pronti a sostenere e a rilanciare il paese, obtorto collo, con il Napolitano bis, con Amato, con Violante, con Alfano, Cicchitto, Gelmini e Gasparri: il nuovo che avanza.
Prodi e Rodotà avevano da fare!
Prepariamoci dunque, come dice Travaglio, al “pensiero unico di stampa e tv, alla canzone mononota a reti ed edicole unificate”, che appoggeranno questa rivoluzionaria operazione e cercheranno di convincerci della sua ineluttabilità.
 23 aprile 2013
                                                              AlfredoLaurano            

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