Guardare un bel film in una notte
estiva, all’aperto, in ciabatte e calzoncini, magari fumando - per chi ancora
lo fa - o sgranocchiando pop corn e rumorose patatine, accarezzati a
intermittenza da un refolo d’arietta fresca della sera o di lieve brezza che
dal mare soffia verso terra, è sempre un momento di piacere intenso e
rilassante.
L’arena cinema, però, non è più
tanto di moda e la sua magica combinazione, che fonde ambiente, suoni e
narrazione filmica - una volta, tanto
amata e popolare - non tutti affascina e seduce ancora. Molti la snobbano
proprio perché popolare.
A Roma, lo è stata fino agli anni
ottanta e, soprattutto, ai tempi dell’Estate Romana, di Massenzio e del “trionfo
dell’effimero” del compianto Renato Nicolini.
Poi, lentamente, il declino:
la chiusura di molti cinema, la nascita delle multisale climatizzate, le alternative delle TV satellitari, i Dvd, lo scarso interesse dei più giovani.
la chiusura di molti cinema, la nascita delle multisale climatizzate, le alternative delle TV satellitari, i Dvd, lo scarso interesse dei più giovani.
Ma le arene resistevano, tuttavia,
soprattutto nelle località di mare. Ricordo ancora con diletto quella di S.
Felice Circeo che frequentavo, d’estate, da ragazzo.
Oggi, comunque, nella capitale,
nonostante i tagli alle risorse nei bandi comunali, l’offerta del cinema sotto
le stelle continua ad essere piuttosto ricca: S. Cosimato, la scalinata di viale Glorioso, l’arena Sacher di Nanni Moretti, la Piramide,
la Garbatella, il Chiostro di S. Pietro in Vincoli, Villa Lazzaroni, Villa
Borghese.
Sempre in buona compagnia di pasciute
e cinefili zanzare che succhiano tanto, ma non pagano il biglietto.
Schermi all’aperto, anche nei
giardini di piazza Vittorio, all’ isola Tiberina e, di recente, nei
cortili di alcune scuole e atenei romani (Mamiani), trsformati in arene estive.
Nel litorale a nord di Roma,in questi
giorni, Fregene e Fiumicino
- con una programmazione in ricordo di Ettore Scola e di Franco Citti - che nella città canale vi ha vissuto per decenni - scommettono ancora sull'effetto-arena.
Sono due, infatti, i nuovi spazi esterni nei quali vengono proiettati film di successo o si realizzano spettacoli d’arte varia (musica, teatro).
- con una programmazione in ricordo di Ettore Scola e di Franco Citti - che nella città canale vi ha vissuto per decenni - scommettono ancora sull'effetto-arena.
Sono due, infatti, i nuovi spazi esterni nei quali vengono proiettati film di successo o si realizzano spettacoli d’arte varia (musica, teatro).
Per il resto, solo a S. Marinella e,
in parte a Civitavecchia, prosegue il cinema all’aperto. Poi, si deve arrivare in Toscana, a Capalbio
e Grosseto.
A Ladispoli, città del cinema, il
Lucciola, invece, ha appena chiuso e spento le sue luci, come era già chiusa,
da qualche anno, l’annessa arena estiva di via Fiume.
Pare, diventerà un parcheggio o
l’ennesimo supermercato (si spera non nascano altre sale giochi o scommesse,
jeanserie o magazzini di cineserie), ma forse, anche questo si spera, si
riuscirà a creare un nuovo spazio multimediale, un cine-teatro, presso
l’attuale Auditorium, in considerazione di un territorio di ben 90.000
abitanti, più migliaia di villeggianti estivi, rimasto senza il conforto della
settima arte dei fratelli Lumière.
Ho da poco scoperto, con sorpresa,
che nella giovane cittadina di Ladislao, nel 1920 sorgeva il centralissimo
complesso Moretti - un intero isolato triangolare tra via Regina Margherita e
il lungomare Regina Elena - che comprendeva bar, sala da ballo, stabilimento
balneare, una pensione e un ristorante. Mare, sole, svago per vacanzieri
romani, in una sorta di centro divertimento ante litteram.
Nel 1946, la terrazza dell’edificio
venne trasformata in arena Ulpietta, unico esempio di cinema all’aperto, in
alto, sotto le stelle e in riva al mare. Qualcosa di veramente raro e
suggestivo!
Il magico ronzio della pellicola nei
denti del proiettore, cessò su quel terrazzo nel 1987, come ricordano con
nostalgia gli eredi dei Moretti.
Tutto il fabbricato fu quindi
ristrutturato in negozi e uffici.
La storia di
Ladispoli è profondamente legata al mare, al microclima e alla sua
sabbia nera. Ben prima di Ostia e Fregene, fu la Marina di Roma, la spiaggia
preferita e frequentata dalla nobiltà romana e dalla ricca borghesia. Fu
proprio quella “terra di confine” a
far sognare Roberto e Renzo Rossellini che, tra il mare e la palude, avevano
trovato ispirazione per alcune loro
opere.
Ma, è stata ed è, anche, città del cinema e, di recente, ne
ha definito, raccontato e contrassegnato i relativi luoghi su pannelli, e con
altre lodevoli iniziative, miscelando in
un unico, suadente panorama storia, realtà, ricordi e racconti della macchina
da presa.
Davanti al
vecchio Borgo e al Castello Odescalchi, fu riprodotto un grande galeone in
legno, la nave del Corsaro Nero e di sua
figlia Jolanda. John Huston ricostruì, per la sua Bibbia, il
Paradiso Terrestre. E poi, ancora, in un set dopo l’altro, tante scene importanti
del cinema italiano: Umberto D, alla vecchia stazione di
Palo, La grande guerra, al Castellaccio dei Monteroni, L’uomo
di paglia, sulla spiaggia di Torre Flavia, Il sorpasso
sull’Aurelia a San Nicola.
La celebre Posta
Vecchia, residenza leggendaria ed esclusiva, è tuttora set di numerose fiction
di cinema e TV.
Pochi giorni fa,
Carlo Verdone - che spesso l’ha citata nei suoi film - è diventato cittadino
onorario di Ladispoli e lo stesso Roberto Rossellini, che con la Magnani
amava e frequentava questi luoghi, scrisse:
“Nel 1940 abitavo a Ladispoli, un bellissimo paese sul
mare, non lontano da Roma. La piazza del paese era
un'immensa arena bruciata dal sole e battuta dai venti, una non piazza in
realtà, un semplice spazio per permettere al cielo di giocare con la terra...”.
Oggi, la piazza più importante della città è a lui
intitolata e riporta, incisa sul lastricato, la sua dichiarazione d’amore.
Anche se, al momento, questo “suo paese” è rimasto senza
schermo, senza pizze e senza il fascino
della sala buia e coinvolgente.
7 luglio 2016 (Alfredo Laurano)
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