Un
mezzo coupe de theatre o una bella recita studiata a tavolino per stupire?
Vediamo
solo i fatti, ché le segrete mosse non sappiamo. Molti italiani temevano il candidato ideale dell’inciucio Nazareno: il poco amato Giuliano Amato. Invece, con l’indicazione di Mattarella, Superbone, che è gran furbino, ma non cretino, ha spiazzato tutti ma, soprattutto, la minoranza del suo partito, i vendoliani e l’affidato Berlusconi, che parla di tradimento. Anche lui stava sereno, forse troppo! In parte, ha messo a disagio anche i Cinquestelle.
Come dice Huff, arrogante nei
confronti dei critici, menefreghista nei confronti dei patti stabiliti, ma
anche capace di valutare le debolezze altrui e di assumersi i rischi di una
forzatura: renzismo puro, perfetta combinazione dei suoi peggiori difetti e dei
suoi migliori attributi. Un capolavoro di pragmatismo politico.
Anche perché non ha nulla da
perdere: in caso di rottura totale del Nazareno - ma non accadrà - e nel
peggiore dei casi, sa di poter andare tranquillo a elezioni anticipate.
Cosa che né Berlu - sbandato, ancora
ai servizi sociali, in forte crisi di consensi, politicamente inagibile - né
Alfano, evanescente, incerto e legato alla poltrona di ministro, vogliono mai.
Che grande paraculo, gioca contro birilli instabili.
Non ci saranno altri 101 cecchini
- sarebbe stavolta il suicidio di massa di quel partito - e Mattarella domani,
al quarto scrutinio, sarà il nuovo Capo dello Stato.
E Prodi, che avrebbero votato
anche i Cinquestelle, anche a ‘sto giro l’hanno preso in giro. Rodotà non pervenuto.
30 gennaio 2015 (Alfredo Laurano)
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