La mia stimata amica Giulia Bettini,
appassionata ed entusiasta fan di Andrea Camilleri, avrebbe voluto esprimere
civilmente il suo punto di vista, quando ha scoperto il volgare attacco di tale
Fulvio Abbate – sedicente intellettuale e opinionista fai date – al maestro
siciliano.
Un attacco livoroso, pesante e
ingiustificato, anche se legittimo, che ha visto così definire il grande autore
di Montalbano, ma non solo: “ma quale
grande scrittore, Camilleri è solo uno Sciascia decaffeinato. Descrive una
Sicilia ridotta a macchietta, il suo dialetto è da pro-loco, da ente nazionale
per il turismo e il suo successo è solo figlio di una bella produzione commerciale. Perfino la mafia nei suoi libri diventa un
souvenir, come il carrettino o la coppola o il grembiule con l’effigie di
Brando nei panni del Padrino. Souvenir de Sicile”.
È un personaggio così, tale Fulvio
Abbate, un provocatore e un edonista che qualche buontempone ha definito
sacerdote laico della fantasia.
Scrittore e critico d’arte, sempre sprezzante,
volgare quanto basta e polemista a prescindere, si fa chiamare marchese e si
definisce situazionista, patafisico e anticonformista.
Tra i tanti attacchi e veleni che spara
contro tutti, per rimediare qualche invito in trasmissioni TV o in qualche
rissa da talk, è quello che disse anche che i film di Nanni Moretti “non ci hanno mai dato lo spunto nemmeno per
una sega” e che Dario Fo “era un divino
trombone. E' stato tutto: repubblichino, comunista, premio Nobel e
peppecrillaro, non si poteva non volergli bene”.
E’ stata etichettata, da lui e dai suoi
seguaci, come "groupie", "turista della letteratura",
"integralista del bestseller", ruffiana di Camilleri",
"scervellata totale", "aderente alla cupola dei mammasantissima",
"comare troll-fascista di Camilleri" e amenità di questo genere.
Alle sue ironiche e sacrosante repliche,
la dose di insulti si è fatta più massiccia e offensiva: "andatevi a leccare vicendevolmente la fica tra di voi, da
un'altra parte, magari sotto casa del Maestro. Qui non è mondo che fa per
voi." (cit.Abate), "chiedo venia e vado a sciacquarmi le palle in
Arno......" , "Questi stanno messi peggio di chi posta i gattini o
Padre Pio sulla propria pagina FB." (cit.Abbate),"Vada a fare in
culo, idiota." (cit.Abate), " Il corpo di polizia municipale di
Camilleri è venuto a cacare il cazzo pure qui, manco fosse la squadra buon
costume" (cit.Abate)...e via di questo passo.
E tutto questo solo perchè Giulia ama
leggere Andrea Camilleri.
Grande e determinatissima Giulia, hai
tutta la mia solidarietà nella tua battaglia contro la supponenza e
l’arroganza.
Contro questo pallone gonfiato che pensa
di essere importante e dirimente per l’umanità, ma è solo un poveretto
scribacchino imbrattacarte, corroso dall’invidia.
Un presuntuoso fac-simile di intellettuale
che si auto colloca nella sponda di una vaga Sinistra anarchica e non organica,
per opportunismo di mestiere e di facciata, e che quel paravento usa per
provocare, per essere notato, citato, o per avere qualche titoletto sul web o
sulla stampa, per apparire libero da qualsivoglia condizionamento.
Che si permette di sentenziare, dall'alto
del suo nulla cosmico: " I libri di
Camilleri sono una cagata pazzesca"; "Andrea Camilleri è una
caricatura letteraria"; "narratore di genere dalla lingua risibile,
puro cabaret letterario”; "Camilleri è come Al Bano"...
Difficile restare indifferenti di fronte a
tutto questo!
Ma, se Camilleri è una caricatura
letteraria, lui, si, proprio lui - opinionista informale, trasandato e
stravagante nell’abbigliamento e nel proporsi, ma anche nella testa - è una
malriuscita caricatura di intellettuale che si è auto-costruito a tavolino e
davanti allo specchio deformante.
21 ottobre 2016 (Alfredo Laurano)
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