domenica 30 ottobre 2016

NON CHIAMATELA NUVOLA

Sarà un caso, ma nello stesso giorno in cui si inaugura, con grande enfasi e dirette Rai, la Nuvola di Fuksas a Roma, crolla un pezzo d’autostrada facendo vittime a Lecco.
E poche ore fa, l’ennesimo terremoto ha distrutto un altro bel pezzo d’Italia, costruito sulla sabbia e sul cartone. Migliaia di scuole, case, ospedali, chiese, aziende del bel Paese rimangono in bilico, in stato di precaria stabilità, a rischio crolli e a divenir morti e macerie.

Ma, per fortuna, e in compenso, nasce la magica nuvola che ci distrae, ci stupisce e scuote la nostra fantasia.
Un’opera avveniristica, dal sapore futurista, simbolo di modernità ed efficienza, dove il concetto di moderno coincide con le spaventose quantità di vetro e acciaio che la compongono.
Sembra inverosimile il carico di metallo impiegato (17mila tonnellate), pari quasi a tre volte quello del ferro usato per la Tour Eiffel.
Ottomila posti in totale - 6.000 nelle sale congressuali e 1.800 nell’auditorium, con la struttura fiberglass, a faraonici costi di realizzazione: 467 milioni di euro (fonte sottosegretario all’Economia) per un’aspettativa di indotto economico stimato, o ottimisticamente sovrastimato, di 350 milioni di euro l’anno. A ciò, va unita la modesta parcella del genio dell’architettura dello stupore, pari a 24 milioni di euro.
Si, perché sorprendere, meravigliare, sbalordire, lasciare lo spettatore a bocca aperta - sostiene l’architetto Eleonora Carrano - sembra essere l’obiettivo di certa architettura che, con il ricorso a monumentali pezzi di design, prescinde dal contesto e dalla realtà sociale del luogo: la firma e la logica mercantile prevalgono sulla sfera pubblica e sull’interesse generale, a discapito del fatto artistico, sociale, politico.
Fredda, metallica e priva di colore, la nuvola, imprigionata nella monumentale teca di vetro e acciaio, di notte si riempie di luci multicolore come una discoteca all’aperto e sembra non assecondare lo spazio fluttuante di un’architettura sospesa e leggera che, secondo alcuni, è rimasta solo nelle intenzioni.
Per altri, è uno spreco colossale, un'opera insensata, inguardabile e completamente inutile. Insomma, anche sotto il profilo etico ed estetico, si coglie “l'assoluta banalità di una schifezza simile, una schifezza dai costi esorbitanti, assurdi, irragionevoli”.
30 ottobre 2016 (Alfredo Laurano)

Mentre sto scrivendo questo pezzo, comincio a ballare sulla sedia....insieme al computer, insieme ai lampadari. E' un'altra scossa di terremoto, sembra forte e lunga, e sono a piano terra, a due passi dal mare, a pochi km. da Roma nord. 
Sono le 7,40 di oggi 30 ottobre 2016. 
Magnitudo 7,1, epicentro fra Marche e Umbria.


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