venerdì 17 agosto 2012

SVEVO TI HO FREGATO!


Non ci credevo. Ci speravo, ma non ne ero assai convinto. E invece pochi giorni fa ho celebrato il primo anniversario! Allora è vero: è già passato un anno da quel ventisette luglio. Un anno senza fumo, 365 giorni senza tabacco avvolto nella carta e nel pacchetto; 8.760 ore senza catrame e senza nicotina!
L’ultima sigaretta, a differenza di quella di Zeno Cosini, è stata proprio l’ultima!
Senza rimandi, senza scuse, senza dubbi, senza promesse o giustificazioni.
525.600 minuti mi separano ormai da lei. Eppure…quanto l’ho amata, desiderata, voluta, sospirata, cercata, aspirata e gustata….
Per “soli” cinquantanni, in tutto il suo piacere, degustato e quasi masticato, come si fa col grande vino per coglierne il sapore.
Fino a quel giorno, fino al divorzio, non certo consensuale, ma per colpa. Sua! Certamente solo sua!
Così dice perentorio l’avvocato nei panni del cardiologo. “O la rinuncia a lei o, a breve, l’ossigeno portatile….”
Perciò l’ho lasciata dopo tanta vita insieme. Non perché finita la passione. Non per tradimento o per sostituzione con altro vizio o tentazione. Ancora l’amo e ce l’ho in mente con vera nostalgia.
Ne ricordo l’assoluta fedeltà, la sicura e pronta  compagnia in ogni momento della giornata. Il significato e il senso che ne giustificava l’accensione in ogni situazione: una boccata per far passare il tempo o quando c’era da aspettare, un’altra per vincere la noia o la tensione. O l’ansia o la paura per una prova, un esame, un incontro assai importante. O per scacciar la fame, il sonno e vincere la fatica e la stanchezza  del viaggio e della guida. Oppure, ancora, dopo una prova impegnativa. E perché no, dopo il piacere: il caffè, la tavola, l’amore.
La delizia del fumo si sommava e amplificava ogni altra sensazione, ogni altro possibile godimento ed appagava voluttuosamente i sensi!
Ma, forse, era solo un’illusione, un’idea disegnata dalla mente, un irreale parto della fantasia che si vestiva di irrinunciabile presenza e di lusinghe da sirena incantatrice. E ti catturava come un tonto pesce nella fitta rete della dipendenza.
Per tutto ciò non posso biasimarla: faceva la sua parte, svolgeva il ruolo di fedele amica e amante compiacente, garantendoti il trastullo e un certo aiuto, ma non il buon respiro e la salute, nel lungo tempo e nella prospettiva.
Un lento, subdolo tradimento che non ti sfiora subito o al momento, ma si consuma inesorabile negli anni.
Ma non è lei l’adescatrice, non è lei che ci ha cercato e poi plagiato. L’abbiamo scelta noi, o meglio anch’io, e ce ne siamo follemente innamorati.
E perciò un po’ mi manca. Una passione nata a scuola nell’adolescenza non si dimentica o si rinnega così semplicemente.
La si ricorda come un grande amore contrastato, con mezzo sigaro spento tra le labbra.

San Piero in Bagno, 10 agosto 2012
                                          Alfredolaurano 

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