Il
bollettino dell’orrore non si spegne mai. Anzi, si rinnova, si
allarga, si moltiplica all’infinito, di giorno in giorno, di ora in ora. Dalla
violenza collettiva, agli attentati, agli stupri, alle tragedie familiari. Non
passa istante che non si realizzi e trovi spazio l’atrocità, la brutalità, il
disgusto.
Lo ha picchiato selvaggiamente, ha chiamato il 112, poi si
è allontanato. Il giovane padre assassino ha confessato, poi, dopo la cattura, di
aver agito in preda a un raptus, a un momento di rabbia, perché non riusciva a
dormire, anche a seguito dell’assunzione di hashish, e di aver percosso il
piccolo figlio di due anni fino alla morte.
Quando gli agenti sono intervenuti nella casa in zona San
Siro, occupata abusivamente, il suo corpicino era senza vita e presentava evidenti
segni di violenza. Aveva i piedi fasciati, lividi vari e una ferita alla testa.
In casa c’era soltanto la madre, una donna croata di 23 anni, incinta e con
altri quattro figli, sicuramente vittima del degrado, dell’abbandono sociale e
di un marito padrone.
Solo pochi giorni fa, a Cassino, altri verbali dell’orrore
ci avevano raccontato del piccolo Gabriel, soffocato a morte a soli 28 mesi
dalla mamma e, pare, anche dal padre separato, per aver innervosito, col suo
pianto molesto, i genitori che in quel momento stavano consumando un rapporto
sessuale in auto: un movente tanto incredibile, quanto agghiacciante.
Ma cosa siamo diventati? Peggio delle bestie più feroci
che, peraltro, uccidono solo per fame o per difesa. Un animale, qualunque esso
sia, protegge e cura i propri piccoli e rischia la propria vita per salvarli,
Alcuni cosiddetti esseri umani - se è lecito definirli tali
- invece, ammazzano di botte i propri figli. Ma come si fa? - ci chiediamo tutti
senza trovare una risposta, una ragione, un perché. Cosa può portare un uomo a
compiere un gesto mostruoso e contro natura come questo? Forse la condizione
sociale, economica, affettiva; sicuramente la propria educazione e cultura, la
sua storia personale o, magari, solo la follia.
E' talmente orribile che non riusciamo nemmeno a immaginarlo.
Dove sbagliamo?
Perché non è normale togliere la vita a un figlio. In un
momento di rabbia, si prende a pugni un armadio, un muro, si fuma un pacchetto
di sigarette, si bestemmia, ci si ubriaca; ci sono tante cose che si possono
fare per sfogarsi prima di uccidere di botte un figlio di due anni.
Ma, soprattutto, continuiamo a domandarci, ogni volta, come
si possa evitare che questo accada ancora in futuro.
Questi genitori assassini sono peggio delle peggiori delle
bestie, le sovrastano in ferocia e malvagità gratuita e non sono da annoverare
tra gli esseri civili.
Bisognerebbe isolarli sempre più dalla società, buttando le
chiavi della loro cella di punizione e pena. (Alfredo Laurano)
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