Nelle ultime 48 ore, oltre 1200 scosse di
varia intensità.
Ma non basta, non c’è solo il terremoto, la magnitudo e le
scale Richter e Mercalli!
“Il Vesuvio esploderà con una
potenza mai vista, non avrete
il tempo di scappare.”
Dopo il terrificante allarme lanciato del
vulcanologo della York University, anche quello giapponese Nakada Setsuya avanza
la medesima previsione.
E non sono profezie di maghi o cartomanti, ma
affermazioni autorevoli e attendibili di esperti ai massimi livelli.
E' importante ricordare che il Vesuvio è un vulcano attivo e non dormiente.
Nell’impossibilità di prevedere un tale evento
catastrofico con un certo anticipo, il geologo ha spiegato che i segnali da cui
guardarsi sono gli sbuffi e gli eventuali rigonfiamenti del terreno che
potrebbero preannunciare movimenti del magma. C’è solo un problema: a volte
trascorrono pochissime ore da questi segnali alll’eventuale eruzione.
Secondo i più recenti studi, l’eruzione creerà una
colonna di gas, cenere e lapilli che si innalzerà per duemila metri sopra il
cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di
cento metri al secondo con una temperatura di mille gradi centigradi,
distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via
strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un
milione di esseri umani in appena 15 minuti.
I primi paesi ad essere colpiti saranno
Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale, seguiti da Torre del Greco, Ercolano e
Torre Annunziata.
Due milioni di persone vivono abbastanza vicino
al Vesuvio per essere nella linea di fuoco, 700.000 di questi abitano alle
porte del vulcano e sarebbero da evacuare in caso di risveglio dell’attività.
E
a 9 km di distanza c’è Napoli.
Esiste, e sarebbe pronto e aggiornato, un piano
di emergenza da attuare nelle 72 ore prima del risveglio del Vesuvio.
Prevede una fase di allarme, dove centinaia
di autobus effettuerebbero migliaia di corse al giorno, trasportando
nelle aree di incontro i 672 mila
residenti nella la zona rossa. Tutte le auto e i mezzi di
trasporto usufruirebbero dei 21
punti di accesso e uscita individuati dalle autorità.
Sarebbero evacuati i malati in
ospedali e i detenuti nelle carceri e verrebbero messi in sicurezza i beni
culturali.
Tutto il mondo è preoccupato e lancia urgenti allarmi,
ma le popolazioni del vesuviano e dei Campi Flegrei continuano a vivere lì e a
costruire in nome di un certo fatalismo, anche perché non sanno, e non sappiamo
a quale generazione toccherà pagare il rovente conto del vulcano.
1 novembre 2016 (Alfredo Laurano)
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