lunedì 17 dicembre 2012

LA SAGOMA ESTASIATA


Ieri, intorno alle 18, su Canale Silvio è apparsa la madonna. 
Di Fatima, di Medjugorje, di Loreto? No, quella di Arcore. 
Si è materializzata sotto un fascio di luce divinizzante ed irreale - che ne ammorbidiva i tratti e le plastiche sembianze - nei panni di un tranquillo nonnetto di provincia, restaurato e tirato di recente, che si è visto costretto,  pur odiando la politica, a tornare in campo, ancora una volta, per impedire la vittoria e i massacri delle orde comuniste. Al grido di “Dio lo vuole”, è così ripartita la crociata.

Un salottino bianco, uno sfondo celestiale, un’atmosfera sfumata e rilassante, un pubblico pacato e affascinato nell’incanto. Pronto all’applauso e ad annuire come da telecomando.
E, soprattutto, una terribile conduttrice che non riusciva a trattenersi, che non ha saputo contenere il rischio di domande scomode e insidiose all’illustre ospite: “dove passerà il natale…che le dicono i suoi nipotini… cosa le ha fatto più male??”… “io rappresento la “gggente” che mi dice che non vuol pagare l’imu…”

Una infinita serie di domande maligne e imbarazzanti insinuazioni, proposte a un ritmo pari a quello dell’orbita terrestre intorno al sole.
Quando si dice “giornalismo scomodo o d’assalto”, alla Travaglio!

Un esempio illuminante che solo Barbara D’Urso, ammaliata e in estasi come la pastorella Lucia di fronte alla visione, poteva così fedelmente rappresentare.

Contrita, servile e sottomessa. Devota e persa come davanti a Padre Pio.
Adorante come le statuine dei presepi di San Gregorio Armeno, capace di tutte le espressioni di circostanza.
Perfetta nei panni di “sagoma estasiata”, utile soltanto come piano d’ascolto alla regia, ha saputo esibire tutto il suo vasto repertorio di “faccette”: lo stupore, la sorpresa, la condivisione, la commozione, la partecipazione.  
Tutto rigorosamente finto come un bluff.
Barbara D'Urso

Sembrava una giovane attricetta, anni ’50, che doveva sgranare gli occhi, aprire la bocca, esagerare nella mimica facciale per essere più credibile nel ruolo. E per stupire pubblico e regista.
Devo dire che ci è riuscita bene. Quello di “sagoma, a volte, anche parlante ” è la parte che più le si addice nel confronto col suo ospite divino, anch’esso sempre più parodia di se stesso.

Tralasciando il logoro monologo di un ora e venti tenuto dalla “madonna di Arcore” – fatto di meno tasse, niente imu, giudici comunisti, persecuzioni, processi ignobili, aiuti ed opere di bene a ragazze bisognose, a rischio di mignotteria – la trovata più geniale nella fiction generale è stata la domanda concordata della sagoma parlante.
Un sottile espediente di strategia della comunicazione:
“Mi si è fidanzato, presidente? - “Si, con una fanciulla di soli 49 anni meno di me, bella fuori, ma di più dentro. E di una morale solidissima!”.
Non ridete gente, si parla di morale!!! Tra il pubblico ammaestrato, infatti, neanche un sorriso, un occhiolino…una gomitatina. Poi, un generoso e commosso applauso. Certamente spontaneo e di approvazione, come appunto avviene in una fiction.

Silvio non è più triste e solo come quando, divorziato e rimasto senza mamma Rosa, era costretto dagli amici a fare qualcosa. A organizzare qualche cena, qualche festa, qualche innocente bunga bunga con ragazze pronte a distrarlo e a fargli compagnia.

Ora, tutto questo non c’è più e il fidanzamento ufficiale, annunciato alla nazione, mette fine a tutti gli scandali che lo hanno accompagnato e travolto nell’ultimo governo.
È pronto a ricominciare, con una nuova moralità, grazie alla crocerossina che gli impedirà di cadere in tentazione e vigilerà sulle sue ossessioni compulsive.

        17 dicembre 2012                                                                                                                      AlfredoLaurano 
        

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