“Già guardare ‘Uomini e Donne‘ di Maria De
Filippi è reato, ma vedere che una ragazzina torna a casa la sera e si guarda
la puntata di quella trasmissione è da 41 bis”.
Queste battute di Selvaggia
Lucarelli, a commento di un servizio sulle fashion blogger, messo in onda da “Italia”, il nuovo programma di Michele Santoro, danno il senso di quello che è il degrado
culturale tra le fasce piu' giovani della popolazione.
La nuova società
dell’immagine ha impoverito i valori minimi e non riesce a mantenere critica la
mente che, inebetita dai nuovi standard sociali e stimoli di tendenza, si rifugia
nell'emulazione del niente: il miglior strumento di controllo e orientamento
che si possa inventare. Vedi pure Grandi Fratelli, Isole Famose e le centinaia di autoscatti
per essere sempre sui social, dove, peraltro, parlano del loro lavoro, come “se operassero in una acciaieria”.
E’ partito, quindi, il nuovo
programma di Santoro, battezzato con l’impegnativo nome del dirigibile del 1928
dal generale Umberto Nobile che si proponeva di volare per la prima volta fino al
Polo Nord. Un’esplorazione, come quella che il conduttore prova a compiere per scoprire “se esista un’altra grammatica televisiva rispetto a
quella che domina nei format attuali”.
Nella metafora, siamo
tutti sulla stessa barca o pallone che affonda o che precipita.
La proposta è un
mix di reportage e di talk show.
Niente politica, niente
renzismo, niente referendum, niente Giunta romana: si comincia con “Tutti ricchi”, ovvero, dalla lotta di
classe all’invidia sociale: Ibiza, Formentera, Dubai, la Sardegna. Come gli ozi
di Capua o i lussi di Sibari, dove si banchettava ad ogni ora e gli abitanti non vedevano mai sorgere o calare
il sole. Era solo dolce vita.
Con Armani, principi e
sceicchi e le loro barchette da 134 metri e tanti addetti che controllano,
proteggono e assistono il principe che fa il bagnetto e lo rifocillano di champagne,
anche fra le onde.
Con la nuova
faccia plastificata di Briatore, col filo estetico-chirurgico di contorno viso,
che ci spiega la ricchezza.
Che ci racconta i Vip
frivoli e i filippini ubriachi, le bottiglie di champagne da 200 mila euro e i suoi
vari locali che incassano fino a un mlione di euro a sera.
Ma anche dei filippini
poveri che non hanno la statura per fare i camerieri, ma puliscono occhiali
sulla spiaggia mentre i ricchi fanno il bagno.
E’ il vanesio mondo vacanziero
della trasgressività, dell’effimero, della decadenza, dell’inconsistenza di
certa gente vuota e inutile, che canta, balla, ozia e si sollazza, come nel
film "La grande bellezza".
Che si impasticca, sniffa
coca e si fa i selfie con Zucchero, con Bonolis, con Renga, Messi e Cristiano
Ronaldo.
Un succulento minestrone
condito di sfarzo, ostentazione e di retorica èlitaria dal volto
"umano" del disgustoso Briatore rifatto.
Un bel quadretto del
nulla cosmico.
Per fortuna, a
compensare questa sfacciata ostentazione di volgarità, gli interventi
intelligenti di una divertente e ironica Geppi Cucciari, di un sensibile Zanardi
e del profondo Tommaso Montanari: "Quest’anno
il governo dà alla ricerca di tutte le università italiane la stessa cifra che
la Juventus ha speso per Higuain".
Spero che in questa nuova rai renzizzizata, Santoro, pur amando
e sposando i temi dell’inchiesta, non voglia fare solo una trasmissione
anonima, acritica e apolitica, per non dar troppo fastidio al manovratore, come
qualche maligno già ipotizza.
Non sarebbe nel suo
stile e nella sua storia.
Conoscendo bene la sua
voce libera, da sempre, non credo potrà parlare solo di ricchi, di champagne e di
sciacquette del nostro squallido tempo.
7 ottobre 2016 (Alfredo
Laurano)
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