“Alle bestie
parigine corrispondono, in sedicesimo per fortuna, bestie nostrane”. Lo scrive
Achille Saletti e lo dico anch'io.
Il riferimento è a quella parte di spregevoli commentatori che hanno
mostrato profondo godimento alla notizia che Emma Bonino è affetta da tumore e
dovrà affrontare un ciclo di cure, limitando le sue attività: una valanga di
ignobili pensieri e di volgari espressioni, tra accuse di ladrocinio, in quanto
esponente politico, e l’auspicio che il male sia celere per pesare meno sulle
tasche degli italiani. Con Bersani, colpito da malore e a rischio vita, gli stessi, o simili, sciacalli avevano fatto anche peggio.
Premesso che
questa piccola donna coraggiosa, sottile ed infrangibile, laica e riservata, da
sempre impegnata in prima linea per difendere i valori della solidarietà e
della libertà, non appartiene certo a quella schiera di politici che vivono di
scandali e corruzione o che derubano gli italiani, né è stata mai sfiorata da
sospetti o accuse di reati o di ambiguità, non si capisce il perché di tanta
violenza verbale nei suoi confronti e, soprattutto, su un argomento, come
quello della salute, che dovrebbe lasciare pochi margini al dibattito politico.
E, invece, gli ineffabili professionisti dell’insulto sul web - che
ormai dilagano e si riproducono più dei vermi e dei conigli - non fanno sconti,
non conoscono il rispetto e non distinguono. Non criticano, non argomentano, non
giudicano i fatti e le scelte di chiunque, vomitano soltanto odio e cattiveria.
Non sanno nemmeno separare gli aspetti pubblici e quelli umani di
una qualunque persona. Sparano a prescindere, come cecchini mercenari del
rancore, del disprezzo e della rabbia repressa: ogni occasione è buona per
pubblicizzare la propria gratuita idiozia.
Sono gli analfabeti della convivenza umana, esseri profondamente
ignoranti che trovano su Internet il luogo ideale per manifestare la propria
pochezza, i loro bassi istinti, la loro personalità deviata. Per socializzare all'incontrario. Spesso nell'anonimato.
Bonino a parte, ciò vale sempre, vale per tutti e per ogni
argomento; per ogni evento o personaggio che si affacci in qualche modo alla
ribalta della rete o della stampa.
Un insulto,
una parolaccia, uno schizzo di veleno non si nega mai a nessuno.
Questo è uno degli aspetti più odiosi e insopportabili che ci regala
l’eccesso di comunicazione on line. Internet ha legittimato, o come si dice
oggi, sdoganato, una nuova forma di protagonismo, ha dato un’anima e una
possibilità a tante comparse umane e a oscuri figuranti della razionalità.
Vigliaccheria e bullismo, sia giovanile che maturo, nascosti spesso
dietro la protezione di uno schermo e una tastiera. Tutti si sentono in diritto
di sentenziare, di usare toni bellici, ingiurie e turpiloquio, minacce e
proteste qualunquiste, buttate alla rinfusa per sentirsi importanti, per
esserci e per avere l’illusione di contare.
Ma tutto ciò non fa che denunciare profonda frustrazione,
insoddisfazione e scarsa connotazione di umanità e porta alla necessità di
individuare, sempre e comunque, un nemico da oltraggiare, senza distinzioni,
senza mediazioni.
E nella costruzione del nemico trovano la prova ontologica della
propria esistenza.
In caso
contrario, il loro fallimento sarebbe troppo fragoroso.
15 gennaio 2015 (Alfredo Laurano)
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