Un pomeriggio pieno, ricco e
di grande intensità quello di ieri alla Libreria Scritti e Manoscritti di
Ladispoli, dove Gian Piero Ferri ha presentato ufficialmente il suo “Ho scelto
le ali”.
Tra i tanti libri e scaffali,
un foltissimo pubblico ha partecipato a quest’incontro con l’autore,
manifestando attenzione e interesse per questo libro piccolo nelle dimensioni,
ma grande nei suoi significati e nella sue tantissime chiavi di lettura e
interpretazione che offre a chi viaggia tra le sue parole.
Un libro esoterico,
religioso, catartico, fantastico, surreale, poetico come si dice nella quarta
di copertina?
Un libro “difficile”, almeno
all’apparenza e finché non se ne percepisce il fascino, come ha sottolineato
anche il curatore e conduttore della presentazione Leonardo De Sancis.
Sicuramente un faticoso
cammino nel mistero della vita, al di là dei sogni e della materia. Ma anche un
percorso nella propria intimità che ciascun lettore realizza ogni volta che
sceglie o si ripropone di rileggere quelle righe.
E’ un libro che va ripreso
ogni tanto, nel tempo - dice Alessandra Amoruso - perché ogni volta si
percepisce e si aggiunge qualcosa, si coglie un aspetto inedito, un pizzico di
senso in più, tra le mille diverse sfumature.
In collegamento Skipe, anche
la scrittrice, pittrice Pier Isa della Rupe, che ne ha scritto la prefazione, e
che ha raccontato il suo incontro con Malia, che ha poi dipinto con le sue ali,
sulla montagna dello spirito.
In sala, molti studenti,
famiglie, insegnanti e colleghi dell’autore, il sindaco Paliotta, l’ex sindaco
Ciogli e vari rappresentanti di Corpi dello Stato, oltre ai tanti cittadini,
ammirati e incuriositi, che hanno ascoltato le profonde riflessioni del maestro
Ferri, che ha scelto le ali per volare nei cieli
alti dei sentimenti e della fede.
Questo terzo viaggio nella spiritualità,
ma anche tra i risvolti della vita quotidiana, compone quella triologia
cominciata con “In Die illa”, dove l’avventura
si realizzava - tra gli affetti, le scelte, i desideri della propria vita e
ripercorrendo i luoghi dell’infanzia, della giovinezza e della consapevolezza,
e con un velo di pura nostalgia - là “dove nascono le favole che poi
prendono la forma delle nuvole e assumono le mille forme dei pensieri”. E in “Io sono Matteo” dove indaga,
il delicato rapporto tra le cose celesti e quelle umane, tra le impervie vie
dell’estasi mistica.
Così, attraverso la preghiera
e lo sport (Ferri è maestro di Arti Marziali), insegna il rispetto e la lealtà,
comunica con i giovani e con gli altri, alla continua ricerca di una difficile
verità.
Oggi, grazie a quelle ali di libertà che non
hanno materia, alle sue simbologie, alle sue metafore toccanti e ai suoi
chimerici personaggi - Malia, Ezebel,
Efre, Tonia, Ilez, Dria e il cane Oppo, l’animale dal volto umano - come la sua stessa Malia, Gian Piero Ferri viaggia nel
tempo, si allontana dal passato, vive il presente, insegue il futuro nelle vie
dell’infinito.
E, volando, visita il mondo, scruta il divino. In silenzio e con pudore.
9 ottobre 2016 Alfredo Laurano)
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