La mitica Treccani, l’antica Bompiani, la Utet, la Rizzoli, la Garzanti,
l’Universo, la De Agostini o la Fabbri a fascicoli: chi non ha in casa almeno
una di queste enciclopedie, su carta e in tanti volumi?
Fino agli anni ’90, se ne pubblicavano e se ne vendevano tante, anche a
rate e porta a porta, a tutte le famiglie. Tutti le consultavamo, da ragazzi ci studiavano e facevano ricerche, anche, per i più giovani, con
il successivo ausilio di CD-Rom che, con l’introduzione della tecnologia
digitale, associavano al testo anche immagini e contenuti multimediali, come
brani audio e video. Era il mondo della conoscenza.
Ma la vera rivoluzione nel settore si ebbe quando si
diffusero nelle case i personal computer, capaci di contenere ingenti quantità
di dati e di memorie, e quando, sfruttando la velocità di internet - che mise
presto in crisi il mercato delle carta -
nacquero saggi, romanzi, dizionari, riviste, blog e quotidiani digitali e, 15
anni fa, Wikipedia.
Wikipedia è un'enciclopedia online,
collaborativa e culturalmente libera, accessibile e universale. Con più di 35 milioni di voci, in oltre
280 lingue, per un totale di oltre 135 milioni di pagine, modificate 2 miliardi di volte e con oltre 55 milioni di utenti registrati, è
la più grande mai scritta e tra i dieci siti web più
visitati al mondo .
E’ la più consultata
opera di riferimento generalista di Internet.
Grazie al
contributo di volontari di tutto il mondo, i Wikipediani , è continuamente
aggiornata e chiunque può contribuire alle voci esistenti o crearne altre, sia
su argomenti tipici delle enciclopedie tradizionali, sia su quelli più nuovi o presenti
in pubblicazioni specialistiche e di scottante attualità. Anche se non sempre affidabili
e del tutto attendibili.
L’ ampiezza di
argomenti trattati - dice Jimmy Wales, uno dei suoi fondatori - "Rappresenta uno sforzo per
creare e distribuire un'enciclopedia libera della più alta qualità possibile a
ogni singola persona, sul pianeta nella sua propria lingua".
Il dodicesimo
raduno mondiale dei volontari di questa illimitata summa online,
quest'anno, si è svolto a Esino Lario, un paesino di 760 abitanti nella
provincia di Lecco, a strapiombo sul lago di Como.
Otre settanta le
nazionalità rappresentate e più di milletrecento presenze registrate.
Il piccolo paese è stato
invaso ed è letteralmente esploso, come se la popolazione fosse aumentata del
170% . Gli ospiti - anche dalla Nuova Zelanda - sono stati accolti nelle poche
pensioni e nelle case dei residenti. Per cinque giorni, Esino è diventato
la capitale mondiale del web e
della conoscenza condivisa, con decine di incontri quotidiani,
conferenze, laboratori, mostre e workshop.
Sembra strano e
singolare che un evento planetario, legato
ad uno dei più rivoluzionari fenomeni nati sul web, sia stato organizzato in un
minuscolo e sconosciuto comune delle prealpi lombarde, battendo la concorrenza
di megalopoli come Manila , Londra, Hong Kong.
Ma ce lo spiega Iolanda Pensa, ricercatrice
all’università di Lugano e, soprattutto, abitante di Esino Lario. “Nell’era della condivisione, della conoscenza
aperta a tutti, un evento può svolgersi indifferentemente in una città
internazionale o in un paesino. In una
piccola comunità, a differenza di una grande città dispersiva, i partecipanti
vivranno sempre a stretto contatto, al bar, in piazza e l’atmosfera sarà più
amichevole.”
La caratteristica
primaria di Wikipedia è, dunque, che chiunque può collaborare, utilizzando un
sistema di modifica e pubblicazione aperto. Non c'è un comitato di redazione,
né alcun controllo preventivo sul contenuto inviato.
Dietro ogni pagina,
ci sono loro, i Wikipedisti volontari: anima e braccio operativo. Qualcuno li definisce
geek (persona con un eccessivo
entusiasmo in un certo campo, in particolare, tecnologico)
Li leggiamo quotidianamente senza conoscere i loro nomi, né
le loro storie. Non ci mettono la firma, né tantomeno la faccia, hanno colore,
opinioni e culture differenti, sono curiosi, appassionati, a volte narcisi e un
po’idealisti, ma pragmatici e, come tanti, sognano di cambiare il mondo.
E cercano di farlo diffondendo sapere e conoscenza: sono quelli che si
incontravano in questi giorni tra le ripide viuzze di quel piccolo paese.
Che cosa li accomuna? Forse un’emozione poco usuale e non
remunerativa : scrivere un'enciclopedia, credere nell’incredibile forza delle
parole e del sapere.
(Alfredo Laurano)
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