martedì 26 febbraio 2013

LE STELLE SONO TANTE E LUMINOSE



Non sono stupito e nemmeno molto incazzato. Forse solo rassegnato alla nausea permanente.
Tutto è andato com'era prevedibile nella peggiore delle ipotesi e come avevo scritto e ipotizzato negli ultimi giorni di campagna elettorale, temendo questi risultati e la conseguente ingovernabilità. Mi viene in mente qualcuno, un tale Mussolini, che aveva detto: governare gli italiani non è difficile, ma inutile. O Flaiano che ci ricorda che la situazione è tragica, ma non seria.

Comunque, riassumo in breve, il cosmico dolore, mio e di tanti altri disgustati:

-  questo paese fa schifo veramente;
-  gli italiani sanno vendersi e farsi comprare con due soldi d'Imu;
- Il lavaggio del cervello è la cosa più pulita che Berlusconi ha fatto agli italiani (ellekappa). Dato per finito da soloni e politologi e a un massimo del 15%, ha preso il doppio e s'è rifatto anche la verginità politica , oltre l'asfalto in testa e la nuova fidanzata;
- la Sinistra si è rifatta del male, come sempre, e si è sacrificata sull’altare dell’autolesionismo. Ha rottamato migliaia di voti alla discarica, buttati e sprecati perché rimasti senza fruitori e destinatari, e ha così suicidato il giustiziere Ingroia, Di Pietro il feroce oppositore, Ferrero e Diliberto, tutti senza seggi e senza quorum. Solo Vendola ha capito in tempo che si poteva ancor contare, galleggiando, in coalizione. Certo, fa strano e fa bollire pensare che Razzi e Scilipoti invece sono entrati;
- Monti ha sprecato l’occasione di starne fuori con signorilità per contare in un ruolo terzo e super partes ed è sceso in campo per far perdere Bersani;
- il policromo Giannino, di contro, col suo partito-filastrocca “Fare, Dire, Baciare…” ha succhiato qualche misera virgola di punto al guitto d’Arcore e ha consegnato, di fatto, la Camera a Bersani. Grazie a nome del PD, che per quel poco è ancora sopra al PDL. Poi, non avendo fermato il declino, ha fatto, come dice il gioco stesso, testamento;
- Bersani, ancora una volta - dopo aver sbagliato a rinunciare al voto quand’è caduto Berlusconi quindici mesi fa - si è limitato a dichiarare di voler smacchiare il giaguaro e  non è stato capace di ribattere alle promesse demagogiche che gli altri lanciavano sul campo, senza remore e vergogna, per timore di sparare balle troppo populiste (benefici ai politici, finanziamento ai partiti, numero dei parlamentari, riduzione delle tasse, pensioni d’oro, missioni militari ecc.). Ma, forse, anche perché convinto di stare dieci punti sopra, nei sondaggi;
- fra tanti feriti, perdenti e dispersi, qualcuno con le mutande in faccia grida pure alla vittoria: La Russa, Gasparri, Capezzone, che parla di miracolo, e Lega Nord.
Il povero Fini, già cacciato dal PDL, da presidente della Camera, scompare anche dal panorama politico, come successe a Bertinotti;
- tra gli sconfitti, pure e soprattutto, i tanti incapaci sondaggisti che hanno sfibrato le palle a tutti i cittadini, toppando dati, forchette e previsioni e sottovalutando la forza dei Grillini e il fascino perverso della protesta;
- intanto, in attesa del largo inciucio o di possibili neo-elezioni, cinque grandi stelle luminose stanno alla finestra a godersi il firmamento, in attesa di corteggiamenti, di proposte e del futuro.

Perché Grillo ha vinto certamente, ma hanno perso gli italiani.
E Bersani, forse, aprirà una tintoria.
26 Febbraio 2013
                                                                  AlfredoLaurano


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