Il presidente nero non è bastato. La
società americana, patria del diritto e dell’integrazione, la più grande
democrazia del mondo, multi-razziale, multi etnica, e che quella democrazia
esporta dappertutto e dove serve - magari con le bombe - resta una società
violenta e contraddittoria e la polizia non è che una delle sue espressioni.
Se l'estrema, cieca brutalità della polizia
è quella che si manifesta quasi tutti i giorni, non c'è da stupirsi che la
reazione sia altrettanto cruenta!
La strategia della tensione porta solo
sangue, da sempre e da ogni parte.
Fermenti e tumulti razziali, ma anche di
più: siamo alla guerra vera. Ma contro quella polizia che brutalizza e ammazza
con facilità e, preferibilmente, i neri.
La strage di Dallas, 5 agenti uccisi e 7
feriti, a pochi passi dai luoghi dell’attentato a Kennedy nel 1963, si è
consumata durante la marcia di protesta degli afroamericani.
Il cecchino-killer, un govane di 25 anni, incensurato, riservista dell’esercito e simpatizzante delle Pantere Nere, è stato a sua volta eliminato da un robot.
Il cecchino-killer, un govane di 25 anni, incensurato, riservista dell’esercito e simpatizzante delle Pantere Nere, è stato a sua volta eliminato da un robot.
Negli ultimi due giorni, due persone di
colore erano state uccise dagli agenti: Philando Castile, 32 anni, ucciso nel
Minnesota, mentre stava prendendo i documenti da mostrare, dopo essere stato
fermato perché un fanalino della sua auto era rotto e Alton Sterling, 37 anni,
in Lousiana, sparato da due agenti mentre altri lo tenevano immobilizzato a
terra, come dimostra un video registrato da un passante.
Sono le ultime di una lunga e documentata
catena - su internet ci sono centinaia di filmati di abusi, barbarie e ordinaria crudeltà
- che hanno riacceso la rabbia degli afroamericani e scosso le coscienze, con
manifestazioni in varie parti degli Stati Uniti, compresa una grande marcia a Washington
verso la Casa Bianca.
Per molti, quella strage di Dallas, è stata
legittima difesa, organizzata dai membri di una comunità che, da lungo, tempo
subisce discriminazioni, attacchi e altrettante uccisioni da parte della
popolazione bianca. E vili sono gli attacchi dei poliziotti che uccidono i neri
ogni giorno. Nel 97% dei casi nessun agente viene incriminato.
“Tutti noi americani, aveva appena detto
Obama, siamo turbati da queste sparatorie, che non sono incidenti isolati, ma
sono sintomatici delle disparità razziali".
532 uomini uccisi dalla polizia: compresi
alcuni bianchi, nei primi sei mesi dell’anno. L'odio ribolle di nuovo nelle
strade americane. Lo scontro assume i peggiori contorni rabbiosi e spietati.
Nei liberi Stati Uniti, la gente ha paura
della polizia razzista, gli afroamericani ne hanno, ovviamente, di più.
(Alfredo Laurano)
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