venerdì 30 gennaio 2015

AMATO MATTARELLUM

Un mezzo coupe de theatre o una bella recita studiata a tavolino per stupire?
Vediamo solo i fatti, ché le segrete mosse non sappiamo.      
Molti italiani temevano il candidato ideale dell’inciucio Nazareno: il poco amato Giuliano Amato. Invece, con l’indicazione di Mattarella, Superbone, che è gran furbino, ma non cretino, ha spiazzato tutti ma, soprattutto, la minoranza del suo partito, i vendoliani e l’affidato Berlusconi, che parla di tradimento. Anche lui stava sereno, forse troppo!  In parte, ha messo a disagio anche i Cinquestelle.
Come dice Huff, arrogante nei confronti dei critici, menefreghista nei confronti dei patti stabiliti, ma anche capace di valutare le debolezze altrui e di assumersi i rischi di una forzatura: renzismo puro, perfetta combinazione dei suoi peggiori difetti e dei suoi migliori attributi. Un capolavoro di pragmatismo politico.
Anche perché non ha nulla da perdere: in caso di rottura totale del Nazareno - ma non accadrà - e nel peggiore dei casi, sa di poter andare tranquillo a elezioni anticipate.
Cosa che né Berlu - sbandato, ancora ai servizi sociali, in forte crisi di consensi, politicamente inagibile - né Alfano, evanescente, incerto e legato alla poltrona di ministro, vogliono mai. Che grande paraculo, gioca contro birilli instabili.
Non ci saranno altri 101 cecchini - sarebbe stavolta il suicidio di massa di quel partito - e Mattarella domani, al quarto scrutinio, sarà il nuovo Capo dello Stato.
E Prodi, che avrebbero votato anche i Cinquestelle, anche a ‘sto giro l’hanno preso in giro. Rodotà non pervenuto.
30 gennaio 2015             (Alfredo Laurano)


martedì 27 gennaio 2015

L'AMBULANTE DEL CAFFE'

Che sarebbe stato attaccato, criticato e contestato, per paura o per legittima difesa, era ovvio e scontatissimo. Ma lo si aspettava da parte dei suoi avversari filoeuropeisti, dai difensori della Trojka, dai sostenitori del mercato, dai potenti germanici, non da chi, in teoria, per appartenenza politica, sia pure molto alla lontana, dovrebbe mantenere un giudizio aperto, sospeso, magari possibilista e attento ai fatti.

Chi ha avuto la fortuna di seguire la puntata di Otto e mezzo, ieri sera, avrà osservato un esemplare di imprenditore miliardario del PD scagliarsi contro Tsipras, fresco di vittoria, e il suo “vano” tentativo di restituire ai greci pane, speranza e dignità.
Lo ha definito demagogo e populista, destinato al fallimento nei suoi progetti, decretando che non avrà alcuna probabilità di ottenere qualsiasi risultato. Insomma, lo ha demolito, ma senza violenza o aggressività, con distacco, freddezza e indifferenza.
Lo ha fatto con boria e supponenza, con l’aria del cattedratico, del grande politologo che non sbaglia mai una previsione o una sentenza.  Con alle spalle la sicura e fine competenza di un venditore di caffè tostato: tale Riccardo Illy.

Avete presente quei soggetti monocorde, quelli che parlano senza intonazione, senza muovere neanche un muscoletto della faccia o della testa, sibilando parole, quasi a bocca chiusa, come in un coro omofonico di Puccini (mi perdoni, il maestro, l’audace e vergognoso accostamento), privi d’espressione e di colore in qualunque affermazione, seria, comica o drammatica? 
In pratica, l’esatto contrario della canterina Gruber che, quando fa domande, intona un armonico jodel tirolese.
Insomma, il prototipo dell’attore consumato, di successo. Anzi, sarebbe meglio dire: consumato “dal” successo, dal denaro e dal menefottismo.
E’ il ritratto del renziano imperatore della tazzina e dell’espresso, in tutti i bar della nazione, che ne sa molto di più del greco Dimitri Deliolanes - praticamente ignorato ed emarginato, nel collegamento - che ha appena pubblicato un dettagliato libro su Tsipras (che conosce bene) e dell’altro misurato ospite, il paludato “cardinale” Pisapia, gentile sindaco meneghino.

Ignobile arroganza unita a formale eleganza, quella del caffettaio triestino, del tutto indifferente alle opinioni altrui e al contraddittorio. 
Vorrei soltanto segnalargli, a proposito di demagogia, che negli ultimi tempi Syriza ha sostenuto la popolazione greca più colpita con oltre quattrocento Centri di assistenza medica, dentistica, farmaceutica e di distribuzione pasti, completamente gratuiti e gestiti da volontari. Lui, non sa neppure che vuol dire.
Mi piacerebbe vederlo nel ruolo di ambulante nei mercati rionali, a offrire il tre per due della sua miscela prodigiosa.

27 gennaio 2015    (Alfredo Laurano)   

QUIRICHI'

Fermi i poteri e le attuali funzioni di presidente della repubblica parlamentare e senza neppure immaginare una riforma presidenziale o semi - come molti auspicano - il Capo dello Stato dovrebbe essere eletto direttamente dai cittadini.
Capisco che il Palazzo del potere, esecutivo e legislativo, non si avventurerà mai in una modifica costituzionale in questo senso, perché perderebbe la possibilità di scegliere e condizionare la persona più "utile" ai suoi programmi di governo.
Ma, in tempi di sondaggi, previsioni, magheggi e totocolle - Mr. Arrogance ha detto che sceglierà una persona che la gente applaudirà nelle strade!!! (Voglio vedere e trattengo il fiato - per giocare con la fantasia, voglio "votare" il mio presidente ideale.
 Questa la lista dei miei preferiti.

S. Rodotà: giurista, accademico, democratico convinto, onesto;
L. Manconi: libertario, garantista, ecologista, sociologo e critico musicale;
M.Gabanelli: la migliore, non fa sconti, vero cane da guardia della legalità;
S. Cofferati: sindacalista, onesto, dalla parte dei lavoratori e dei diritti.

Dario Fo, troppo anziano; Gino Strada, troppo impegnato a salvare vite;
Sandro Pertini non ha cloni o degni eredi
Pepe Muijca, non disponibile, impegnato a dare nobiltà all'idea della politica.
E voi, che ne pensate?

24 gennaio 2015                                     (Alfredo Laurano)


PIU' DI NOVE...

Nel suo discorso al convengo di SEL a Milano "Human factor", Gianni Cuperlo cita una battuta di Fantozzi: 
"Gli italiani se sono in due si confidano segreti, in tre parlano di filosofia, in quattro giocano a scopa, in cinque a poker, in sei litigano sul calcio, in sette fondano un partito del quale aspirano tutti alla presidenza, otto formano un coro di montagna. Mi piace pensare che la sinistra italiana è molto più di sette, più di otto, più di nove. Che è sempre stata e ancora sarà molto più di noi. Camminiamo assieme." 
Si, d'accordo, camminiamo insieme e siamo certamente più di nove, novecento, novemila, novecentomila...e non parliamo di utopie o fantascienza e non giochiamo a rubamazzo o a nasconderella.
Ma prima cacciate Superbone e rifondate quella specie di partito. 
Guardate a est, c'è una qualche novità, un vento nuovo che soffia da sinistra. 
Oppure, genuino e fatto in casa, c'è sempre il buon Landini che ci mette il cuore, la faccia e passione.                                                                                                           
25 1 2015                  (Alfredo  Laurano)

lunedì 26 gennaio 2015

TRIONFA SYRIZA

LA SCUOLA DI ATENE
ALE, ALE, ALEXIS TSIPRAS. 
In Grecia si è accesa la speranza. "Con il voto storico di oggi il popolo greco ha dato un ordine molto chiaro: la Grecia volta pagina, abbandona l'austerità, la catastrofe, lascia la paura dietro di sè, lascia 5 anni di sofferenze e sacrifici."









domenica 25 gennaio 2015

GRECIA: IN FILA PER IL VOTO E PER IL PANE

Povertà, disoccupazione e mortalità infantile. I suicidi sono raddoppiati in cinque anni. Le fasce socialmente più deboli e la gioventù sono le vittime principali.

Un quadro tragico la crisi della Grecia, come una guerra, tra famiglie che risparmiano sul cibo, rinunciano a riscaldamento e cure mediche e l'aumento dei figli abbandonati. Neanche chi ha un lavoro riesce a vivere dignitosamente.

Tra poco si chiudono le urne.
Si profila un voto storico oggi in Grecia, con i sondaggi che danno per grande favorito il partito di Syriza. "Oggi si fa la storia, riconquistiamo la democrazia", ha detto Tsipras al seggio dove ha votato, impegnato nel programma di salvataggio del Paese, con tutte le misure che Syriza ritiene "emergenze umanitarie”.

Da quelle parti sono nati il teatro, la poesia, la filosofia e la democrazia.
Oggi nasce la speranza e un sogno per la Grecia, per le genti e per l'Europa. 

                                      25 gennaio 2015   (Alfredo Laurano)



BASTEREBBE UN VICOLO


E' triste dover celebrare l'onestà, dedicarle una notte e, magari, una ricorrenza, una festa nazionale, come si fa per il lavoro, la shoah, le donne, la mamma e San. Valentino.
Come se fosse un'eccezione, una virtù rara e preziosa da ricercare, inseguire e premiare e non qualcosa di normale e scontato, come dovrebbe essere per tutti, nella quotidianità.
E' come se sui giornali titolassimo:


"Assegnato l'appalto senza nemmeno una tangente" 

"Incredibile, ma vero: funzionario rifiuta la bustarella, dove andremo a finire!"
"Scoperto un politico che non ha rubato ancora niente!"
"Gli scienziati in convegno: dopo l'aviaria e la peste suina, c'è il rischio che si diffonda anche il virus dell'onestà, come difendersi?"
"C'è qualcuno che ancora predica l'onestà, intervenga la magistratura, altrimenti la gente scende in piazza, contro il nuovo terrorismo".


Festeggiare la notte dell'onestà, è come commemorare l'aria, la bontà, il rispetto, l'educazione, anche se ne capisco e ne condivido il senso ed il valore, nella dilagante epidemia di corruzione e malaffare.
Quella piazza piena mi rallegra, ma mi accontenterei di un vicolo.

25 gennaio 2015 (Alfredo Laurano)

venerdì 23 gennaio 2015

RENZEIDE: QUIRINARIE E NOMINATION

Sta dicendo che Matteo Renzi è il capo dei 101 franchi tiratori che impallinarono Romano Prodi, due anni fa? - “Non è un segreto”, afferma Fassina, della minoranza del PD.
Io, come tantissimi altri, l’ho sempre pensato, anche se il mandante non poteva che essere Silvio Berlusconi, come gli accordi, i fatti e le corrispondenze di amorosi sensi hanno poi dimostrato.
Dopo quella triste pagina e la ridicola trovata del Napolitano bis, che salvava la faccia, ma non l’onore, a tuti e due, Mr. Arrogance ha elegantemente impallinato – o, meglio, “rasserenato” – anche Letta, facendolo fuori dalla sera alla mattina e prendendone il posto e il ruolo con un blitz, con un cinismo davvero imbarazzante. Una specie di colpo di stato alla Ribollita nel paese dei pinocchi.

Ieri, poi, in Senato, dal Patto del Nazareno si è passati al Partito unico del Nazareno.
Per votare la legge elettorale e cancellare tutti gli emendamenti proposti, si è di fatto allargata la maggioranza, sostituendo i dissidenti del Pd con i voti dei berlusconiani. 


Ora, non resta che aspettare il nome quirinabile che da quel patto o dal nuovo partito nascerà.
Sarà il sottile Amato, il meno amato dagli italiani, ma ottimo per quel gatto e quella volpe?
O Casini, o Martino, o Finocchiaro? 

O l'outsider Del Rio?
Non sarà certo Prodi, né Bersani, né tanto meno Rodotà.
Lasciamoci stupire!
22 gennaio 2015 (Alfredo Laurano)

giovedì 22 gennaio 2015

DOMENICA, SIRTAKI

 Ci siamo. Fra tre giorni, la culla della civiltà europea - che da alcuni anni vive la feroce crisi dell’euro, anzi ne è forse il drammatico epicentro, è di nuovo arbitro dei destini del vecchio continente.
In Grecia, la situazione è drammatica e la popolazione è allo stremo.
Disoccupazione di massa, salari bassi e pensioni tagliate, aumentata la tassazione, non c’è lavoro nei cantieri e nell’edilizia. Non esiste quasi sanità pubblica e stato sociale: migliaia di persone che hanno perso il lavoro non vi hanno più accesso e sono costrette a rivolgersi a strutture e ambulatori di volontari che visitano tutti e distribuiscono farmaci gratuiti.
I mercati sono quasi vuoti, si compra poco cibo per risparmiare, moltissimi bambini sono malnutriti. Case e scuola sono un problema. Tantissimi prelevano ai bancomat, per paura, i pochi soldi rimasti.

Le misure di austerity imposte dalla Troika (UE, BCE, FMI), hanno messo da tempo in ginocchio l'economia greca, provocando l'aumento della povertà, a livelli senza precedenti, e il caos politico e sociale, con rivolte di piazza.
I greci hanno perso il sorriso, la gioia di vivere e di danzare il sirtaki.

E ora sperano in Syriza, il partito di sinistra radicale, guidato da Alexis Tsipras, che propone un programma di riforme e misure drastiche di riduzione e rinegoziazione del debito pubblico greco, con la fine delle misure di austerity imposte dall'Europa.
E’ il vento del possibile cambiamento, che fa paura ai mercati e agli euro-criminali, come dice Ferrero di RC: “vogliono uccidere nella culla il governo di Syriza per continuare a strozzare i popoli”.
Mettiamoci in linea o in cerchio, con le mani sulle spalle del vicino, e prepariamoci, magari insieme agli spagnoli di Podemos, a ballare il Sirtaki con il nuovo Zorba il Greco, per far nascere l’Europa dei diritti e delle persone, non solo delle banche, dei ricatti e dei mercati.
Forza Zorba, forza Tsipras!
22 gennaio 2013      (Alfredo Laurano)


mercoledì 21 gennaio 2015

MOGLI, FAMIGLIE E FONDAMENTALISMI DEI PAESI TUOI



“La moglie sottomessa cristiana – ci spiega Mario Adinolfi, direttore della “Croce” e comandante generale delle “Sentinelle in Piedi” - è la pietra fondante, la pietra su cui si edifica la famiglia”.
Non schiava, succube e passiva, ma docile, devota, obbediente e rispettosa, come un fedele cane. Magari col chador Dolce & Gabbana o il saio francescano, firmato Armani, per non confonderla con la donna islamica. Senza il Corano in tasca, ma con un libretto, a caso, in mano
Sottomessa significa messa sotto - come dicono, fra i monti e le greggi di Orgosolo, “a pecorina” – che è la condizione per cui la famiglia possa esistere.

“Una donna mite. E sottomessa non significa che non c’è la parità, sono due cose diverse” – aggiunge l’Adinolfi, il fondamentalista extralarge che predica all’impiedi.

Data la sua mole di oltre 140 chili, forse comincio a capire il senso del sua affermazione: nella classica posizione “del missionario”, schiaccerebbe l’esile Silvia, sua seconda “sottomessa” mogliettina.

21 gennaio 2015    (Alfredo Laurano)

SU UN CAMPO DI “GRANA” CHE DIRVI NON SO…

Mentre in Italia permane il mistero dell’l’articolo 19 bis, infilato da un’anonima “manina” nel decreto della delega fiscale - la cosiddetta norma Salva-Berlusconi che, oltre a favorire i grandi evasori (non punibili fino al 3% dell’imponibile evaso), consentirebbe all’ex Cavaliere condannato di far decadere la sentenza perché il reato si è estinto - in America, il “comunista” Obama vuole una riforma fiscale che aumenti le tasse ai ricchi per dare di più ai poveri.

Un americano su sei è povero, i ricchi stanno diventando sempre più ricchi e la classe media si sta riducendo rapidamente: ciò determina una serie di implicazioni di natura politica, etica, sociale ed economica.
“Vi diranno che l’economia va male, ma siamo in pieno risorgimento economico e dunque non lasciatevi ingannare. Dobbiamo solo far sì che i benefici della crescita siano condivisi da tutti”.

L’azione che propone Obama dovrebbe aumentare la tassazione per banche e società finanziarie; aumentare la tassa sui dividendi; ridurre le tasse sul reddito da lavoro, in particolare alle famiglie con figli a carico; ridurre il costo dei mutui per la prima casa per chi si trova ancora in difficoltà economiche; consentire ai più poveri di andare gratis all’università; alzare le detrazioni a carico dei lavoratori dipendenti e, soprattutto, la vera rivoluzione: college gratis per tutti.
Possibile anche l’introduzione di un sostegno per i redditi più bassi.

Wall Street in rivolta. Immediate le proteste dei Repubblicani del Congresso. L’élite della finanza americana non gradisce questa sfida alla Robin Hood.

Insieme alla controversa riforma del sistema sanitario, le misure fiscali di Barack Obama segneranno comunque un forte cambiamento e sono destinate a lasciare il segno al termine del suo secondo e ultimo mandato.

Le diseguaglianze crescenti nel mondo globalizzato, dominato in occidente dal capitalismo sfrenato della finanza, indignano gran parte della popolazione che non appartiene all'1% dei fortunati paperoni super ricchi del mondo, i cui beni, profitti e patrimoni superano quelli posseduti dal restante 99% della popolazione globale.

Molti avversari di Barack sostengono, però, con ardita strafottenza, che “essere ricchi non è una colpa anzi, sono i poveri e i disoccupati a doversi assumere la responsabilità della propria situazione economica”.
E poi, magari, suicidarsi.
Si, hanno la colpa di aver fatto voto di miseria e povertà: son nati paperini, che cosa ci vuoi far?
21 gennaio 2015    (Alfredo Laurano)

LA TV UCCIDE

Non ci posso e non ci voglio credere, spero sia una bufala di propaganda.
Secondo la denuncia di un gruppo di attivisti di Mosul, ripresa dalla stampa internazionale, tredici bambini sarebbero stati massacrati in pubblico, a colpi di mitragliatrice, dalle milizie dell'Isis, per aver violato la sharia, tifando per la loro nazionale.

La strage degli adolescenti sarebbe avvenuta pochi giorni dopo la pubblicazione di un abominevole video (visibile on line) dell'Isis, nel quale vengono mostrati due uomini uccisi con un colpo alla nuca, dopo essere stati spinti da una torre a Mosul.
Sono stati giudicati colpevoli di omosessualità e dovevano essere puniti con la morte, secondo l'interpretazione islamica radicale della sharia.
 (A. La.)     20.1.2015



martedì 20 gennaio 2015

QUESTO E' IL MANTRA DEI MARO', COME IL BALLO DEL QUA QUA....

Come funziona il cervello di qualcuno.
Le sinapsi connettono cellule e neuroni e fanno nascere un pensiero, una precisa deduzione logica, un inoppugnabile sillogismo che, se pubblicato sul web, diventa presto popolare e assai virale (così si dice oggi). Ma, ognuno ha e usa le sue, non sempre di buona qualità, per produrre quell'idea e chiunque, volendo se ne appropria e lo fa suo.

Uno dei tantissimi commentatori che sragionano sul Web, e fanno danni alla minima, comune intelligenza, scrive:
"Ma chi vogliono prendere in giro !!!! Ma come, dopo quasi tre anni non riescono a far rientrare in Italia i due marò e ora vogliono farci credere che nel giro di pochi mesi sono riusciti a far rientrare in Italia le due dementi in mano a feroci tagliagole islamici, senza pagare nessun riscatto?"

Non fa una piega questa acuta osservazione, se non fosse, amico caro (Cefola), che le due "dementi" non hanno ammazzato nessuno e hanno cercato - per gioco o per amore, per leggerezza o masochismo, o perché guardavano "Uomini e donne" della De Filippi o "Donna Avventura" - di portare aiuto a vittime della guerra.
I celebri due marò, invece, simboli ormai quasi santificati - loro malgrado - del più banale nazionalismo, hanno ucciso per errore due pescatori in un altro Paese e lì sono trattenuti (attualmente, uno) per essere giudicati dalla locale magistratura, magari con un certo comodo. Si sa, gli indiani se la prendono senza fretta e con una certa filosofia.

E così, il mantra dei marò, ormai una litania quasi vespertina, una supplica da Madonna del Divino Amore, si rinnova e si propaga tutti i giorni fino a rompere i marroni. Ogni fatto, ogni occasione è buona per chiamarli in causa e invocarli invano.
Mi immagino l'assalto a Forte Apache di Vespa, gli scoop dei giornali e di tutte le TV che li aspettano quando torneranno in Italia. Forse, al punto da far loro preferire di scappare e tornare in India o, obtorto collo, di accettare di farsi candidare da La Russa o Berlusconi.

Le vorrei ricordare anche, solo per la cronaca, che nelle affollatissime carceri italiane, sono ristretti, per anni, migliaia di stranieri, in attesa di essere processati per reati anche assai minori dell'omicidio (colposo, preterintenzionale o volontario).
Avverte, amico caro, una qualche differenza o devo farle i disegnini?

20 gennaio 2015                                         (Alfredo Laurano)



QUADRETTO FAMILIARE

Ma che bella famiglia! 
Al convegno sulla famiglia tradizionale, da non confondere con quella geneticamente modificata, ha partecipato, seduto dietro Maroni e il casto Formigoni, anche don Mauro Inzoli il prete di Comunione e Liberazione, indagato per pedofilia, che l’estate scorsa era stato raggiunto di un provvedimento di Papa Francesco: 
“In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza".
Quale luogo più adatto di quello per espiare le sue colpe? Per mostrare il suo certo pentimento?
In un incontro dove si parla di educazione, di genitori e figli, di ragazzi, di rispetto, un probabile pedofilo sembra l'ospite più giusto, più esperto e competente in tema di adolescenza e pubertà.
Perché lì si respira un sereno clima per niente omofobo, che crede nei valori, nel sano integralismo cattolico, ben diverso - non so quanto - da quello islamico.
Anche se, uno studente che ha cercato di dire il suo pensiero è stato "vivacemente" allontanato dal microfono e insultato dal solito La Russa.
Lì, si santificava la famiglia, mica le diversità o la libertà di pensiero!
A far la guardia, chissà quante "sentinelle in piedi" c'erano, ma non si riconoscevano perché erano sedute!
19 gennaio 2015                             (Alfredo Laurano)


TOTOCOLLE


Eccolo (è quello a destra), è quello giusto. L'uomo del Colle. L'uomo della provvidenza. L'uomo per tutte le stagioni, per tutte le poltrone e, quindi, anche per quella del Quirinale.
Non ve lo lasciate scappare, votatelo subito al primo scrutinio, sarebbe un fedelissimo del duo Renzi & Berlusconi e il miglior custode del patto "Nazareno" o di qualunque altro inciucio, passato, presente o futuro.
Insomma, una garanzia, un usato sicuro che non tradisce mai.

Anche la moglie Sandra, donna piacente e molto intraprendente e traffichina (tutta il devoto maritino), farebbe la sua bella figura di rappresentanza, come first lady. Anche se ha avuto qualche problemino con la giustizia, forse, anzi sicuramente, per errore o per l'invidia di qualcuno.

Ma fate presto, perché Clemente Mastella ci riprova, sta per fondare l'ennesimo partito del centrodestra: i Popolari del sud, in area Sforza Italia.
In vent'anni ha favorito la nascita di cinque partiti e non so quanti incarichi e ruoli abbia ricoperto. Di esperienza ne ha da vendere e da regalare.
Di saggezza, non saprei, ma non serve, e la morale è roba superata
E' un patrimonio dell'italianità, oltre che di Ceppaloni.
19 gennaio 2015                   (Alfredo Laurano)



domenica 18 gennaio 2015

GRETA E VANESSA: DOVEVANO LASCIARLE LA'....

Non per insistere sul dirimente argomento delle due giovani volontarie, Greta e Vanessa, appena liberate, ma continuo a leggere un mare di minchiate, cattiverie e falsità.
La solita valanga di insulti e di commenti volgari e deliranti che vengono dalla parte più gretta dell'Italia, quella più repressa e intollerante, le ricopre senza tregua. 
Come se si trattasse di calcio e di pallone, di pippe e di campioni milionari. Non di qualcuno che, a vent’anni e forse molto ingenuamente, voleva impegnarsi e dare aiuto, senza gloria e senza lucro. 
I loro inflessibili fustigatori, dall’ambigua morale e dalle granitiche certezze, sono sempre quelli che, già in altre occasioni, definivo cecchini del web. 
E sparano sentenze.
Straparlano e condannano, anche quelli che hanno rubato soldi pubblici, spumanti, vacanze e mutande verdi, che hanno sistemato mogli, amici e amanti in posti comodi e sicuri, pagati dallo Stato, che sfruttano privilegi e vitalizi, che sperperano denaro pubblico in feste viaggi e cotillon, che, senza fiatare, accettano scorte infinite e spese inutili di rappresentanza (voli aerei, autoblu, Quirinale...).

"Ragazzine viziate", "se la sono cercata", "che ci vanno a fare in Siria? ", “le stronzette di Damasco”, "spendiamo 12 milioni di tasca nostra! “…
Quanta meschinità! Quanto rancore! Quanto inutile veleno!
Le parole del commentatore medio, come dice Saviano, sono una scarica incontenibile di frustrazione, la frustrazione di chi non è in grado di muovere un passo, di chi è fermo al palo, di chi non riesce a immaginare una vita diversa e se la prende con chi decide di mettere la propria a disposizione di un ideale.
Un Paese che non riesce a mostrare solidarietà verso due ragazze sequestrate rischia di essere un Paese fallito, che fa vincere il livore, la rabbia, l'idiozia.
Ah, dimenticavo: e allora i marò? e i nostri ragazzi? E allora le foibe?

17.1.2015                (Alfredo Laurano)


LA STUPIDITA' UMANA

La stupidità umana raccontata in una straordinaria animazione. 
Da vedere e rivedere, anche se inquietante. Da mostrare e spiegare nelle scuole per prendere coscienza e consapevolezza, ad ogni età. 
Ve lo consiglio.

CLICCARE SU QUESTO INDIRIZZO:
https://www.facebook.com/video.php?v=10154252940330106&pnref=story

DUE MINUTI: LA STORIA UMANA

Straordinaria sintesi. In due minuti la soria dell'umanità

CLICCARE SU QUESTO INDIRIZZO:
https://www.facebook.com/video.php?v=764427190317364&set=vb.111604802266276&type=2&theater

FUTILI PRIMARIE

Un triste e arrabbiato Cofferati, sconfitto con l’inganno alle primarie liguri, lascia il PD.
Mi sembra naturale, visto che nessuno lo ha ca…considerato (per dirla con un minimo di eleganza). Né il partito, né, tanto meno il suo segretario Arrogance. Anzi, si è sbrigato a proclamare la vincitrice Paita.

Polemizza col partito, minaccia di denunciare i presunti brogli alla Procura, se ne avrà le prove, e non risparmia accuse anche nei confronti degli avversari degli altri schieramenti: “Non accetto l’inquinamento delle primarie attraverso il voto sollecitato e ottenuto dal centrodestra - ha specificato Cofferati, detto il Cinese -  che si è mobilitato per votare ai gazebo del centrosinistra. E’ un problema politico e morale.”
Tanti cinesi veri, pare, abbiano votato, per cinque euro a testa, contro il Cinese in arte.

Ma che senso hanno ‘ste cazzo di primarie dove tutti possono votare: avversari, antagonisti, cinesi, rom e cani sciolti, anche se non c’entrano niente col partito o manco lo conoscono? 
Dove chiunque, ben organizzato e con qualche pecunia in tasca, può comprarsi qualche croce sulla scheda, può decidere di far vincere chi vuole, chi è più debole, chi gli conviene avere poi come avversario?
Non è questa la democrazia. Berlusconi lo sa bene e non l’ha fatte mai.
E’ un evasore, un puttaniere, mica un pirla!

17 gennaio 2017         (Alfredo Laurano)