Nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, esondazioni,
piogge intense e battenti, mareggiate, con onde anche di sette metri che
sferzano le coste, raffiche di vento a 150 km. l’ora.
L'Italia è destinata a diventare un Paese
dal clima tropicale.
Quello che fino a oggi poteva sembrare
un’impressione è invece, secondo gli esperti, realtà: i confini dei Tropici – e
con essi le rotte degli uragani – si stanno avvicinando, spostandosi verso i Poli
e di conseguenza verso il Belpaese, con tutti i danni che ne conseguono. Il
rialzo delle temperature porta a più vapore in circolazione e quindi può
generare un aumento delle precipitazioni. La pioggia cade violenta e abbondante
in pochissimo tempo, i bacini idrologici si ingrossano e arriva l’inondazione.
Il problema è che è difficile prevedere il punto esatto in cui il temporale
colpirà.
Non è un caso insomma se negli ultimi
dieci anni, sempre più, in Italia abbiamo assistito a una serie di eventi estremi
quali improvvise piogge torrenziali, tipiche delle latitudini tropicali, a
intervallare periodi di caldo torrido, con temperature sopra la media.
I Tropici insomma arriveranno a inglobare
l’Italia, mentre l’Inghilterra potrà dire addio alla caratteristica e
fastidiosa pioggerellina, in quanto presto beneficerà del clima caldo
soleggiato che, almeno fino a poco tempo fa, baciava Roma.
L'ondata
di maltempo che ha investito il nostro Paese, in questi giorni, ha provocato 12
vittime, tantissimi feriti e danni in molte regioni italiane: migliaia le auto
distrutte o schiacciate come noci, le strade interrotte o franate (Portofino è
isolata), i torrenti esondati, le alluvioni, gli smottamenti e gli allagamenti
che hanno mandato in tilt il trasporto
pubblico, dalle metropolitane alle linee dei tram e degli autobus.
Caos e strage di alberi a Roma, tronchi
schiantati ovunque.
Almeno cinquecento gli interventi in molte
zone della Capitale, circolazione praticamente bloccata e buche che continuano
ad aprirsi sull’asfalto. Ma anche tegole pericolanti, lastre, persiane, vasi e
cartelloni che volano dappertutto.
Interrotte e poi ripristinate la
Roma-Lido, le metro A e B. Chiusi cimiteri, le ville storiche e il parco del
Colosseo, nonché le scuole di ogni ordine e grado.
Tra i feriti, non gravi, un pompiere e un
ragazzo colpito da un albero mentre era in motorino.
Una vera e propria emergenza con centinaia
di telefonate ai vigili del fuoco e polizia locale. La preoccupazione più
grande per i cittadini romani, ancora una volta, è la scarsa manutenzione delle
alberature: a Roma, ormai, si ha paura di andare nei parchi o di passare sulle
strade alberate della città, con il rischio di vedersi crollare un platano
sulla testa: bastano due gocce di pioggia e un alito di vento per far crollare
alberi al suolo. Usciremo tutti con in testa il caschetto da cantiere o con
l’elmetto da corazziere in acciaio vero, anche se inutile sotto un alberello di
quaranta metri.
“Lì sotto l'arberi de Lungotevere le
coppie fileno li baci scrocchieno...si nun sei pratico de regge moccoli pè
Lungotevere nun ce passà!”
Chissà cosa canterebbe oggi Gabriella Ferri, che tanto amava questa città.
Ho
fatto un giro, ieri, nel mio quartiere Prati-Trionfale-Delle Vittorie - ma lo
stesso è più o meno in tutta la città (basti vedere fotografie e video
pubblicati in ogni sito o sulla stampa) - e ho visto alberi, tronchi, rami e
cespugli dappertutto, ad ogni angolo di strada o sotto i palazzi, come se si
fosse verificata una auto-potatura spontanea o un suicidio collettivo di piante
malate o stanche di sopravvivere ai veleni del traffico e dell’incuria.
31
ottobre 2018 (Alfredo Laurano)
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