Che sarebbe stato attaccato, criticato e
contestato, per paura o per legittima difesa, era ovvio e scontatissimo. Ma lo
si aspettava da parte dei suoi avversari filoeuropeisti, dai difensori della Trojka,
dai sostenitori del mercato, dai potenti germanici, non da chi, in teoria, per
appartenenza politica, sia pure molto alla lontana, dovrebbe mantenere un
giudizio aperto, sospeso, magari possibilista e attento ai fatti.
Chi ha avuto la fortuna di seguire la puntata
di Otto e mezzo, ieri sera, avrà osservato un esemplare di imprenditore miliardario
del PD scagliarsi contro Tsipras, fresco di vittoria, e il suo “vano” tentativo
di restituire ai greci pane, speranza e dignità.
Lo ha definito demagogo e populista,
destinato al fallimento nei suoi progetti, decretando che non avrà alcuna probabilità
di ottenere qualsiasi risultato. Insomma, lo ha demolito, ma senza violenza o
aggressività, con distacco, freddezza e indifferenza.
Lo ha fatto con boria e supponenza, con l’aria
del cattedratico, del grande politologo che non sbaglia mai una previsione o
una sentenza. Con alle spalle la sicura
e fine competenza di un venditore di caffè tostato: tale Riccardo Illy.
Avete presente quei soggetti monocorde, quelli
che parlano senza intonazione, senza muovere neanche un muscoletto della faccia
o della testa, sibilando parole, quasi a bocca chiusa, come in un coro omofonico
di Puccini (mi perdoni, il maestro, l’audace e vergognoso accostamento), privi d’espressione
e di colore in qualunque affermazione, seria, comica o drammatica?
In pratica, l’esatto contrario della canterina Gruber che, quando fa domande, intona un armonico jodel tirolese.
In pratica, l’esatto contrario della canterina Gruber che, quando fa domande, intona un armonico jodel tirolese.
Insomma, il prototipo dell’attore consumato,
di successo. Anzi, sarebbe meglio dire: consumato “dal” successo, dal denaro e
dal menefottismo.
E’ il ritratto del renziano imperatore della
tazzina e dell’espresso, in tutti i bar della nazione, che ne sa molto di più
del greco Dimitri Deliolanes - praticamente ignorato ed emarginato, nel
collegamento - che ha appena pubblicato un dettagliato libro su Tsipras (che conosce
bene) e dell’altro misurato ospite, il paludato “cardinale” Pisapia, gentile sindaco meneghino.
Ignobile arroganza unita a formale eleganza,
quella del caffettaio triestino, del tutto indifferente alle opinioni altrui e
al contraddittorio.
Vorrei soltanto segnalargli, a proposito di
demagogia, che negli ultimi tempi Syriza ha sostenuto la popolazione greca più
colpita con oltre quattrocento Centri di assistenza medica, dentistica,
farmaceutica e di distribuzione pasti, completamente gratuiti e gestiti da volontari.
Lui, non sa neppure che vuol dire.
Mi piacerebbe vederlo nel ruolo di ambulante
nei mercati rionali, a offrire il tre per due della sua miscela prodigiosa.
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