mercoledì 30 aprile 2014

SEDATELO!

Da Porta a Porta a Domenica live, da Piazza Pulita a Mattino cinque: non si ferma la maratona televisiva di Berlusconi, nonostante gli scarsi ascolti. Non sarà a S. Giovanni il primo maggio - sarà pieno di comunisti! -  ma il 2 sproloquierà a Virus su Raidue, il 4 a In mezzora su Raitre e a un comizio a Bari.

Venerdì 9 maggio, in qualità di “assistente” comincerà - era ora! - i servizi sociali con i malati di Alzheimer: niente barzellette e canzoncine, quindi, ma entrerà in contatto con “sofferenze e situazioni che potranno arricchirlo”, dice il dg del Centro di Cesano Boscone.
Dopo la battuta sui tedeschi che non sanno cosa sono i lager, dopo “Aridatece Kohl”, guardando una foto della Merkel, dopo “Profondo Rosso” riferito a Napolitano, dopo “bisogna aver paura di Grillo…è come Robespierre, o Marx o Lenin, il prototipo di Hitler…”, continua a parlare - ovunque vada, ovunque trovi un microfono o una telecamera - di “sentenza mostruosa” e dei “servizi sociali che si danno a chi deve essere rieducato e non ad un signore della mia veneranda età, con tutto quello che ha fatto… è ridicolo…”

Ormai, è fuori controllo, non ha più freni inibitori, né di pensiero, né di lingua, né sessuali (peraltro, mai  avuti)  e sta mettendo in crisi il suo stesso apparato. Chiacchiera e straparla come fosse con gli amici allo stadio o in trattoria.
Ghedini è furibondo, Toti è preoccupato, la Pascale capa i fagiolini, Dudù non lo sopporta più.
Non si rende conto che, da assistente ai poveri malati di Alzheimer, potrebbe cambiar ruolo ed essere lì ricoverato per analoga demenza, per essere sedato…..

30 aprile 2014                                                                              (Alfredo Laurano)

 

martedì 29 aprile 2014

CERCATORI - La febbre del cassonetto

Avete presente i cercatori? No, non parlo dei tanti minatori che alla fine dell' ‘800 si avventuravano nello Yucan, risalendo fiumi e valli alla ricerca di ricchi giacimenti d’oro, ma dei “nuovi” esploratori, rovistatori di cassonetti, che da qualche tempo si moltiplicano in città.

Armati di carrello e di “spadino” - una bacchetta di metallo, tipo antenna, per smuovere e frugare meglio - in coppia o singoli, piuttosto giovani e quasi sempre di etnia rom, ispezionano, spulciano e setacciano quotidianamente i cassonetti dell’indifferenziata, con la massima attenzione. 
A volte, vi entrano dentro, acrobaticamente, per “rumare” meglio.

In tanti ci siamo chiesti cosa cerchino nella spazzatura.
Cercano, soprattutto, ferro, rame e metalli vari, come mi ha detto un non proprio giovanissimo “cercatore”, che ho intervistato ieri, casualmente, da rivendere a enti, industrie e cantieri edili.

Ma anche legno, plastica, gomma, giocattoli, borse, lampade e ceramica. Materiali misti che, previa selezione, possono essere avviati a operazioni di recupero e riciclo creativo, per la creazione di nuovi beni, di altri oggetti di consumo.

Da cosa rinasce cosa.
A Testaccio, quartiere storico di Roma, all’interno del Campo Boario dell’ex Mattatoio, sorge la Città dell’Altra Economia, uno spazio di  3.500 metri quadrati adibiti alla promozione, all’ esposizione e alla vendita di prodotti provenienti  dall’ agricoltura biologica, dal commercio equo e solidale  e dal riuso e riciclo. 

Nell’area sono presenti inoltre  laboratori artigianali, una libreria, una ludoteca, un biobar e un bioristorante, spazi espositivi, luoghi di incontro, di formazione, ricerca, sviluppo e finanza etica.

E’ una città per un consumo consapevole, uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato a quelle pratiche economiche che si caratterizzano per l'utilizzo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un'equa distribuzione del valore, che non perseguono il profitto e la crescita a ogni costo e che mettono al centro le persone e l'ambiente. 

Lo scopo del progetto sul Riuso e sul Riciclo, consiste nel promuovere una gestione virtuosa e diversa degli scarti, comunemente chiamati rifiuti che, invece di essere destinati alle discariche, vengono lavorati, riqualificati e trasformati in opere artistiche, artigianali e di design, da destinare alla vendita, contro l’innata tendenza allo spreco, indotta dai consumi.

Probabilmente, molti oggetti recuperati in quei cassonetti grigi dai rastrellatori arrivano lì, in quella casa del riciclo.

Chissà quante nostre cose vecchie, scartate e abbandonate, sono risorte a nuova vita e si sono “reincarnate”, cambiando forma, fattezze e funzione.
Ma noi non lo sappiamo e, magari, le ricompriamo.

29 aprile 2014                                                                   
                                                        AlfredoLaurano
                                                                                                                                                                        


SINFONIA A QUATTRO PAPI

Nella giornata dei quattro papi, due - Angelo e Karol - sono appena stati santificati, a furor di popolo e di Chiesa.... dai due celebranti Jorge Mario e Joseph.
C'è un altro Papi, però, che, da qualche tempo, non se lo fila più nessuno, o quasi. 
Condannato, espulso dal Senato, affidato - sempre, si fa per dire - ai servizi sociali, non era in piazza, né per la nomination a "beato", né come ospite d'onore.
Non era in Istituto per assistere i coetanei, non era in galera, né ad Arcore o a Grazioli.
Era in trasmissione da madonna D'Urso, sempre illuminata come in celeste apparizione.
Ci deve essere rimasto proprio male, sotto sotto ci sperava!
Ma riconsolati Papi Silvio, da vivi, non si diventa santi, né beati. In futuro, si vedrà. Qualcuno valuterà i miracoli che hai fatto, il ruolo educativo che ti è sempre stato proprio, la generosità, il bene e l'amore che hai profuso fra tante giovani donne bisognose.
Ora, pensa che fortuna, continuerai la tua nobile missione con quelle più attempate, più mature, ma piene di esperienza!
E sarai premiato dalla Storia, se non dal Vaticano!

"Sono in questa trasmissione per svolgere un ruolo importante: un servizio sociale...". Così ha esordito sulla sua piazza di Canale cinque, prima di scatenarsi nel solito comizio contro tutti - stavolta in qualità di "affidato ai servizi sociali" - per cercare di recuperare qualche votarello che i sondaggi gli sembrano negare.

Dulcis in fundo, l'appassionata sviolinata per Francesca, la sua ragazza: "mi ha dato serenità. Io lavoro fino alle 2.30 di notte, lei legge per aumentare la propria istruzione ed è una enciclopedia vivente. Ha sempre ragione lei e me lo fa pesare. Capisce subito le persone.
È una sinfonia!"
Per par condicio, domani, Renzi suonerà la sua, dalla severa, ma gioviale De Filippi.
Che sinfonie, che concerti, che duetti! Che musica divina!

27 aprile 2014
                                  AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         


domenica 27 aprile 2014

DUE PER DUE


Due papi in piazza, domani - Francesco, in carica, e Benedetto XVI, dimissionario ma emerito -  per  santificarne altri due: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.  
Mai avvenuto, fino ad oggi, nel corso della storia e difficilmente avverrà in futuro. Verranno canonizzati entrambi, nello stesso giorno.
Angelo Roncalli e Karol Wojtyla, due protagonisti assoluti non solo della Chiesa cattolica, ma delle vicende mondiali che hanno attraversato, influenzato e, in qualche caso, anche condizionato.
Pur nelle differenze, le loro vite straordinarie  presentano analogie e somiglianze: origini umili per entrambi,  intelligenza, sensibilità, coraggio, attenzione ai giovani, impegno e lotta per la pace.

Roncalli, il papa buono e semplice, famoso per l’enciclica Pacem in Terris, per la crisi dei missili di Cuba del 1962 e per il discorso della luna.

Wojtyla il grande comunicatore, il papa mediatico e “televisivo” che abolì la sedia gestatoria, instancabile viaggiatore (oltre cento viaggi in tutto il mondo, anche suo malgrado e quando era già in precarie condizioni di salute), sfruttato dall’apparato curiale, come vetrina internazionale, quasi fino agli ultimi suoi giorni.

A Roma sono attese oltre due milioni di persone, migliaia di giovani e  intere famiglie stanotte si prepareranno all’evento con veglie di preghiere nelle chiese di Roma. Praticamente esauriti i posti letto in hotel, B&B, Istituti e residenze religiose. Da domani mattina, dirette TV, collegamenti e maxischermi in tutta la città.
Molti dormiranno in strada in sacchi a pelo, nei dintorni del Vaticano, dove le auto non potranno circolare e parcheggiare. Le misure di sicurezza sono straordinarie e al massimo livello.
Al rito, parteciperanno centocinquanta cardinali, oltre un migliaio di vescovi e sei mila sacerdoti. Gli ecclesiastici addetti alla distribuzione delle ostie saranno 870.
Senza precedenti le delegazioni ufficiali. Saranno 93, di cui 24 composte da capi di Stato e sovrani, e 35 da primi ministri. Per l'Italia, Giorgio Napolitano e Matteo Renzi con le rispettive consorti.

 Io, purtroppo, non potrò essere presente, avendo scelto di fuggire da quel caos, per rifugiarmi nell’ umile e tranquilla dimora accanto al mare. Spero che Francesco non se ne abbia a male.
 
26 aprile 2014                                                                                    Alfredolaurano 

giovedì 24 aprile 2014

L'ARTE DEL MONTARE

Montare: salire, andare sopra qualcosa.
Si può montare a cavallo, in carrozza, in treno, in macchina o di guardia;  o su una scala o sulle spalle di qualcuno; può montare la rabbia e il sangue alla testa; gli animali si montano quando si accoppiano; si può montare la panna o a neve le chiare dell’uovo o un caso, una polemica, un impianto, un mobile Ikea….
O si può montare ad arte. Montare una scena, un film.

Cioè, determinare una struttura narrativa e la continuità di un’azione, attraverso la composizione di varie inquadrature, girate anche in tempi e in luoghi diversi.
Raccontare con immagini, effetti e suoni in successione logica è il montaggio, la fase più creativa in cui prende corpo una storia cinematografica. Perché “il montaggio non è un aspetto, è l’aspetto del cinema”, diceva Orson Welles.

Da un punto di vista tecnico, la durata di quadri e sequenze dipende da elementi artistici, dalla sensibilità dell’autore e dalla valutazione della soglia di attenzione dello spettatore, il cui interesse non deve mai decrescere. Può variare da pochissimi a molti  secondi (uno è uguale a ventiquattro fotogrammi). Un’immagine che dura meno di tre fotogrammi è percepibile solo in via subliminale, non di coscienza.
Il numero delle inquadrature, i tempi, gli stacchi, i piani, i totali, i campi e controcampi, le dissolvenze determinano il ritmo  della narrazione, che viene percepito dallo spettatore, portato a creare un legame fra le inquadrature: disteso, vivace, lento, noioso, coinvolgente, deciso, dinamico, frenetico.
La cadenza è comunque legata all’ equilibrio, all’armonia generale, al particolare contenuto del film.

Esistono varie tipologie di montaggio.
Il montaggio in macchina, che segue un ordine di ripresa con tempi, luoghi, piani e pause prestabiliti; a priori, se segue fedelmente una sceneggiatura; a posteriori, con immagini d’archivio e di repertorio (si usa per alcuni spot, videoclip, documentari); in post produzione, che crea e compone il film; il piano sequenza, ovvero tecnica di ripresa consecutiva, composta da una sola inquadratura e da un solo piano, senza stacchi di macchina o di montaggio:la macchina da presa segue costantemente un personaggio o tutta un’azione.
                                            
Da un punto di vista artistico, è il montaggio, quindi, che dà ritmo e stile all’opera, anche in base alla sceneggiatura, alle scelte di regia e al genere del film (comico, romantico, storico, drammatico, d’azione ecc.) e che consente di cogliere il senso, lo spazio e i tempi della vicenda rappresentata.
                                            
Nel montaggio classico, sulla base degli elementi propri del linguaggio cinematografico (inquadratura, scena, sequenza), teorizzati da Griffith, il regista russo Lev Kulesov compì nel 1920 un importante esperimento (poi definito effetto Kulesov):  in fase di montaggio, alternò il primo piano di un attore (Ivan Mousjoukine) 
con riprese di una tavola imbandita, di un cadavere e di un bambino e, sebbene l'espressione del viso dell'attore non cambiasse mai, il pubblico percepiva, e gli attribuiva, differenti stati d'animo: fame, paura, tenerezza.

Questa dimostrazione permise poco dopo a Ejzenstein, pioniere e teorico di quell’arte, di aggiungere una dimensione nuova a tale tecnica: capì che attraverso la correlazione  di due diverse immagini in sequenza, si ottenevano forti significati allegorici che travalicavano il contenuto delle singole inquadrature.

Nasceva così il montaggio delle attrazioni, figura retorica basata sulla similitudine simbolica di fatti accostati per analogia.
Uno strumento interpretativo fondamentale per stimolare la fantasia e l’emotività dello spettatore e per catturare l’attenzione del grande pubblico, spinto alla riflessione intellettuale, come nella vita reale.

Esempio evidente è la sequenza finale di “Sciopero!” (1925), in cui, alle immagini degli operai scioperanti che cadono sotto gli spari della milizia, Ejzenštein alterna scene che mostrano dei macellai uccidere un bue.

Su queste stesse tecniche e agli stessi fini, più o meno, venticinque anni fa nasceva Blob di Giusti e Enrico Ghezzi: un collage satirico di montaggio occasionale e irriverente.
Un apologo simbolico e allusivo che fa dialogare le immagini che, al di là del loro stretto contenuto, esprimono un nuovo senso e un significato più profondo.

Spezzoni video con audio o muti, frammenti di risse e siparietti televisivi, dichiarazioni, sparate, schegge, errori tecnici sezionati, rimontati e abbinati, in rapida sequenza e in assoluta libertà, da una squadra di estrosi “montautori”, per svelare, criticare, denunciare e per prendersi gioco di tutto ciò che passa in TV. 
   
La prima  puntata andò in onda il 17 aprile 1989.
Soprattutto nei primi tempi, molti si ritenevano offesi dagli audaci accostamenti fatti a danno della propria immagine. Altri, invece, si auto-segnalavano per apparire e per non essere ignorati. Clienti affezionati e ricorrenti: Fede, Sgarbi, Funari, Ferrara, la Parietti, la Clerici, Berlusconi e politici vari. Di tanti folli e stravaganti personaggi, Blob ha fatto la macchietta e anche la fortuna.

Un programma, innovativo e scomodo per qualcuno, che ha un senso proprio perché non ha un filo conduttore, come aveva intuito subito Fellini.

Scrive Aldo Grasso: “Blob è una sorta di rubrica di critica televisiva costruita solo con le immagini: il punto di vista critico non viene esplicitato, ma in qualche modo sollecitato da un taglio ironico”.

E’ come il blob del film Fluido mortale - diceva Guglielmi, allora direttore di Raitre - una massa priva di forma e consistenza,  che invade il mondo, soffoca gli spazi vitali e rappresenta il sistema gelatinoso in cui si sta trasformando non solo la televisione, ma tutta la cultura italiana.


23 aprile 2014                      (Alfredo Laurano, detto Mezzoframe)

domenica 20 aprile 2014

UNTUOSI, SONTUOSI e PRESUNTUOSI



Mentre il “comunista” papa Francesco si scaglia, spesso e volentieri, contro gli idoli del potere, del lusso e del denaro che impediscono un’equa distribuzione della ricchezza; 
mentre afferma che bisogna sconfiggere la piaga della fame, aggravata dai conflitti e dagli immensi sprechi di cui siamo complici;
mentre predica che le coscienze si convertano alla giustizia, all'uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione;
mentre abita, tuttora a Casa S. Marta in un bilocale di 70 mq.;
mentre fa distribuire ai clochard della stazione 50 euro con gli auguri della Pasqua….

....il cardinale Tarcisio Bertone, ex Segretario di Stato, sta per inaugurare il suo attico a Palazzo San Carlo, di circa 700 metri quadrati.
In Vaticano, la Domus S. Marta e il Palazzo San Carlo sono edifici vicini. La prima di dimensioni ridotte e contenute, il secondo assai  imponente.

Pare che, dopo aver osservato i complessi lavori di ristrutturazione nella struttura a fianco alla sua residenza, papa Bergoglio, informato su chi sarebbe stato il suo nuovo vicino di casa, si sia piuttosto incazzato.

La sua ira contro chi in Curia ancora resiste al suo tentativo di cambiamento non è passata inosservata e giovedi scorso, davanti al clero riunito in San Pietro, si è scagliato contro i preti "untuosi, sontuosi e presuntuosi", che dovrebbero avere invece "come sorella la povertà". 
Buona Pasqua Francesco e non mollare!
20 aprile 2014                                                                       (Alfredo Laurano) 

INTELLETTUALI

Nella realizzazione della società prefigurata da Gramsci, gli intellettuali hanno un'importanza decisiva: sono fondamentali per la conquista dell’egemonia culturale di ogni classe e per guidare le capacità di autocoscienza delle masse operaie e contadine. Sono, in effetti, dei veri e propri educatori che, nei vari ambiti in cui si muovono, apportano un utile contributo culturale, morale, sociale e politico.
Gramsci esalta il ruolo dell’intellettuale, ma lo fa specificandone la primaria funzione sociale. Senza di essa verrebbe meno la sua natura e non potrebbe entrare in quel determinante ruolo di interprete della realtà e di guida. 

Sicuramente, quando scriveva queste riflessioni, sapeva già che, a conferma delle proprie teorie, sarebbero emersi, prima o poi, questi fulgidi esempi di intellettuali: duri, puri e coerenti, del tutto fuori dalle logiche del Potere e mai asserviti al fascino del denaro.
Anch’essi pensano, scrivono e, generosamente, pubblicano per le masse popolari. Divulgano il sapere, la saggezza e l’ esperienza.
La loro preziosa funzione sociale è garantita ed è assolutamente essenziale per crescere, per prendere coscienza di sè e abbracciare la diffusa e salvifica teoria del “…amico mio, senti a me…fatte li cazzi tua....!”

19 aprile 2014                                                          (Alfredo Laurano)


sabato 19 aprile 2014

FIONDE, ZAINETTI e PASSEGGIATE

Come da tempo penso, dico e scrivo, ormai, delle manifestazioni di protesta per il lavoro, per la casa, per lo studio...non si raccontano le ragioni di chi scende in piazza. Si parla solo della violenza, dei danni alle cose e alle città, delle auto in fiamme e dei poliziotti che "passeggiano" sulle ragazze già per terra. 


Dopo le polemiche sul poliziotto che aveva vigliaccamente “passeggiato” su una ragazza che si trovava già a terra, bloccata assieme al suo compagno sanguinante, dopo una carica della polizia, il solerte ministro Alfano ha mostrato tre o quattro foto di giovani manifestanti che …lanciavano bombe a mano...molotov…coltelli o giavellotti…? 
No, che tiravano sassi con la fionda: “Ecco i bravi ragazzi che lottano contro la precarietà e l’austerity….guardateli bene, altro che idealisti e studiosi di economia e filosofia del diritto. Se questi sono i manifestanti, il codice identificativo lo metterei a loro. 
Gli attacchi di questi giorni alla polizia sono inaccettabili, noi siamo dalla parte degli uomini in divisa che difendono il paese ogni giorno”.

Con queste accorate parole, il ministro dell’Interno ha condannato duramente gli scontri avvenuti a Roma il 12 aprile e le critiche alle forze dell’ordine che l’hanno repressa.

L’agente “cretino” - così era stato definito dal capo della Polizia Alessandro Pansa - si era consegnato lunedì a S. Vitale, dichiarando candidamente: “Pensavo di aver calpestato uno zainetto abbandonato in strada, non ho visto la persona”. Sarà sicuramente rimproverato dai suoi superiori (…per essersi fatto filmare da mille foto-telecamere)!

Si, certo, Angelino, tutto è possibile, chiunque può sbagliare in buona fede: è normale prendere a calci una persona, confondendola con un pallone; è normale gonfiare di botte qualcuno, pensando che sia un pungiball o una palla di cuoio da sagra di paese; è normale ammazzare di botte un disperato, scambiandolo per una feroce belva cittadina, fuggita dalla giungla urbana.
Spesso, non si ha alcuna intenzione di pestare o malmenare qualcuno, ma che ci puoi fare se quel qualcuno brandisce la propria faccia, la propria testa e il proprio culo per cercare di colpire, con violenza, quei calci, quei cazzotti e i manganelli?


Qualche volta, però, ci scappa il morto….ma è normale! Cucchi, Uva, Aldrovandi sono disgrazie, incidenti, casualità, non morti di Stato e di occasionale abuso di potere!.
Chiunque può per sbaglio massacrare, soprattutto se porta disinvoltamente una divisa, ma non ha la mazzafionda!

18 aprile 2014                                                    

                                                                                           AlfredoLaurano                                                                                                                                                                         

ADDIO GABO!


«La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” (Gabriel Garcia Marquez)


"Aveva la purezza di un bam­bino e un talento cosmico"(Fidel Castro)



87 anni, ma non di solitudine
             ..Addio Gabo!

mercoledì 16 aprile 2014

TRA UNA FLEBO ED UN QUARTINO

E meno male che era perseguitato!
Dal martedì al giovedì, può stare a Roma, vedere i suoi compari di partito, fare campagna elettorale, tenere comizi, rilasciare interviste, parlare al popolo dalle sue tribune televisive. Potrà incontrare, come sempre e come l’altro giorno, Napolitano e Renzi e continuare a inciuciare a piacimento. L’agibilità politica, che ha tanto preteso e reclamato, è garantita.
Ma la si poteva negare a un povero condannato cui, tuttavia e nonostante, è riconosciuto un ruolo ufficiale e decisivo nelle riforme del Paese?
Ma dal venerdì e fino a lunedì dovrà restare ad Arcore, tranne che per le quattro ore in cui assisterà gli anziani - suoi coetanei, ma molto più sfortunati di lui - nella struttura della Sacra Famiglia.

Quattro ore a settimana a raccontare barzellette e canzoncine in un centro anziani a due passi dalla sua Villa San Martino. Cioè sedici ore al mese. Cioè centosessantotto ore totali: l’equivalente di una “lunga” settimana, spalmate su circa undici mesi.
Questa atroce condanna è il risultato della persecuzione giudiziaria che la spietata magistratura comunista e giacobina, “metastasi della democrazia”, ha osato infliggere a Silvio Berlusconi. Nemmeno Robespierre e il suo Regime del Terrore avrebbe potuto fare peggio!
L’affidamento ai servizi sociali in alternativa al carcere, è davvero una pena ridicola, un piacevole diversivo, un proficuo passatempo in compagnia, magari col tressette, tra una flebo ed un quartino. Un trattamento sconosciuto e inapplicabile a qualunque altro comune cittadino.

Forse, sarà più un tormento per le infermiere e un castigo per gli ospiti della Residenza che, oltre ai propri problemi di salute, dovranno subire - loro malgrado - anche la sua invadenza.

Proprio questo esito da soap opera brasiliana sconfessa, in via definitiva, le scandalose falsità e le tante bugie raccontate, per vent’anni, da Berlusconi ad oltranza, fino a farle diventare quasi vere: perseguitato, linciato, oggetto di accanimento giudiziario, vittima designata, martire della libertà….
In effetti, non ha mai patito alcun martirio, è stato solo vittima delle sue manie, delle sue ossessioni, della sua sete di potere, dei suoi vizi pubblici e privati. Anzi, ha goduto di uno stato di eccezione permanente.
Perché la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali di fronte alla legge.
16 aprile 2014             (Alfredo Laurano) 

                                            

martedì 15 aprile 2014

LE SALUT SALON

Sono forse l’equivalente femminile del quartetto polacco MozART Group, che ha creato un cabaret musicale unico al mondo, dove la musica, non le parole sono fonte di gioia e di diletto. 
Due violini, un violoncello e un pianoforte, anche le Salut Salon giocano, nelle loro mirabili esibizioni, con  brani classici e moderni, musica da film, tango, pop, jazz, folk, inscenando acrobazie strumentali e comiche gag teatrali. Arrangiamenti personali e brillanti traducono arie, note e sinfonie in recite spettacolari, anche cantate, che coinvolgono l’ascoltatore, continuamente sorpreso e stupito.
Sono brave, divertenti e spassose e, anche se sicuramente poco amate dai puristi del pentagramma, svolgono una funzione educativa musicale a favore dei giovani e di chi non conosce affatto il repertorio classico o, al massimo, ne coglie qualche povero frammento nella pubblicità.

"Noi esistiamo nonostante la sobria formalità delle grandi sale da concerto, nonostante la noiosa vita dei musicisti di musica classica, nonostante i fanatici amanti della musica classica, nonostante i fans della musica rock, rap o pop che hanno paura di quella classica. Trattiamo la nostra Musa con divertente ironia e, ne siamo sicuri, non si offenderà!”

Questo è lo slogan e la filosofia del MozART group che, credo, vada bene anche per le quattro funamboliche musiciste tedesche.
15 aprile 2014                                                AlfredoLaurano     

           
Per chi volesse vedere e sentire di più:
http://youtu.be/37uHqbWccY0
http://youtu.be/YErpnsceZw8
http://youtu.be/MMUbrOjABW