“La moglie sottomessa cristiana – ci spiega
Mario Adinolfi, direttore della “Croce” e comandante generale delle “Sentinelle
in Piedi” - è la pietra fondante, la pietra su cui si edifica la famiglia”.
Non schiava, succube e passiva, ma docile,
devota, obbediente e rispettosa, come un fedele cane. Magari col chador Dolce
& Gabbana o il saio francescano, firmato Armani, per non confonderla con la
donna islamica. Senza il Corano in tasca, ma con un libretto, a caso, in mano
Sottomessa significa messa sotto - come dicono,
fra i monti e le greggi di Orgosolo, “a pecorina” – che è la condizione per cui
la famiglia possa esistere.
“Una donna mite. E sottomessa non significa
che non c’è la parità, sono due cose diverse” – aggiunge l’Adinolfi, il
fondamentalista extralarge che predica all’impiedi.
Data la
sua mole di oltre 140 chili, forse comincio a capire il senso del sua affermazione:
nella classica posizione “del missionario”, schiaccerebbe l’esile Silvia, sua seconda
“sottomessa” mogliettina.
21
gennaio 2015 (Alfredo Laurano)
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