Secondo tale Francesco Polacchi - editore della casa Alta
Forte, vicina a Casa Pound - che si dichiara pubblicamente fascista e che da
domani dovrebbe partecipare al Salone del Libro di Torino, “l’antifascismo è il vero male di questo Paese”.
Ovviamente, mentre infuria la polemica su queste sue “ardite”
esternazioni e sulla sua attività professionale nell’editoria (ha pubblicato,
tra l’altro, il libro-intervista di Salvini), estranea allo spirito del Salone,
si intravede una possibile violazione delle leggi dello Stato.
Intanto, è bene ricordare a questo signore che la sua
affermazione è possibile proprio grazie alla libertà d’espressione, garantita
dall’antifascismo. A parti invertite, non l’avrebbe mai potuta fare e tutti saremmo
dovuti stare zitti.
Poi, che quella manifestazione culturale è un luogo di
scambio, di confronto, di condivisione, che coinvolge migliaia di persone di
tutte le età, ceti, idee e nazionalità che si danno appuntamento in un luogo simbolo
della democrazia e della civile convivenza.
Gente libera e democratica che non intende raccogliere le
provocazioni di chi cerca solo visibilità mediatica, ma discutere di libertà,
di Europa, di convivenza, di immigrazione, di letteratura, del restare umani in
un mondo difficile, soprattutto nel centenario della nascita di Primo Levi.
In ogni caso, bisognerebbe spiegare al nostalgico editore
in camicia nera - che il vero male di questo nostro Paese non è l’antifascismo -
che, anzi, è l’incrollabile baluardo democratico su cui si fonda la
Costituzione - ma il maligno virus della corruzione, che, né prima, né dopo
Tangentopoli, è stato mai sconfitto, ridotto o debellato, insieme all’altrettanto
virulento germe della violenza, del razzismo, della discriminazione, proprio di
stampo fascista.
Associazione mafiosa e per delinquere, tangenti, abuso
d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti, appalti pubblici truccati e
spartiti, una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione.
Una raffica di provvedimenti giudiziari in un’Italia saldamente unita dalla
disonestà e dal marciume morale.
Non passa giorno che si scoprono, si indagano e si arrestano
politici, amministratori, imprenditori e funzionari pubblici, dalla Lombardia al
Piemonte, dalla Calabria alla Sicilia e in tutt’Italia: 43 misure di custodia
cautelare proprio ieri a Milano. Una retata dei politici, in prevalenza di
Forza Italia, al centro un sistema para-feudale di nomine e mazzette.
In parallelo, l’altro corno dell’immutabile, vergognoso
dilemma, assai caro e complementare all’idee dell’area neo-fascista e del suo degno
rappresentante estimatore: la violenza endemica e genetica.
Dal pane calpestato di Torre Maura, al "troia, ti
stupro" di Casal Bruciato a Roma: parole agghiaccianti, gridate ieri
contro una donna di quarant'anni che portava in braccio la sua bambina e aveva
solo la colpa di voler entrare col marito nell'alloggio popolare, a loro
regolarmente assegnato, e di essere rom. “Vogliamo
vedervi impiccati, bruciati…vi tiriamo una bomba”, hanno gridato altri.
Questo è quel vistoso pezzo di Italia precipitato nella
barbarie, che si nutre di corruzione, intolleranza e prepotenza.
Non certo malato di antifascismo, ma di ignoranza, inciviltà e profonda disumanità.
Non certo malato di antifascismo, ma di ignoranza, inciviltà e profonda disumanità.
8 maggio 2019 (Alfredo Laurano)
https://video.repubblica.it/politica/salone-del-libro-quando-francesco-polacchi-altaforte-partecipo-agli-scontri-di-piazza-navona/333740/334340?ref=vd-auto&cnt=2
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