Da
una parte, la scontata monotonia, l’eleganza formale, luminosa, appariscente
dei centri commerciali, così uguali, asettici, studiati, prevedibili. Così anonimi,
uniformati, standardizzati, spersonalizzanti e massificati.
Tra
grandi spazi, firme, abiti, scarpe, borse, orologi e preziosi, oggettistica e
tempo libero, intervallati da bar, ristorantini, market, paninerie e pizze a
taglio, si coglie inequivocabilmente l’idea più bassa del commercio, la
necessità di vendere, convincere, sfruttare le debolezze umane per incassare,
fare fatturato. Non conta offrire un servizio, un sorriso o un consiglio
autentico e disinteressato, conta soltanto il volume d’affari.
Dall’altra,
vintage, moda, usato, arte, oggettistica, antichità, hobby, antiquariato,
modernariato e tanto artigianato.
Ma anche, cibo confezionato, prodotti
alimentari regionali e della tradizione: sono i tanti mercatini che, in
tutt’Italia - ma anche e soprattutto all’estero - riempiono le strade e le
piazze di città, paesi e di quartiere, Bolzano e Merano su tutti.
In
questo periodo di festività, oltre al consueto shopping, crescono gli stand
dedicati ai dolci natalizi, che contribuiscono a creare l’ancor più giusta
atmosfera.
A
Roma, è piacevole passeggiare all'interno di questi piccoli villaggi: da via
Sannio a Porta Portese, da Belle Arti a Ponte Milvio, da Piazza Navona a Piazza
Mazzini, a quella Dei Quiriti.
Curiosare
tra le bancarelle e magari trovare pure il paio di scarpe di marca in stock o
l’abito firmato un po’ retrò, un pezzo di arredamento vintage o un regalo
artigianale che colpisce.
O anche antichi giocattoli di legno o latta, bambole
di pezza, orologi, lampade, radio, poltrone, piccoli mobili, quadri, attrezzi e
strumenti vari.
I
mercatini sono parte integrante della cultura, del territorio e del folklore di
una città.
Sono
espressione autentica della tradizione, della storia del costume, del riuso e
del riciclo, dove nulla si distrugge, tutto si rinnova e si riproduce. Con la
dovuta attenzione alle “sole”, ai falsi, alla paccottiglia, ai fondi di magazzino e alle cineserie.
E
poi, rispetto ai Centri dove conta solo vendere, lo spirito è diverso: si
coglie la passione, si riscoprono i rapporti umani, la trattativa, le
spiegazioni e l’affascinante storia di quel pezzo raro, compresa nel prezzo
dell’acquisto.
(Alfredo Laurano)
(Alfredo Laurano)
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