mercoledì 29 maggio 2019

MEME E RETROPENSIERI


Dopo gli scioperi del venerdì per il clima, dopo la mobilitazione globale dei giovani, le sollecitazioni e le accuse ai padroni del mondo e la tumultuosa bagarre internazionale per l’ambiente, cosa ci ha lasciato Greta Thunberg, sulla quale si sono spenti i riflettori?
Ci ha lasciato tanti retroscena, tante polemiche intorno ai “gretini”, tante affermazioni pubbliche di vari personaggi pubblici, che ne contestano le scelte o alludono vergognosamente alle sulle sue caratteristiche umane, come lo sguardo corrucciato e l’espressione fissa da Asperger.
Ci ha lasciato I’imbarazzante gara dei politici italiani per appropriarsi ogni merito dell’ambientalismo, appuntarsi al petto le medaglie Greta e Clima, mendicare consensi dai giovani e dagli elettori sensibili all’ambiente.
Ci ha lasciato l’inevitabile tesi del complottismo (sui social è stato scritto che dietro l’attivista c’è la lobby dei fondi d’investimento, dei produttori di treccine e dei fabbricanti di berretti e sciarpe), nonché la sua fotografia con trecce e cerata gialla, adattata e sfruttata per generare un portfolio di immagini virtuali che presto sono diventate un’icona internazionale.
Ci ha lasciato le storie, le chiacchiere, le battute, gli sfottò e tanti meme.

Spesso, nei blog o nei post pubblicati sui vari social network, è facile imbattersi nei Meme, ma non tutti sanno con esattezza cosa siano.
Il termine deriva dal greco mímēma e significa imitazione o più semplicemente fa riferimento a un contenuto divertente o bizzarro: può essere un’immagine, un video, una foto o anche una frase, che in poco tempo si diffonde in maniera virale, come un vero e proprio tormentone (V. foto).
Anche se nascono con l’intento di divertire gli utenti, tuttavia, è bene specificare che i Meme possono essere utilizzati anche per garantire ad un concetto un maggiore impatto emotivo, puntando a contrastare la diffusione di notizie false. Infatti, sono entrati anche nella sfera politica e sociale, riuscendo a far riflettere o a scuotere, in più di un’occasione, l’opinione pubblica.

Comunque, tutti a preoccuparsi di chi c’è dietro la “ritardata” dalle treccine ignobili. Chi ci sarà mai dietro, oltre le lobby già citate? La mafia internazionale, la massoneria, gli ufo, le multinazionali del biologico, i poteri forti, Bilderberg, i Rothschild, la solita speculazione dell’alta finanza pluto-giudaico-massonica?
Pensate, invece, a chi c’è davanti a Greta: miliardi di imbecilli che stanno distruggendo il pianeta. Talmente idioti che persino una battaglia oggettivamente e indiscutibilmente giusta, come quella di questa ragazzina, viene messa in discussione da teorie complottiste.
Se i petrolieri pagano tanti soldi per gettare discredito sul mondo ambientalista e nascondere i loro crimini, qualche mercenario dovrà pure raccoglierli.
Quindi: obbedire, ironizzare, ridicolizzare, delegittimare una povera "ritardata”, che dà troppo fastidio a multinazionali, cupole finanziarie e imperi commerciali e fa pensare troppo, soprattutto i giovani.
Una ragazzina - definita autistica, marionetta mediatica, da famiglia Adams, con le treccine ripugnanti - che, con una chiarezza e una fermezza incredibili, sbatte in faccia al mondo la realtà e sta facendo riflettere la vuota generazione del telefonino e dell’iperconsumo.
Che non deve essere a tutti i costi vegana, non deve essere una francescana, non deve vivere di aria, né muoversi a piedi, non deve rinnegare la tecnologia, come molti limitati benpensanti della domenica ragliano nelle praterie o nelle stalle del più becero sillogismo.

Ricordate “La canzone del sole” di Lucio Battisti? “Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi/ le tue calzette rosse/ e l’innocenza sulle gote tue…”
Sembra il ritratto di Greta Thunberg. Una Pippi Calzelunghe o una delicata Cappuccetto Rosso contro il Lupo Cattivo di un sistema industriale che sta cambiando, forse irreversibilmente, il mondo. Una battaglia sacrosanta quella della difesa dell’ambiente avvelenato dall’egoismo delle multinazionali, dalla logica del profitto, dall’imbecillità di un potere che alla fine riuscirà a distruggere anche se stesso.

Ma senza costruire miti e simboli per continuare poi con le abitudini di sempre, con la crudeltà, l’indifferenza e gli egoismi di sempre, con cui costruiamo ovunque non solo muri di pietra, ma muri di pensiero.
Non trasformiamo Greta in bambolina da esposizione. Da sbeffeggiare, da sfruttare, da nascondere o mostrare secondo quanto e quando ci conviene.
Lei deve e vuole essere la voce delle nostre coscienze sopite. 
(Alfredo Laurano)


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