Sarà un caso, ma nello stesso giorno in cui si inaugura, con
grande enfasi e dirette Rai, la Nuvola di Fuksas a Roma, crolla un pezzo
d’autostrada facendo vittime a Lecco.
E poche ore fa, l’ennesimo terremoto ha distrutto un altro
bel pezzo d’Italia, costruito sulla sabbia e sul cartone. Migliaia di scuole,
case, ospedali, chiese, aziende del bel Paese rimangono in bilico, in stato di
precaria stabilità, a rischio crolli e a divenir morti e macerie.
Ma, per fortuna, e in compenso, nasce la magica nuvola che
ci distrae, ci stupisce e scuote la nostra fantasia.
Un’opera avveniristica, dal sapore futurista, simbolo di
modernità ed efficienza, dove il concetto di moderno coincide con le spaventose
quantità di vetro e acciaio che la compongono.
Sembra inverosimile il
carico di metallo impiegato (17mila tonnellate), pari
quasi a tre volte quello del ferro usato per la Tour Eiffel.
Ottomila posti in totale - 6.000 nelle sale
congressuali e 1.800 nell’auditorium, con la struttura fiberglass, a
faraonici costi di realizzazione: 467
milioni di euro (fonte sottosegretario all’Economia) per
un’aspettativa di indotto economico stimato, o ottimisticamente sovrastimato,
di 350 milioni di euro l’anno. A ciò, va unita la modesta parcella del genio dell’architettura dello stupore, pari a 24 milioni di euro.
Si, perché sorprendere, meravigliare, sbalordire, lasciare lo spettatore a bocca aperta - sostiene l’architetto Eleonora
Carrano - sembra essere l’obiettivo di
certa architettura che, con
il ricorso a monumentali pezzi
di design, prescinde dal contesto e dalla realtà sociale del luogo: la firma e la logica mercantile prevalgono
sulla sfera pubblica e sull’interesse generale, a discapito del fatto artistico, sociale, politico.
Fredda, metallica e priva di colore, la nuvola, imprigionata nella monumentale teca di vetro e acciaio,
di notte si riempie di luci
multicolore come una
discoteca all’aperto e sembra
non assecondare lo spazio fluttuante di
un’architettura sospesa
e leggera che, secondo alcuni, è rimasta solo nelle intenzioni.
Per altri, è uno spreco
colossale, un'opera insensata, inguardabile e completamente inutile.
Insomma, anche sotto il profilo etico ed estetico, si coglie “l'assoluta banalità di una schifezza simile, una
schifezza dai costi esorbitanti,
assurdi, irragionevoli”.
30 ottobre 2016 (Alfredo Laurano)
Mentre sto scrivendo questo pezzo, comincio a ballare sulla sedia....insieme al computer, insieme ai lampadari. E' un'altra scossa di terremoto, sembra forte e lunga, e sono a piano terra, a due passi dal mare, a pochi km. da Roma nord.
Sono le 7,40 di oggi 30 ottobre 2016.
Magnitudo 7,1, epicentro fra Marche e Umbria.
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