Torino
come New Delhi, come Cernobyl, come Riyadh, come Pechino.
Evitare
di aprire porte e finestre.
E'
l'invito del Comune di Torino dopo che la concentrazione di smog e polveri
sottili è salita oltre il doppio del limite consentito. "In una situazione
così critica" è necessario adottare una serie di precauzioni: evitare
attività fisica e prolungata all'aperto e, in particolare per anziani, bambini
e soggetti con patologie cardiorespiratorie, rimanere il più possibile in
ambienti chiusi, evitando anche di aprire porte e finestre". Per gli
spostamenti a piedi o in bicicletta, l'esortazione è di "farlo per il più
breve tempo possibile muovendosi lontano dalle vie più trafficate”.
Siamo
arrivati anche a questo. Ma non è una novità, non è la prima volta in Italia e
nel mondo, sempre più inquinato, sporco e avvelenato.
Non
sarà il caso di ripensare e rifondare il nostro sistema di vita?
Di
rivedere le nostre scelte iperconsumistiche, lo sfruttamento intensivo e senza
tregua delle risorse, il nostro insano egoismo e il totale menefreghismo nei
confronti degli altri, degli animali, delle cose e della natura tutta?
Di
inseguire modelli sociali e organizzativi, apparentemente utili, essenziali e
irrinunciabili ma, in realtà, dannosi, sciagurati e disastrosi?
Di
concepire costanti sfide e deleterie strategie, nell’ingannevole processo di globalizzazione,
per ricavare il massimo profitto immediato, standardizzando oltremisura le
economie e le culture dei vari paesi del mondo.
Di dire basta ai guasti di
questa società malata, degradata e sempre più vicina alla naturale
decomposizione?
Io, un'idea ce l'avrei, ma è
un tantino retrograda e misoneista: ricominciamo "ab ovo";
riscopriamo il fuoco, reinventiamo la ruota, riscopriamo l'acqua calda.
20 ottobre 2017 (Alfredo
Laurano)
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