La
tragica vicenda di Corinaldo ha fortemente colpito la pubblica opinione e indotto
molti ad esprimere on line il proprio pensiero su colpe, cause e
responsabilità. Si è aperto nel Paese un lungo, diffuso dibattito, dove prevale l'indignazione popolare
Ecco il carteggio.
“Sig.
Laurano, la ringrazio per la sua non
richiesta retorica reazionaria fatta di preconcetti, ma d'altronde siamo su
internet ed ognuno sente il diritto di esprimere il proprio punto di vista,
anche qualora esso sia basato su premesse sbagliate.
Vorrei
puntare l'attenzione (questo il suo ossessivo leitmotiv) sul fatto che siamo
stati tutti adolescenti e abbiamo tutti ascoltato canzoni più' o meno
"estreme", mal giudicate dalle generazioni precedenti.
Vorrei
puntare l'attenzione sul fatto che i testi delle canzoni, quando non politici,
non hanno mai cambiato il modo di pensare delle persone.
Vorrei
puntare l'attenzione sul (brutto) testo che documenta cose che effettivamente
succedono.
Vorrei
puntare l'attenzione sul fatto che le parolacce - purtroppo - sono state
sdoganate una trentina di anni fa ed è normale cadano anche in una canzone.
Vorrei
puntare l'attenzione sul fatto che si cerca sempre un mostro da incolpare e se
questo appare brutto e diverso è ancora più' facile dargli le colpe di tutto
ciò' che è sbagliato in una vicenda bla, bla, bla...
Infine vorrei puntare sul
fatto che paragonare un "cantante", che scrive testi di merda e di
cui domani ci saremo dimenticati, ad un terrorista tagliagole e - con
tracotanza - affermare che il primo fa più' danni del secondo è una dichiarazione imbecille.”
Dopo tutto 'sto "puntare" trafiggente, la mia
risposta:
Qualcuno
molto paziente e pietoso potrebbe o dovrebbe spiegarti il significato della
retorica reazionaria non richiesta (la prossima volta, nel caso, ti chiederò il
permesso quale esegeta del vangelo digitale e depositario del verbo del web) e,
soprattutto il senso della mia dichiarazione imbecille, chi ti resta difficile
da comprendere.
I danni che un soggetto
perverso, come quello che pretendi di giustificare, sono enormi e devastanti,
anche se non fisici. Sono di natura pedagogica e formativa per i modelli di
riferimento, estremi, volgari, tossici, identificativi e proiettivi che
propone, anche livello subliminale, a ragazzini eccitati, incapaci di giudicare
la spazzatura che viene loro somministrata. Condizionano e orientano le loro
precarie e deboli coscienze.
Qui,
i veri cretini, i presuntuosi, i saccenti arroganti sono quelli come te, che
pretendono di combattere qualsiasi battaglia in nome di una presunta
tolleranza, basata sul vuoto, sul nulla, sull'indifendibile paradosso.
Sei
la conferma di quanto affermava Umberto Eco, a proposito di webeti: "I social media danno diritto di parola
a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di
vino, senza danneggiare la collettività e venivano subito messi a tacere. Ora,
grazie a Internet, hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È
l’invasione degli imbecilli."
In alternativa, ci sono anche
gli analfabeti funzionali, cioè quelli
che capiscono solo il suono della parole, ma non il loro significato. Hai di
che scegliere.
Lui: Continua la retorica vomitevole di chi è sempre dalla parte del giusto.
Lei è un cretino. A mai più
Io: Webete presuntuoso, curati! O, meglio, vista tua colpevole ignoranza,
studia e fatti insegnare educazione e rispetto. (Alfredo
Laurano)
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