Da
tempo sappiamo che in molte istituzioni pubbliche, come, ad esempio enti locali
e università, imperversano nepotismo, favoritismo e clientelismo. Spesso, in
molte realtà, un terzo degli addetti appartiene alla stessa famiglia, porta lo
stesso cognome o è “amico di”, o parente acquisito. O, come vuole, storia,
letteratura e tradizione, “lo manda Picone”.
Lo
stesso accade nel mare magnum della politica, del potere, dei suoi oliati
ingranaggi e delle sue tentacolari emanazioni.
Ancora
una volta, un video delle Iene svela il disonore degli onorevoli
Minacce
in stile mafioso e molestie, assunzioni fittizie e favori agli amici, un elenco
di comportamenti disgustosi e di impunite irregolarità.
Una
lunga lista di illegalità e condotte illecite sulle quali ora si attendono
accertamenti da parte della Procura di Roma.
A
partire dall’assunzione del figlio del Sottosegretario alla Difesa, generale Domenico
Rossi, con un contratto a tempo indeterminato, da parte del deputato amico
Mario Caruso: entrambi del partito centrista di Democrazia solidale (sarà per
questo che son solidali?), di fatto, ex montiani “moralizzatori”, più ex Udc.
Ma
l’assunto figlio del generale non viene pagato dal deputato Caruso, per il
teorico ruolo di “assistente parlamentare e ufficio stampa”, ma percepisce la
retribuzione direttamente dal padre Sottosegretario.
Come
se non bastasse, il giovane privilegiato incassa, regolarmente, il compenso, ma
sul posto di lavoro non si vede mai: "Papà ha aperto un ufficio vicino
casa mia e io sto sempre là”. Non sa che le sue parole, intanto, sono
registrate senza censura.
Ma
non finisce qui, c’è molto altro ancora.
Altre
imbarazzanti anomalie emergono, appunto, dal servizio televisivo delle Iene,
grazie alle rivelazioni dell’altra “assistente”, effettiva e reale, del
deputato Mario Caruso, siciliano, ignorante e cafone, già vicino alla Destra
italiana di Mirko Tremaglia.
Da
un anno e mezzo lavora tutti i giorni con lui, senza essere mai pagata. Terminato
lo stage gratuito di tre mesi, infatti, Caruso non l'ha mai contrattualizzata,
nonostante le ripetute promesse.
Ciò
nonostante, per 18 mesi, la giovane ha varcato tutte le mattine l'ingresso
della Camera per svolgere le proprie mansioni, con un regolare tesserino nominativo,
con tanto di foto.
A
tutto ciò, si aggiungono tentativi discreti di molestie sessuali: un invito a
cena in zona Prati, condito di avances e sottintesi. Poi gli sms: "Stasera
sono a casa da solo, valuta tu cosa fare".
È
lei a registrare, di nascosto, la chiacchierata con il figlio desaparecido del
generale e a chiedergli perché non c’è mai sul posto di lavoro.
La
medesima domanda - sempre con telecamera nascosta - la giovane la rivolgerà
direttamente anche al “suo” deputato Caruso.
Con
tanto di strafalcioni grammaticali, che rivelano la sua grassa ignoranza, il parlamentare
dirà apertamente di aver fatto un favore al sottosegretario che, da buon padre,
provvede pure a stipendiare il ragazzo.
Incalzato
dal testardo e opprimente inviato delle Iene, che continua imperterrito a chiedergli
spiegazioni su quanto emerso e denunciato, il Caruso inferocito, perde le
staffe, fioccano le parolacce, i gesti scomposti e le minacce.
Se la prende con la telecamera puntata su di lui. E infine cede al peggio, all’avvertimento in stile mafioso: "Vai a fanculo o, e se vuoi di più, vienimi a trovare dove io abito sempre... ti faccio vedere io come si ragiona al paese mio".
Se la prende con la telecamera puntata su di lui. E infine cede al peggio, all’avvertimento in stile mafioso: "Vai a fanculo o, e se vuoi di più, vienimi a trovare dove io abito sempre... ti faccio vedere io come si ragiona al paese mio".
Intanto,
in attesa di sviluppi, il Sottosegretario generale Rossi, ha deciso di lasciare
l'incarico di governo.
Ne
siamo tutti, veramente, addolorati.
(Alfredo Laurano)
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