Chi ha vissuto da dentro e da vicino questa nuova forte
scossa, chi ha visto crollare accanto a sé un edificio, chi si è trovato
immerso in una nuvola di polvere e calcinacci, chi ha visto spaccarsi strade e
pezzi di montagna, resterà per sempre traumatizzato, anche se si è salvato e ha
“solo” perso la sua casa o la sua attività.
Mi son tornate in mente certe paure provate da bambino,
quando mi capitava di guardare uno spaventoso film, con feroci, enormi mostri e
dinosauri, dove la terra o l’asfalto si apriva e inghiottiva, voracemente,
persone, cose e animali.
Quelle sensazioni di panico me le portavo appresso e
turbavano i miei sonni di fanciullo.
Una banale riflessione: e se questa lunga e intensa scossa
di ieri mattina alle 7,40 si fosse verificata di notte, come quella del 24
agosto o dell’Aquila o di tanti altri terremoti?
Oltre ai crolli, alle devastazioni, alle spaccature di
montagne, alla cancellazione di borghi e paesi, ai tanti feriti, alle migliaia
di sfollati, quanti morti e vittime avremmo contato e pianto? Quanto e per quanti giorni si sarebbe scavato a mani nude
tra le macerie per salvare vite umane o recuperare corpi?
Ora si parla di contagio sismico, come fosse un virus,
un’infezione, un’epidemia.
Secondo gli esperti, si verificano processi di propagazione
laterale della sismicità (contagio), relativamente frequenti, già osservati in
altre aree sismiche della Terra, come per esempio in Turchia, California e
Haiti.
Questo fenomeno sta coinvolgendo l’Appennino centrale in
questi mesi. Il terremoto si è spostato da Amatrice verso nord, nell’area di
Visso e Ussita, e da questi luoghi oggi nuovamente verso sud nell’area di
Norcia, dove il terremoto di Amatrice di agosto si era arrestato.
Gli intervalli di tempo, tra un terremoto forte ed una altro
forte adiacente, possono essere di anni o decine di anni, ma anche giorni o
mesi come sta accadendo oggi.
Purtroppo non siamo in grado di prevedere quando e come tale
sequenza sismica andrà a scemare, né possiamo in linea teorica escludere altri
terremoti forti come e più di quelli avvenuti fino ad oggi in aree adiacenti a
quelle colpite in questi mesi.
Va però detto che se da una parte questa sequenza è
fortemente preoccupante, dall’altro lato la propagazione laterale fa sì che si
verifichino una serie di terremoti forti, ma non fortissimi.
Molto peggio sarebbe se tutti questi segmenti della faglia
(Amatrice, Visso, Norcia) si fossero mossi tutti insieme generando un terremoto
di magnitudo superiore.
Per darci un po’ di coraggio, e per tranquillizzarci un po’,
il direttore del Cnr ci informa che l'incognita
ora è il futuro: "Non possiamo
escludere nuove scosse, anche più forti di quest'ultima. Non conosciamo la
quantità di energia che ancora è accumulata su queste faglie perché l'epicentro
del sisma è a 10 chilometri sotto terra".
Non ci resta che piangere o pregare in piazza, come hanno
fatto ieri a Norcia, dopo il crollo della cattedrale, o consultare l’Oracolo di
Visso.
(Alfredo Laurano)
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