“Schifosa, portali a casa tua”, le hanno
urlato. Come sempre, come è ormai normale, come da copione. E lo hanno fatto, dopo aver a lungo minacciato
la famiglia bosniaca di quattordici persone, assegnataria dell’alloggio
popolare di Casal Bruciato: "vi impicchiamo", “vi bruciamo” e
soprattutto "ti stupriamo", rivolto ad quella mamma con la bimba in
braccio.
Bisogna darle atto di aver avuto coraggio, di
aver preso la decisione giusta, di sicuro quella meno facile.
Momenti di forte tensione quando Virginia
Raggi, letteralmente scortata da due cordoni del reparto mobile della polizia,
è arrivata nel piazzale condominiale, presidiato da residenti che protestano e
Casa Pound che soffia sul fuoco.
"Questa
famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e
la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo
avuto modo di farla conoscere ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e
minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è
questa una società in cui si può continuare a vivere".
La visita di Virginia Raggi - che già un mese
fa si trovò nella stessa situazione a Torre Maura, dove evitò la forzatura del
blitz e fece marcia indietro per evitare ulteriori tensioni - non è stata da
tutti molto apprezzata.
Un brutto spettacolo, per alcuni, in cui una
questione serissima, come quella della convivenza di popoli e persone nello
stesso habitat, è stata ridotta da una parte a teatrino e dall’altra parte a
monumento dell’irresponsabilità.
Non è tollerabile impedire a un’autorità
pubblica, qual è un sindaco, di far rispettare una norma legittima e chi si
oppone a questo è condannabile, specie se accompagna la sua contestazione con
insulti, minacce e volgarità. Il punto, semmai, è che la scelta della Raggi si
è rivelata una forzatura mediatica. La presunzione di stare nel giusto a
dispetto di tutto.
Ma un sindaco non è nel giusto quando non sa
cogliere gli umori della popolazione e attizza le rabbie invece di risolverle,
ha fornito materiale incendiario in una situazione già molto pericolosa.
Ma cosa significano queste critiche?
Significano che l’'emergenza abitativa e il
clima di intolleranza che si respira in tutto il paese non vanno affrontati con
l'obiettivo dell'inclusione e garantendo a tutti i legittimi diritti e una tutela dalle aggressioni
neofasciste.
Significano che bisogna accettare la violenza, le intimidazioni, le minacce, le azioni di stampo razzista e xenofobo che a quei gruppi vengono concesse.
Significano che bisogna accettare la violenza, le intimidazioni, le minacce, le azioni di stampo razzista e xenofobo che a quei gruppi vengono concesse.
Al di là dei valori di giustizia ed uguaglianza
sanciti nella nostra Costituzione.
9 maggio 2919 (Alfredo Laurano)
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